Olivero:
con il Vangelo in mano incontro
ad ogni uomo!
Di Luca Brunoni e Cristina Vonzun
Sabato 18 dicembre
1999, al Santuario della Madonna del Sasso di Locarno si sono dati appuntamento
alcune centinaia di giovani insieme al Vescovo Giuseppe. Sono saliti in cammino
in silenzio, lungo il sentiero che dal Collegio S. Eugenio porta al Convento.
La serata ha voluto essere un momento di preghiera e riflessione, meditando
sull'evento del Natale e sul mistero dell'Incarnazione, guidati da un testimone
vivente dell'evento cristiano: Ernesto Olivero, fondatore del Servizio missionario
giovanile di Torino. Le sue parole hanno rotto il freddo della notte invernale
e segnato i cuori.
La storia di Ernesto Olivero,
un laico sposato padre di tre figli, è interamente segnata dal desiderio
di servizio verso i più poveri. Questo lo ha portato a fondare nel 1964
il Sermig (Servizio Missiornario Giovani), una realtà che dal 1983 ha
sede nel vecchio Arsenale Militare di Torino, ora trasformato in "Arsenale
della Pace".
Il bilancio dell'attività sin'ora svolta da questa comunità
è sorprendente: le ore di volontariato all'Arsenale raggiungono le 1000
al giorno. Stranieri, tossicodipendenti, malati di Aids, alcolizzati ricevono
continuamente assistenza. In quindici anni quasi mezzo milione di persone hanno
trovato asilo notturno. Innumerevoli sono state le raccolte e le spedizioni
di aiuti umanitari. Sul piano internazionale il Sermig ha operato in più
di 100 missioni di pace in paesi in guerra come il Libano, l'Iraq, la Somalia,
il Ruanda. Dei continui scambi avvengono inoltre con il Brasile, dove sono avviati
progetti tra i più impegnativi come l'iniziativa "Vita ai bambini",
a favore dei bambini di strada e l'Arsenale della Speranza nella vecchia casa
degli Emigrati di San Paolo.
Tante opere dunque, che
Olivero a Locarno ha ricordato essere frutto della volontà di Dio, dunque
di un accadere delle cose dentro lo stupore della fede. Per lui il dono non
è qualcosa di cui accorgersi in prima persona, ma qualcosa che viene
scopertine/coperto e messo in luce da chi ti osserva, da chi ti sta vicino. Così
è stata la sua vita e il suo impegno. Così, ci ricorda, è
stata la gente che piano piano, affollando l'Arsenale della pace e gli altri
centri da lui fondati, gli ha portato i problemi e le miserie del mondo di oggi.
Al termine della Veglia, rispondendo alle nostre domande ha messo in luce come
nel suo lavoro con i giovani sia spinto dal desiderio di far riapparire in loro,
la verità dimentica e nascosta che hanno nel cuore: quella di essere
Figli di Dio.
" I giovani", dice Olivero "vivono molte volte senza capire che
hanno dentro una bellezza, un'amore grande. Il nostro compito è di aiutarli
a cercarlo e a trovarlo. I giovani sono i più fragili." Olivero,
statistiche alla mano, ricorda come di recente in un sondaggio fatto su 300'000
giovani, il 98 % non avesse più fiducia e di questi, l'85% vivesse nella
paura. Le iniziative che lancia coinvolgendo giovani nei diversi continenti
e paesi, i servizi che fanno capo al Sermig, tutta questa opera ha come scopertine/copo
quello di far ritrovare ai giovani la verità della loro vita, quella
di essere persone capaci di inventare qualcosa di grande, di amare gli altri,
di riappropriarsi del loro essere Figli di Dio. Come ha detto Giovanni Paolo
II, il carisma del Sermig è la Speranza e questa speranza è stata
donata, per una sera, anche ai nostri giovani.
Un modo per conoscere Ernesto
Olivero è quello di leggere il suo ultimo libro intitolato Dio non guarda
l'orologio. In un susseguirsi di episodi e testimonianze traspare la bellezza
dell'azione di Dio attraverso le persone.
Un'avventura iniziata il 24 maggio 1964
Racconta Olivero, nel suo libro: "Quando penso alla mia vita, ho l'impressione
che fosse stata scritta. Sono nato nel 1940 a Pandola, in provincia di Salerno,
mio padre era un piemontese di Boves e mia madre una meridionale di Avellino.
A sette anni facevo già le cose che faccio adesso, naturalmente proporzionate
all'età di un bambino. Per me era istintivo essere disponibile, far giocare
gli altri bambini e trasformare la piazza del mio paese in un luogo educativo.
A mano a mano che gli anni passavano accettavo tutti gli impegni che mi venivano
offerti.
A dodici anni, da poco trasferito a Chieri, mi fu proposto di entrare nella
Lega Missionaria Studenti e io accettai con entusiasmo. Poco dopo, un amico
mi convinse a diventare scout, poi ho ripreso a fare il catechista, come già
facevo da quando avevo nove anni. A quindici anni incominciai a organizzare
le Giornate Missionarie Mondiali: prima a Chieri, poi nel chierese, quindi a
Torino e in giro per l'Italia. Proponevo, con i miei amici, un metodo "nuovo"
di sensibilizzazione sui problemi del Terzo Mondo. Quest'attività è
durata un decina di anni.
A vent'anni, grazie alle Giornate Missionarie, conobbi Maria, che poi divenne
mia moglie. A lei si deve la fondazione del Sermig. Pochi mesi prima che ci
sposassimo, mi disse: "Ernesto fai parte di una decina di gruppi, lavori
in banca. Com'è possibile tirar su una famiglia? Scegline uno solo, poi
verrò anch'io".
Tutti i gruppi di cui facevo parte, anche quelli che non ho elencato, erano
parte della mia vita. Tutti mi avevano permesso di conoscere i drammi dei più
poveri; mi era quindi difficile sceglierne uno solo. E così, nel dubbio,
decisi di fondarne uno nuovo. A dire il vero non sapevo cosa volesse dire fondare
un gruppo. Ma partendo da un'idea per me di grande chiarezza (combattere la
fame nel mondo) esposi a monsignor Rolla, direttore dell'Ufficio Missionario
Diocesano, il mio desiderio. Lui approvò e io potei lanciare il mio appello.
Risposero Maria Elisa, Lidia, Gabriella, Guido, Luisella e Marisa. Il 24 maggio
1964 ci demmo un nome: Servizio Missionario Giovani. E iniziò l'avventura."
Entrare senza bussare
"Appena entri all'arsenale della Pace, a sinistra trovi l'ufficio addetto
all'accoglienza. È qui che approda il viandante con i suoi dubbi e problemi,
da qui viene poi indirizzato nelle sale attigue dove incontrerà uno dei
membri della comunità. Passando dall'accoglienza agli uffici, troverai
una porta con sopra un cartello. "Entrare senza bussare". Quella è
la porta della mia stanza. Se vuoi conoscermi, entra. Se il disordine non ti
spaventa, ti accorgerai che con me abita la pace. Se vuoi parlarmi, non far
caso al telefono che a volte squilla: niente e nessuno può interrompere
il nostro dialogo. Vicino a me c'è la Bibbia: è da quella Parola
che escono le mie parole, i miei pensieri.
Vedrai pietre sparse un po' dappertutto: le raccolgo ovunque vada perché
mi ricordano la creazione. In fondo c'è la mia sedia e lì vicino
un bastone e uno zaino, a indicare che sono sempre pronto a partire per qualsiasi
incontro, per qualsiasi missione, per qualsiasi carità da portare, vicino
o lontano. Fra libri, appunti ricordi di viaggi, doni di amici, vedrai diverse
statuette della Madonna provenienti dall'Oriente, dall'Africa, dal Sud America:
esse testimoniano il mio amore per Lei.
Accanto alla scrivania c'è un mobiletto pieno di vecchie foto dell'Arsenale,
libretti di lavoro di operai passati di qua, molle, alambicchi, fondine …: tutti
questi oggetti raccolti negli anni ti parleranno della vita vissuta in questi
spazi. Se alzerai gli occhi vedrai sulla parete le foto di tanti amici che mi
hanno preceduto nella casa del Padre: le tengo in vista in segno di riconoscenza.
Nella stanza accanto alla mia vive e lavora Rosanna, l'anima buona del Sermig,
uno dei miei angeli custodi."
La tentazione di ingrandirsi e la volontà di Dio
"Il 18 settembre 1992 il nostro vescovo, cardinale Giovanni Saldarini,
visitò per la prima volta l'Arsenale. Voleva rendersi conto di persona
del lavoro che stavamo svolgendo.
Aveva già chiesto diverse volte come facesse il Sermig ad andare avanti,
ma quel giorno capì la forza di una piccola comunità come la nostra.
Più tardi, ricambiando il mio abbraccio, mi domandò: "Ma
come fa a distinguere la tentazione di ingrandirsi dalla volontà di Dio?".
Ho risposto :"Non decidiamo mai di fare una carità senza chiedere
consiglio a uomini e donne di Dio. Quando si sono opposti, abbiamo obbedito.
Ma ad ogni "sì" anche noi abbiamo risposto con un "sì",
e siamo andati avanti."
Giubileo
dei Giovani, in Agosto a Roma: aperte le iscrizioni ! Si ricorda ai giovani interessati, in età tra i 16 e i 35 anni, che rivolgendosi al segretariato della Pastorale giovanile diocesana, in via Soldino 9, a Lugano (tel: 091 9682692 e E-mail: Pastorale_giovanile@bluewin.ch) è possibile richiedere i formulari per l'iscrizione al Giubileo dei giovani, che si svolgerà dal 10 al 20 agosto 2000. La diocesi di Lugano effettuerà un pellegrinaggio sulle orme di S. Francesco, in Umbria dal 10 al 15 Agosto, poi dal 15 al 20 saremo a Roma per partecipare con gli altri giovani alla GMG. Le iscrizioni si chiuderanno a fine marzo. |
Ernesto
Olivero, Dio non guarda l'orologio, Milano, Mondadori, 1996, 244 p.
Ernesto Olivero, fondatore
nel 1964 del Sermig (Servizio Missionario Giovani), con sede dal 1983
nel vecchio Arsenale militare di Torino, chiamato ora "Arsenale della
Pace" è un uomo che ha deciso di fare del servizio verso gli
ultimi il centro della propria vita. Madre Teresa di Calcutta, Norberto
Bobbio, Gianni Agnelli e tante altre personalità hanno già
proposto la sua candidatura al premio Nobel per la pace. |