Ca(si)nò: un altro eldorado per le dipendenze?
Di Marco
Fantoni
Il
gioco nella vita di una persona è un momento di svago, d’incontro, a volte di
scontro. Il gioco d’azzardo è un momento di svago con il gusto del rischio,
con la speranza e, l’illusione di vincere e a volte capita, di guadagnare, di
avere qualcosa in più di quello che si possiede.
Anche in Ticino, negli ultimi tempi, si è discusso molto di gioco d’azzardo,
come molto si è discusso di canapa, di locali a luci rosse, di sicurezza e,
forse in misura minore, di degrado dell’essere umano.
Sul gioco d’azzardo, che negli ultimi anni si sta traducendo nella voglia di
aprire casino un po’ in tutto il Cantone, Caritas Ticino ha una posizione di
principio contraria. Questo deriva dalle conseguenze che tale "divertimento"
provoca in molte persone. Si calcola che siano tra le 2’500 e i 3’000 i dipendenti
patologici dal gioco d’azzardo in Ticino. Alcuni casi rientrano nel quotidiano
del nostro servizio sociale e ci confermano che la nostra presa di posizione
è giustificata.
L’illusione che la cultura del gioco d’azzardo faccia parte della normalità del quotidiano, di fatto si traduce in una sempre maggior diminuzione della dignità della persona
L’avversione
al gioco d’azzardo deriva però, anche, dalla consapevolezza che questo "svago"
provoca nelle persone, nelle più deboli in particolare, l’illusione che la cultura
del gioco d’azzardo faccia parte della normalità del quotidiano, ma, di fatto,
si traduce in una sempre maggior diminuzione della dignità della persona.
È evidente che l’arrivo di un casinò porta in un Comune soldi, vedi il caso
di Mendrisio dove tra casse comunali ed associazioni varie si parla di 7 milioni
di franchi. Inoltre può provocare un indotto al commercio locale. È dunque comprensibile
che anche la maggioranza della popolazione intraveda in queste iniziative una
possibilità per rimpolpare le casse pubbliche a favore di tutti. È meno comprensibile,
che per questo motivo, valori chiave insiti in vari settori della vita sociale
siano "dimenticati" per dar spazio ad eccezioni come compromessi.
È dunque data la priorità a quanto un casinò possa portare come contributi finanziari
e, anche se non vengono dimenticate le conseguenze negative di, queste ultime
sono considerate di secondo piano rispetto agli aspetti positivi, anche se sono
previste delle limitazioni chiare per le persone a rischio.
La Legge federale sul gioco d’azzardo e le case da gioco del 18 dicembre 1998
e l’Ordinanza, entrata in vigore il 1° aprile scorso, prevedono a questo proposito
che le case da gioco garantiscano; - la prevenzione della dipendenza ed il riconoscimento
precoce dei giocatori a rischio; la formazione e l’aggiornamento regolare del
personale cui è affidata l’esecuzione della concezione sociale; il rilevamento
di dati concernenti la dipendenza da gioco-. Per quanto riguarda le misure preventive
la casa da gioco deve mettere a disposizione informazioni facilmente accessibili
e comprensibili sui rischi del gioco, sulle misure di aiuto, come l’esclusione
dal gioco, indirizzi di consultori e di gruppi di autoaiuto per i giocatori
a rischio e questionari che permettano a ciascuno di valutare il proprio rischio
di dipendenza. È inoltre vietata la concessione a titolo professionale di prestiti,
crediti o anticipi. La casa da gioco è pure autorizzata a vietare l’accesso
a persone a rischio registrandone i dati personali. È anche possibile l’esclusione
volontaria.
Ci troviamo dunque di fronte ad una situazione, dove, prossimamente, anche nel
nostro Cantone avremo un casinò grandi giochi tipo A (dunque con tavoli da gioco
con posta illimitata da parte della legge, ma possibile da parte della casa
da gioco. Per le concessioni di tipo B, sale da gioco come fino ad oggi, il
Dipartimento fissa le poste massime) in una località che sarà scelta da Berna.
Le conseguenze a livello sociale, non saranno delle novità, dato che il problema
è già conosciuto nei vari servizi sociali e a questo proposito ricordiamo che
ci sono volute ben due votazioni popolari per togliere le macchinette mangia
soldi dai locali pubblici. Questo per dire che già con questo tipo di azzardo
si è lavorato a tamponare casi sociali che spesso andavano a peggiorare situazioni
personali già di per sé precarie.
Da una parte si favoriscono le dipendenze e dall’altra si creano i fondi per pagare i costi provocati dalle stesse
È pure vero
che la legge prevede che le tasse riscosse vadano a favore del fondo di compensazione
dell’AVS. Per le case da gioco di tipo A l’aliquota minima della tassa è del
40 per cento ed è riscossa sui prodotti lordi dei giochi che arrivano fino a
20 milioni di franchi. Mentre per ogni ulteriore milione di franchi del prodotto
lordo dei giochi, l’aliquota della tassa aumenta dello 0.5 per cento fino a
raggiungere l’aliquota massima dell’80 per cento. Per le case da gioco di tipo
B si parte pure da una tassa minima del 40 per cento fino a prodotti lordi che
arrivano a 10 milioni di franchi e per ogni ulteriore milione di franchi del
prodotto lordo la tassa aumenta invece dell’uno per cento fino a raggiungere
l’aliquota massima dell’80 per cento.
Dunque potrebbe essere vista come positiva questa attività visto che va a rimpolpare
le casse dell’AVS. Un po’ come quello che succede per le tasse sull’alcol e
sui tabacchi, dove si approfitta di cause provocanti dipendenza per finanziare
i costi sociali.
Per quanto riguarda le case da gioco, si potrebbe dire che da una parte si favoriscono
le dipendenze e dall’altra si creano i fondi per pagare i costi provocati dalle
stesse. In soldoni è vero che i casinò provocano dipendenza ma poi producono
i finanzia-menti per curarla.
Ma, il problema non è solo di costi, è pure sulle ricadute personali che tali
situazioni provocano, questo tema è approfondito nell’articolo accanto.