Carità
è
accoglienza di un Altro
Caritas Ticino e Caritas Svizzera differiscono
sul concetto di Pastorale della Carità: l'organizzazione ticinese si riconosce
pienamente nelle "21 tesi sul lavoro di Caritas" del libro di Paul
Josef Cordes "Ci ha amati per primo"
La Carità non è questione di spiccioli, né filantropia, né sociologia, ma ...
accoglienza di un Altro. Anche le chiese corrono il rischio di diventare istituti
sociali, trascurando il loro fondamento: nel libro di Cordes, la ricerca di
un centro di orientamento per adeguare la pastorale della Carità alle sfide
del terzo millennio.
Caritas Ticino, da sempre, è impegnata su due fronti:
quello della prassi, nel servizio sociale, nei programmi occupazionali, nel
settore informativo con rivista e televisione e quello della riflessione teorica,
per approfondire la propria vocazione ecclesiale e pastorale su temi come carità,
servizio agli ultimi, evangelizzazione attraverso il sociale, contributo alla
costruzione di una società civile più umana e attenta alla dignità di ciascuno
dei suoi membri.
Le occasioni per questo secondo lavoro di orientamento ci vengono da fonti diverse. La prima è il nostro lavoro sul campo, le constatazioni derivanti dalle trasformazioni che osserviamo intorno e dentro di noi, i cambiamenti economici e sociali, la necessità di ripensare continuamente i criteri di efficacia ed efficienza del nostro operare. Un altro ambito sono le sfide che la rapida evoluzione socioculturale propone alla nostra attenzione, sia come cittadini, sia come struttura che ha il mandato di esprimere concretamente la Carità della Chiesa locale.
In terzo luogo è necessario approfondire la nostra maturità ecclesiale ed umana attingendo al patrimonio del magistero della Chiesa universale, per evitare la chiusura in analisi parziali e di breve respiro, troppo ancorate all’esperienza quotidiana e senza lo sguardo ampio e lungimirante che si effonde dalla dottrina sociale. La nostra vita di Caritas diocesana in un territorio di frontiera, non solo geografico, ma soprattutto culturale, non è semplice.
La nostra scelta di adesione al magistero della Chiesa, la vicinanza culturale e linguistica al patrimonio di riflessione civica e sociale italiano, ci distanzia, infatti, dalla cultura più nord-europea, tedesca in particolare, che si respira oltralpe.
Non si tratta di differenze fol-cloristiche, di questioni di vivacità o serietà, di apertura o chiusura, ma di storie diverse, di percorsi culturali differenti, di impostazioni teologiche e antropologiche divergenti.
Il pluralismo culturale, d’altra parte, è una ricchezza, che proprio nell’affermazione delle identità reciproche trova il suo fondamento.
Quando non
è polemica sterile, ma confronto dialettico serrato, diventa stimolo di approfondimento,
occasione di revisione e spazio di crescita.
Profilo di un’identità: ventun ragioni per parlare di CARITAS
I motivi di un tale confronto fra modi diversi di concepire la pastorale della Carità sono esemplarmente sottolineati in un libro, maturato dall’esperienza di Cor Unum, il Pontificio Consiglio il cui presidente Mons. Paul Cordes ha pubblicato per le edizioni S. Paolo "Ci ha amati per primo".
Il titolo originale di questa maneggevole quanto densa opera di riflessione sulla Carità è "Tuet Gutes allen! 21 Thesen zur Caritas-Arbeit" (Fate del bene a tutti. 21 tesi sul lavoro di Caritas).
L’intenzione dell’autore è evidente: ricentrare l’antropologia sottostante all’impegno delle Caritas e delle opere cristiane di misericordia, per ritrovarne l’originalità e la capacità di rinnovamento umano e sociale.
Per far ciò Mons. Cordes ripercorre, in brevi ma intense pennellate, la storia del pensiero e della prassi umana dalle sue radici bibliche, fino alla storia dei nostri giorni.
Emerge un quadro sorprendente in cui ad esempio, la filantropia, che ci viene venduta come eredità dell’umanesimo greco e latino, è in realtà un contributo originale del cristianesimo e della pratica delle comunità ecclesiali fin dalle origini.
Anche il presunto umanesimo delle religioni orientali o meglio della loro divulgazione occidentale se scavato alla luce della sua stessa struttura si rivela tutt’altro che conforme agli ideali cristiani, ma soprattutto inadeguato a rispondere alla domanda di senso dell’uomo di ogni tempo.
Ma per venire al confronto sull’operato di Caritas, di ogni Caritas, lasciamo al prelato tedesco la parola:
(pag. 53) In confronto con gli insegnamenti biblici, il comandamento dell’amore di Dio si è visibilmente oscurato. Le ragioni sono molte. La collaborazione con le istituzioni statali e sociali di coloro che sono impegnati in attività caritative è un elemento decisivo; essa condiziona necessariamente l’attenzione e il pensiero. L’azione caritativa, pervade oggi visibilmente tutti gli ambiti e gli strati della società. In molti paesi essa si intreccia con il diritto civile, i doveri sociali e la responsabilità pubblica. Dalla scuola materna fino alle case di riposo per anziani la vita della persona è accompagnata da forme organizzate di previdenza sociale. In tal modo la caritas è cresciuta sino a divenire un’impressionante società di servizi.
(pag. 54) L’attività della caritas non è oggi pensabile senza un alto grado di professionalità. L’impegno di denaro pubblico la spinge a perfezionare le proprie iniziative sul piano tecnico. Ciò riguarda l’istituzione e la consistenza di tutte le opere caritative; del resto i contratti dì lavoro e i piani attuativi, anzi, la stessa concessione di sovvenzioni e la necessità di rendere conto del loro uso esigono la correttezza amministrativa. Tutto ciò non è in nessun modo da deplorare, dal momento che, anzi, aumenta le possibilità di un aiuto efficace. Anche il crescente controllo da parte degli enti pubblici ha delle ripercussioni positive. Errori e passi falsi devono essere evitati in ogni caso, affinché non se ne ricevano danni di immagine o non si creino motivi di diffidenza. Alla fine anche per i cristiani è decisivo che il bene sia fatto, che chi ha bisogno non resti solo, che si faccia fronte alla miseria in tutte le sue forme.
D’altra parte professionalità significa anche oggettivizzazione dell’impegno e questa, a sua volta, può avere come conseguenza uno spostamento della motivazione di una parte del personale interessato. Quando conta il fare in quanto tale, non è più prioritario che questo fare possa avere un significato più profondo. Il carattere di segno dell’aiuto passa in secondo piano o diventa invisibile. Tuttavia se nell’agire caritativo il carattere di segno venisse trascurato o venisse del tutto meno, la caritas perderebbe una sua dimensione essenziale. L’attività caritativa diventerebbe allora identica a quella della "Croce Rossa" o all’impegno di qualsiasi organizzazione non governativa (Non Governamental Organisation); essa perderebbe le proprie radici cristiane.
Le ragioni di un tale appiattimento sociologico, sono profonde e diverse e hanno le loro origini nella formazione della cosiddetta "modernità", quell’insieme di trasformazioni sociali, economiche, filosofiche e religiose che ha caratterizzato gli ultimi cinquecento anni.
Prosegue Paul Cordes:
(pag. 59) La spiritualità e l’etica si dividono, prendendo strade diverse. E’ significativo che l’ambito politico resti consegnato a se stesso e la forma che esso assume appaia neutra rispetto alla salvezza. Ma quel che è più significativo per il nostro contesto è che l’inversione tra fede e amore nell’ambito della storia dello spirito spalanca le porte alla seco-larizzazione, nelle sue conseguenze positive, ma anche in quelle negative. Né si può fare a meno di rilevare il danno: vien meno la paterna collaborazione di Dio nell’azione umana; la sua vicinanza anche nella quotidianità - quella che si esprime nella vita e nelle parole di Gesù - sparisce dalla coscienza. L’ellissi del duplice comandamento si riduce a un cerchio il cui punto centrale è l’uomo lasciato solo con se stesso.
E’ a questa solitudine esistenziale, a questo tradimento dell’umanesimo integrale che CARITAS TICINO intende rispondere nel suo impegno quotidiano
Il libro di Mons. Cordes, oltre che al confronto con Caritas Svizzera, di cui trovate eco in queste pagine di Caritas Insieme, è stato e sarà strumento per la nostra formazione di operatori di Caritas Ticino, ma non è assolutamente un testo per specialisti del sociale o della Carità, a meno che per esperti di Carità non si intendano tutti i cristiani che vogliono seriamente approfondire la loro vocazione.
Forse, anzi, proprio come tutti gli articoli di recensione, anche questo è più complicato del libro che voleva promuovere, che contiene molto di più di quanto non sia riuscito a dire in queste poche righe. Nelle quattro pagine che seguono, vi proponiamo alcuni estratti finalizzati al discorso sviluppato intorno alle differenze fra Caritas Ticino e Caritas Svizzera. Ci auguriamo che la lettura di questi stralci invogli molti a leggere integralmente il testo che è disponibile presso la Libreria S. Paolo a Lugano.