Max Haavelar
e il commercio equo
Dalla medicina nera all'espresso, passando per
il Sud
Dal 10 al 15 giugno
1996 si svolge al Quartiere Maghetti di Lugano una mostra di Caritas Ticino
e Max Haavelar sul caffè e altri prodotti del commercio equo cin i piccoli
produttori del Terzo Mondo.
La mostra ripercorre l'affascinante storia del caffè, dall'antica medicina
amara, chiamata l'acqua nera dei Turchi", all'odierno espresso. Essa illustra
pure gli aspetti culturali e storici del caffè, al quale sono legati
grandi nomi delle arti e delle lettere, come J.S. Bach e Voltaire e grandi eventi
politici: al Café de Foy di Parigi fu infatti dato l'ordine di assediare
la Bastiglia.La mostra permette anche di conoscere la situazione dei paesi produttori,
marcata dalla lotta per la sopravvivenza in un contesto che offre poche alternative.
Alla mostra si abbina una bancarella con prodotti alimentari e artigianali,
dove si possono fare acquisti, sapendo di valorizzare nel contempo il lavoro
dei produttori del Sud.
La bancarella con i prodotti alimentari e artigianali è servita ogni
giorno dalle 10.00 alle 12.00. Negli altri orari, ci si rivolga direttamente
alla boutique Caritas, in Piazza San Rocco.
Di Romana Camani-Pedrina della Fond. Max Haavelar
Max Havelaar spicca oggi sul caffè, sul tè, sul miele, sullo zucchero,
sul cioccolato, su una bevanda istantanea al cacao - insomma, su tante cose
deliziose che fanno la gioia di grandi e piccini.
Max Havelaar è un marchio di garanzia. Mira a promuovere il commercio
equo. Fu creato da alcuni enti di cooperazione allo sviluppo fra cui Caritas
la quale è tuttora coinvolta in questo progetto come licenziataria per
il miele.
Se vogliamo favorire uno
sviluppo durevole sia al Nord sia al Sud, occorrono cambiamenti nelle relazioni
commerciali internazionali. Il commercio equo introduce aspetti sociali ed ecologici
nell'economia di mercato.
Oggi, gli scambi sono asimmetrici. Favoriscono i grandi operatori dei paesi
industrializzati, mentre le piccole produttrici e i piccoli produttori dei paesi
in via di sviluppo faticano ad assicurarsi un reddito per vivere. Le alternative
alla produzione agricola non sono molte e talune (come la coca e i papavero)
si rivelano dannose per noi del Nord. Il commercio equo si prefigge pertanto
di migliorare la situazione delle produttrici e dei produttori svantaggiati,
retribuendo in modo equo i loro prodotti.
Le prime iniziative del commercio equo nacquero negli anni 70. In Svizzera,
i pionieri furono OS3 e il movimento delle botteghe del mondo. Gli anni 80 sono
poi caratterizzati dal crollo dei prezzi delle materie prime e dal peggioramento
dei termini dello scambio. I paesi in via di sviluppo devono dunque produrre
e vendere sempre di più per poter pagare le importazioni. Le associazioni
svizzere attive nella cooperazione allo sviluppo decidono di non stare a guardare
e di lanciare un'ulteriore iniziativa. per cambiare qualcosa, per valorizzare
il lavoro del Sud, per trovare nuovi sbocchi commerciali per dei prodotti di
qualità anche fuori della cerchia alternativa nasce così l'idea
di contrassegnarli con un marchio di garanzia: Max Havelaar.
Max Havelaar vuole essere uno strumento creativo per fare della politica di sviluppo attraverso il commercio, assicurando un accesso diretto ai prodotti del Sud sui nostri mercati. Max Havelaar garantisce che la produzione e la commercializzazione di prodotti contrassegnati avvengono secondo precisi criteri.
Organizzare canali commerciali
alternativi per promuovere prodotti specifici che vengono dal Sud non è
cosa da poco. La collaborazione oltre i confini nazionali si è ben presto
rivelata una necessità.
D'altronde anche l'idea del marchio ci è giunta da oltre frontiera. E'
infatti è stata l'Olanda a contrassegnare per prima un caffè col
marchio Max Havelaar. E anche questo nome è tutto olandese: è
il nome de personaggio di un romanzo di E.D, Dekker, un funzionario coloniale
che denuncia le condizioni inumane di lavoro nelle piantagioni di caffè
delle Indie Orientali nel secolo scorso.
Oggi il commercio equo va sotto il nome Max Havelaar in Svizzera, Olanda, Belgio,
Danimarca, Francia; si chiama FairTrade in Gran Bretagna e TransFAir in Italia,
Austria, Germania Lussemburgo e persine negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone.
Nel nostro paese, il marchio
Max Havelaar è conferito dall'omonima fondazione creata nel 1992, con
sede a Basilea e presente a Lugano con una segreteria per la Svizzera Italiana.
La fondazione stessa non vende e non compera prodotti, ma mette in contatto
i produttori del Sud con i licenziatari svizzeri che usano il marchio.
I prodotti contrassegnati con il marchio Max Havelaar sono reperibili nella
Boutique Caritas del Quartiere Maghetti a Lugano, nelle botteghe del mondo
e della solidarietà, nei supermercati di alimentari, presso taluni
dettaglianti e attraverso la vendita per corrispondenza di Caritas, Helvetas,
WWF.
Ai prodotti elencati sopra, tutti in qualità da esportazione dovrebbero
aggiungersi in futuro le banane, gli ananas, i fiori, il cotone, e altro ancora.
Le consumatrici e i consumatori svizzeri si sono dimostrati aperti al discorso
del commercio equo. Il nostro paese vanta infatti alcuni primati: è
l'unico ad avere 5 prodotti equi sul mercato, è in testa alle classifiche
per la vendita di prodotti equi per abitante e ha il mercato relativamente
più grande per il caffè equo.
Alle produttrici e ai produttori del Sud, il commercio equo con la Svizzera
ha fruttato, tra il 1992 e il 1995, degli introiti supplementari di 8 milioni
di franchi.
Caffè, tè, miele, cioccolato, bevanda al cacao, zucchero. La
scelta e la qualità ci sono, ora spetta a noi fare politica di sviluppo
con la borsa della spesa.
Fondazione Max Havelaar,
c.p.86
6903 Lugano