Facciamo
shopping su Internet, ho un bel catalogo di "bambini"
Di Dante Balbo
Adozioni: gli Americaninon finiranno mai di stupirci: oggi comodamente seduti
a casa nostra possiamo consultare uno speciale catalogo in cui troviamo, foto
e notizie di bambini e delle loro agenzie di adozione.
La signora Annette Thomson, ispirata dall'amore di Gesù per i bambini,
come lei stessa afferma, si è presa la briga di scrivere a più
di 500 agenzie di
adozione internazionale, per raccogliere in un catalogo le fotografie e le notizie
indispensabili di bambini adottabili.
Chiunque abbia un modem, con un programma per collegarsi con Internet, oggi
sono più di 25 milioni di persone, può consultare questo catalogo.
Ho sentito il tutore ufficiale, telefonicamente, ma mi ha detto che negli Stati
Uniti è legale.
Sarà, ma ciò non toglie che questa iniziativa, che a prima vista
sembra lodevole, mi sollevi non poche perplessità.
Che il media elettronico possa invadere i nostri spazi è ormai acquisito,
ma che questo si possa estendere ai bambini, perlomeno è sospetto.
Da noi, in Europa, l'iter è un po' diverso.
I genitori adottivi, prima ci consultano, decidono se l'adozione è la
loro strada, si sottopongono all'esame di una struttura riconosciuta che garantisca
il bambino da spiacevoli sorprese. Ottenuta l'idoneità, inviano la documentazione
al paese di origine, dove la loro pratica viene associata a quella di un bambino.
Solo allora ne possono conoscere l'identità.
Qui il processo è rovesciato.
Si vede un bambino, tra l'altro la qualità delle foto, lo potete constatare,
è pessima, scegliendo il paese, l'età, il grado di handicap e
altre caratteristiche. In teoria si può sfogliare tutto il catalogo.
Il bambino, lui non lo sa, ma ha una pubblicità gratuita su una rete
mondiale, con note sul suo carattere, sempre buone, perché i bambini
adottivi per definizione sono buoni, graziosi, socievoli ecc.
Alcune agenzie vi pongono delle condizioni, altre sono più libere: si
accettano singles o no, i genitori possono avere più di 45 anni, a volte
si richiede che entrambi abbiano superato i 35 anni.
Non vi è una voce nella scheda che preveda che i presunti genitori debbano
avere già compiuto un iter presso un ente riconosciuto.
Due mi sembrano le conseguenze immediate:
- si illudono genitori inadatti,
sempre che poi si verifichi la loro idoneità;
- si viola il diritto
del bambino a non diventare un oggetto di shopping, anche se a fin di bene.
In realtà con il tutore ufficiale eravamo tentati di accogliere questa
logica e ci dicevamo:
"Perché non creiamo anche noi un catalogo da diffondere su Internet,
riservato ai bambini, con le foto dei genitori adottivi?"
A parte le battute, un conto è accogliere un bambino, un altro è
scieglierlo da un catalogo, rifiutandone altre centinaia.
Nel riquadro trovate un esempio di scheda, direttamente tratto da Internet così
come vi appare se vi collegate, naturalmente senza il nome del bambino, che
abiamo mascherato.