Dall'Happening dei giovani
Nel mare della vita il rischio di educare

Di Federico Anzini


Dell'Happening dei giovani, dal 15 al 18 maggio scorso a Lugano, hanno parlato i quotidiani, e Caritas Insieme gli ha dedicato due emissioni. Su questo numero riportiamo la testimonianza personale di Federico Anzini che ha realizzato le interviste andate in onda il 25/26.5.96.

Ho una piccola confessione da fare! Per me l'happening non era cosa nuova, nel senso che da anni in corrispondenza di questi quattro giorni mi ritrovavo spesso a bazzicare a Lugano con i miei amici, assaggiando qua e là quello che veniva proposto. Però mi sono accorto che tutto sommato questa manifestazione mi era ancora molto estranea, cioè nulla di profondamente diverso rispetto all'Arte Casa, a l'Esposauto, ecc.
Happening, cioè avvenimento! Ecco il cuore di questa annuale proposta cristiana organizzata con enorme impegno e dedizione da Comunione e Liberazione.
Avvenimento... Non ho mai riflettuto abbastanza su questa parola, così fondamentale per un cammino di fede. Certo, perché implica un coinvolgimento totale della nostra libertà in un fatto che per essere capito va giudicato dall'interno. In altre parole non è possibile assumere l'atteggiamento del turista che guarda superficialmente le cose, ma è necessaria un'immersione. Un avvenimento va vissuto, non assaggiato!
Grazie al lavoro di giornalista (o qualcosa di simile) svolto per la trasmissione televisiva di Caritas ho finalmente capito questo fondamentale passo. Cioè intervistando le persone impegnate nell'Happening ho appreso l'atteggiamento giusto da seguire, cosa che non avevo ancora capito. Beh c'è sempre da imparare nella vita.
L'educazione era il tema centrale di questi giorni e da sfondo c'era il libro di Luigi Giussani "Il rischio educativo". Tematica fondamentale, soprattutto oggi, dove impera nella cultura il nichilismo e lo scetticismo, ovvero dove all'orizzonte si stenta a vedere una via precisa da seguire, ma tutto è lasciato all'istinto ed al sentimento dell'uomo, quindi solo il nulla sembra la verità più certa.
A questa tragica prospettiva, Giussani risponde che è necessario rispettare la nostra umanità, ciò che corrisponde maggiormente al nostro cuore, che in ultima analisi è un esigenza infinita di felicità. Questa felicità è alimentata da tutto quanto è bello, buono e vero. Negare questa evidenza vuol dire rinnegare la stessa essenza dell'uomo. Gesù Cristo dopo duemila anni rimane la strada più autentica a questo scopertine/copo.
Ma ciò che mi ha colpito maggiormente è stata l'importanza data all'intelligenza e alla razionalità, visti come veicoli primari per parlare della fede. Cioè la fede e la ragione non fanno assolutamente a pugni, anzi si illuminano a vicenda. Quindi l'educazione cristiana risponde pienamente all'esigenza dell'uomo moderno di comprendere con l'intelletto, cioè niente pecore che seguono un miraggio ma soggetti pensanti che colgono la certezza di una Presenza e vivono con maggiore umanità il loro quotidiano.
E' stato dedicato anche uno spazio alla presentazione delle tre facoltà che apriranno i battenti in ottobre. Tra queste anche "scienze della comunicazione". L'introduzione è stata senza dubbio affascinante, perché sembrava la laurea del futuro, con infinite possibilità occupazionali, quindi un terreno molto fertile tutto da coltivare.
Queste parole mi hanno ovviamente "esaltato" perché è proprio la strada che intendo seguire, ma nello stesso tempo mi è nata anche una riflessione: la comunicazione (soprattutto quella di massa), al pari dell'educazione, deve rispettare le esigenze intrinseche del nostro cuore. La tecnologia (vedi InterNet) non deve alimentare l'individualismo ne tanto meno deve sostituirsi ai rapporti umani. Cosa serve poter comunicare facilmente con ogni parte della terra se poi mi dimentico del mio vicino di casa? Che utilità traggo nel sapere subito tutto quanto capita nel mondo se poi smarrisco il senso della mia esistenza? Queste sono delle sfide grandissime a cui cercherò di trovare delle risposte cristiane autentiche e quindi libere da ogni schiavismo consumistico ed ideologico.