La carità sfruttata
Tra sciroppo all'antigelo e mucche pazze per i poveri
La falsa solidarietà, a volte, uccide.
Ma noi, siamo proprio estranei a questo meccanismo perverso?Di Dante Balbo
Da l mondo. La tosse è una patologia da raffreddamento, ma curarla con l'antigelo mi pare eccessivo. Sembra una battuta, ma se conferma-ta la notizia apparsa su Le Monde e ripresa da Avvenire il 26 ottobre 1996, avrebbe conseguenze molto gravi. Si tratta della distribuzione di farmaci adulterati da parte di laboratori clandestini occidentali, che andrebbero a ingrossare le frodi perpetrate ai danni dei paesi del terzo mondo. In questo caso sarebbero centinaia i bambini morti a causa di uno sciroppo per la tosse contenente antigelo.
La notizia, purtroppo, non è stata molto ripresa dagli organi di informazione e quindi non abbiamo elementi di verifica.
Un tale silenzio, vista la posta in gioco, mi insospettisce. Forse sono troppo grossi gli interessi in gioco? Forse il cosiddetto "villaggio globale" tanto globale non è e se non ci tocca direttamente, una questione non fa notizia, anche se a morire sono centinaia di bambini?
La questione Zaire è un esempio lampante di ridondanza di informazione e di scarsità di azione, anche se le proporzioni del disastro sono bibliche.
Più recente, 11.11.19-96, la notizia secondo la quale il governo inglese avrebbe deciso di distribuire ai poveri la carne delle mucche che la Comunità internazionale aveva chiesto di abbattere perché a rischio per la salute dell'uomo.
Gli altri sono cattivi, noi invece...
Carità spicciola o spiccioli di ipocrisia?
Due notizie, apparentemente senza legami, ma unite profondamente da una idea di solidarietà e di carità che ci fa rabbrividire.
Ma è poi così distante dalla nostra mentalità caritativa?
Mi racconta una collega che più di una volta ai nostri mercatini, dove gli abiti si portano per essere venduti e non riciclati, arrivano vestiti a cui hanno tolto i bottoni, perché si possono riutilizzare, dicendo che tanto per i poveri va bene lo stesso. Altri arrivano con mobili così danneggiati che facciamo loro un favore se glieli portiamo via, con l'idea che una persona normale non li vorrebbe, ma i cosidetti poveri dovrebbero ringraziare per tanta generosità.
E' vero, la crisi è grande per tutti, ma la carità non dovrebbe essere il risultato di una sovrabbondanza d'amore?
Invece nella nostra testa è ancora radicata l'idea che la carità sia il superfluo di cui dobbiamo disfarci, che per fortuna la Caritas sa dove piazzare, così da mettere in pace anche le nostre coscienze e farci sentire buoni nell'intimo.
E' questa concezione di carità che dimentica la dignità della persona la trappola nella quale cadiamo un po' tutti, più per superficialità che per reale intenzione di danno.
E' la stessa logica dei 5 centesimi gettati nelle offerte la domenica a Messa, convinti di aver fatto il nostro dovere di cristiani, per poi uscire di chiesa e lamentarci per il rincaro dei prezzi che ci strozza ogni giorno.
Per forttuna, vi sono persone che usano come metro di giudizio se stessi e danno a Caritas quello che anche loro verrebbero a prendere da noi e sono la maggioranza che rende possibile la nostra stessa esistenza e le nostre azioni di solidarietà.
Tuttavia, è ancora lunga la strada per costruire un mondo di carità autenti-ca, in cui il povero che sostengo oggi, domani potrei essere io.
Cosa c'è infatti di diverso tra una concezione così miope della carità, che ritiene che per i poveri si possa offrire non quello che non usiamo più ma ciò che butteremmo nella spazzatura e lo sfruttamento della povertà degli esempi che ci vengono dalla malvagità del mondo?
Notizie come queste ci interessano, non per la possibilità concreta di intervenire, ma perché in una cultura della solidarietà che cominci dal nostro villaggio, spazi per fare queste porcherie nel villaggio globale, non vi sarebbero.
RIQUADRO
Terzo Mondo: Denunciato un traffico di medicine contraffatte
UN FARMACO UCCIDE I BIMBI