L'AFRICA,
UNA SFIDA CHE INTERPELLA LE COSCIENZE
Di Marco Fantoni
Continente da sempre martoriato, da Algeri a Città del Capo, dal deserto
del Sahara al Nilo, l'Africa ce la siamo sempre trovata davanti come una terra
intrinseca di culture diverse e popoli in lotta fra loro. Dalla tratta degli
schiavi agli scontri tribali, dalla colonizzazione alla ricerca di modelli politici
lontani, questo continente non ci ha mai lasciato dormire sonni tranquilli.
In molti casi però ci siamo pure "ammalati d'Africa", colpiti
dalla bellezza di espressioni culturali, umane e naturali. Mala realtà
che ci viene proposta quotidianamente dai mezzi di comunicazione ci richiama
a riflessioni legate in modo particolare al problema della fame. L'ultimo dramma
umano, in ordine di tempo, è quello dello Zaire, dove il conflitto in
Ruanda tra le etnie dei Tutsi e Hutu ha portato quest'ultimi a rifugiarsi nello
Zaire. E come ricordava su questa rivista il Presidente del Comitato Internazionale
della Croce Rossa, Cornelio Sommaruga, proprio nello Zaire la Comunità
Internazionale degli Stati ha fallito. E neanche il recente cambiamento alla
testa del governo, ci fa sperare in un futuro migliore, aggiungiamo noi.
Ed a proposito del problema della fame nel mondo, vogliamo qui riprendere alcune
considerazioni emerse durante il vertice sull'alimentazione della FAO, svoltosi
il mese di novembre 1996 a Roma e che ha riunito oltre cento tra capi di Stato
e di governo.
Il tema della sicurezza alimentare è uno di quelli che coinvolgono argomenti
etici, umani, economici e politici. È innegabile che questo problema
non può essere accantonato e affrontato solo in occasione di conferenze
specifiche o riesumato, di tanto in tanto, quando in video sfilano ../../../../
di interi gruppi etnici che si trascinano da uno stato all'altro. Se una grossa
parte del continente nero ha fame, si mette in movimento alla ricerca, per chi
ci arriva, del sostentamento. Le migrazioni arrivano, per ora in minima parte,
in occidente, dove il "boccone" è più a portata di mano.
Dunque è un problema che ci tocca da vicino perché coinvolge tutti
e non solo durante qualche colletta parrocchiale o la Giornata Missionaria mondiale.
Si tratta di rivedere il nostro modello di vita improntato al consumismo, all'uso
del superfluo. Nel mese di ottobre '96, dunque prima della Conferenza FAO, il
documento elaborato dal Pontificio consiglio "Cor Unum" sulla fame,
chiamava infatti in causa ogni cristiano ed ogni lettore. È infatti il
presidente del consiglio monsignor Paul Josef Cordes che ha indicato questo
documento come proiettato sull'Anno della Carità del 1999 e soprattutto
verso il prossimo Giubileo. Il documento sulla fame, sottotitolato "Una
sfida per tutti: lo sviluppo solidale", si rivolge ai cattolici di tutto
il mondo ed a tutti coloro che hanno competenza e responsabilità in questo
campo, ma che "vuole raggiungere tutti gli uomini di buona volontà".
Più di 800 milioni di persone non riescono ad avere una sufficiente quantità
di cibo e questo qualche riflessione l'ha creata ai partecipanti al vertice
FAO. Di cibo ce n'è a sufficienza per tutti, come riportato nel documento
"Cor Unum": "Il cibo disponibile pro capite, a livello mondiale
è aumentato del 18% nel corso degli ultimi anni". In effetti in
molti paesi c'è una produzione superiore al fabbisogno, eccedenza che
poi viene venduta o donata ad altri ma a particolari condizioni che provocano
poi danni di dipendenza maggiori di quanti già non se ne abbiano, impedendo
di conseguenza l'autosufficienza. Come ha affermato il presidente del Pontificio
consiglio della Giustizia e della pace, Card. Roger Etchegary: "... il
diritto alla nutrizione è un diritto fondamentale di ogni persona. (...)
Che un numero così alto di persone patisca la fame è di fatto
una massiccia violazione dei diritti della persona, in special modo di quelli
di moltissimi bambini".
Dal punto di vista economico, poi, il problema del debito estero dei Paesi in
via di sviluppo è una grossa palla al piede. La riduzione di esso deve
essere presa sempre più in considerazione come possibile soluzione per
dar fiato alle diverse situazioni, dove molti stati vengono strozzati. Alcuni
paesi poi sanno di non poter più far fronte ai propri impegni solo con
materie prime, dato che il prezzo di queste ultime è sempre più
in calo. E a tale proposito ci piace riportare quanto il Papa ha affermato durante
questo vertice: "Non devono più esserci persone affamate e altre
che vivono nell'opulenza, persone molto povere e altre molto ricche, persone
che mancano del necessario e altre che sprecano largamente. Non devono più
esserci perché questi contrasti tra povertà e ricchezza sono insopportabili
per l'umanità" (...) "... occorre una riduzione importante,
se non un'eliminazione del debito internazionale che pesa sul destino di numerose
nazioni".
Abbiamo pensato di riproporre questo tema, in modo particolare legato all'Africa,
ma non solo, appunto per cercare di non lasciar scivolar via momenti di attenzione
della Comunità internazionale su quanto accade nel mondo. E la situazione
che sta vivendo l'Africa attualmente, ma che purtroppo è la continuazione
di una triste storia umana, deve aiutarci tutti a sempre vegliare sulle nostre
responsabilità.