È
arrivata la CONCESSIONE
Caritas
Insieme su TeleTicino, televisione svizzera
Di Roby Noris
Ebbene
sì, finalmente è arrivata lagognata concessione a Teleticino e quindi
Caritas Insieme è su un canale svizzero con tutte le benedizioni dellUFCOM.
Come dicono i giornalisti
di Teleticino nellintervista di Caritas Insieme in Radio che riportiamo,
non cambia molto dal punto di vista del lavoro, delle cose da realizzare, ma
cambia comunque tutto perché la concessione cambia completamente lo statuto
di Teleticino che da società di produzione televisiva è diventata una televisione,
un canale televisivo privato ticinese riconosciuto. Cambia tutto anche per noi
di Caritas Ticino che abbiamo creduto fermamente in questo progetto di informazione
elettronica fin dallinizio.
Caritas Insieme non è più sul canale TLC che, se da una parte possiamo ringraziare per aver permesso a Caritas Ticino di fare televisione, ospitando Teleticino, - esperienza altrimenti preclusa - ci ha causato diverse critiche a causa della programmazione notturna. Ora tutti dovrebbero essere soddisfatti perché finalmente siamo su un canale svizzero pienamente in regola.
Impegno più grande e esperienza che diventa adulta. Quattro anni di strada un po sperimentale per cercare il modo giusto per unorganismo come Caritas Ticino che ha scelto di fare informazione per rendere ragione del suo impegno sociale e delle sue idee sulla società.
Oggi, alla gioia del traguardo raggiunto si accompagna il peso di una responsabilità sempre più grande che va portata senza avere i mezzi normalmente ritenuti necessari per fare informazione televisiva. Cè una domanda che ritorna soprattutto nei momenti di maggiore fatica: "fino a che punto è possibile spingersi in questa sfida? Fino a quando si può puntare sempre più in alto?"
Unesperienza straordinaria
sotto tutti i punti di vista, che ha permesso alla nostra Caritas Ticino di
costruirsi unimmagine presso il suo pubblico ticinese, unimmagine
essenziale per poter continuare a lavorare. In futuro ci sarà sempre meno spazio
per le organizzazioni socio-assistenziali che non avranno fatto il salto verso
un modello di organizzazione non profit che usa di ampi spazi di informazione.
Caritas Ticino è una piccola organizzazione locale che può contare solo sulle
proprie forze e quindi quattro anni di produzione televisiva settimanale sono
quasi un miracolo; e ora la svolta data dalla concessione verso una presenza
stabile nel panorama dellinformazione televisiva ticinese. Speriamo di
farcela. La novità labbiamo già presentata almeno in buona parte sul numero
precedente della rivista, "il vangelo in casa" a cui abbiamo dedicato
la copertine/copertina. Realizzare questa rubrica con il "green screen" - lo
studio ricopertine/coperto di una stoffa giallo-verde a cui si sostituisce elettronicamente
il disegno del deserto disegnato col computer - è stata unaltra sfida
notevolissima ma in qualche modo bisognava marcare la concessione svizzera e
letà adulta della nostra piccola produzione televisiva di Caritas Insieme.
Voglio anchio ricordare il Vescovo Eugenio Corecco che, come conferma
Filippo Lombardi era stato il primo a credere in questa avventura diventata
Teleticino, e aveva voluto anche Caritas Insieme rivista e TV: sono certo che
avrebbe apprezzato il "Vangelo in casa" nel deserto virtuale e forse
si sarebbe anche divertito con queste trovate tecnologiche.
Limpressione è quella di aver realizzato insieme ad altri, che hanno creduto con te, questo progetto, a cominciare forse da chi ci ha creduto per primo, e mi sembra anche giusto ricordarlo: era il Vescovo Eugenio Corecco, quando io ero direttore del Giornale del Popolo e mi aveva dato lOK per partire con questo progetto, un po pazzo, di fare unora di cronaca locale su una emittente italiana
Cosa è cambiato il 1 marzo a Teleticino
con la concessione svizzera? Rispondono i protagonisti, tre giornalisti e il
direttore, al microfono di Caritas Insieme in Radio andata in onda su Radio
Ticino il 4 marzo scorso.
Marco Bazzi: Effettivamente da lunedì, non è cambiato molto. Le cose da fare sono sempre le stesse. Ci si ritrova qui il mattino, cè la cronaca da fare, la trasmissione da imbastire, da mettere insieme, la cronaca da seguire, gli avvenimenti, ecc. ecc. Pero intanto cè qualche reazione, che si sente dalla gente. Ti dicono: finalmente avete ottenuto questa cosa, ci avete lavorato per tanto tempo e adesso dateci dentro, vi seguiamo. Quindi un certo sostegno morale. Si sente di essere seguiti, forse ci si accorge di più rispetto a prima.
E poi cè il sentimento interiore, lentusiasmo che evidentemente ti aiuta ad andare avanti in questo lavoro, che è un lavoro abbastanza duro; il giornalista, tutti i giorni a rincorrere i piccoli fatti e grandi fatti, avvenimenti, personaggi, ecc.
Credo che questo sentimento, ha trovato una maturazione in più oggi, ha trovato questo sole che lha scaldato e lha fatto diventare un frutto maturo.
Prisca Dindo: In un primo momento non ci credevamo neanche noi. Quando è arrivata, mi sono detta: non è possibile. Quattro anni che attendiamo questa concessione, finalmente eccola qui, abbiamo la firma, abbiamo anche controllato la firma di Mauritz Leuenberger. Poi chiaramente, è vero, per noi in realtà non cambia molto, nel senso che lavoravamo tanto prima, e lavoriamo tanto adesso, quindi non è che cambi molto. E chiaro che però per il futuro è una cosa che ci voleva, anche per la nostra credibilità, visto che era tanto tempo che dicevamo che eravamo in attesa della concessione ticinese, svizzera. Pero eravamo sempre su questa Telecampione, che la gente non capiva bene cosa fosse. Adesso siamo qualcuno, siamo finalmente una televisione svizzera, e questo per noi è molto, anche se è vero che per ora almeno non cambia molto.
D: Tu cosa hai vissuto riguardando le prime immagini di Teleticino col suo logo?
Prisca Dindo: Eravamo molto orgogliosi, credo, perché è stato un lungo parto, e questo è un po nostro figlio, e quindi eravamo veramente molto orgogliosi, un po tutti.
Milko Gattoni: In fondo non è cambiato molto, come ha detto la mia collega, si lavorava molto prima, si deve lavorare molto ancora adesso. Quello che pero si sente che è cambiato è che tra i colleghi, tra i tecnici, tra i redattori e tra tutti i collaboratori di TeleTicino è aumentata la passione, è aumentato laffiatamento, è aumentato limpegno perché si sa che ora, diciamo così, abbiamo i piedi un po più al caldo rispetto a prima. Abbiamo le spalle copertine/coperte, se questo è un termine che si può utilizzare, appunto con questa concessione federale.
D: Un tuo sentimento personale
Milko Gattoni: Sentimento personale è che io so che ci credo in questa televisione, in questo progetto, so che è unidea molto propositiva, nel contempo però è anche una sfida verso tutto, verso tutti. Sono più che convinto di saperla affrontare, di saper accettare la sfida.
Filippo Lombardi: Limpressione in questi giorni è qualche cosa di abbastanza incredibile. Da una parte è chiaro cè lagitazione, il lavoro è raddoppiato, è triplicato, bisogna correre, bisogna fare. Non siamo più la finestra di una televisione italiana, siamo una televisione, e questo evidentemente cambia la prospettiva, cambia anche il lavoro. Devo dire che sono veramente contento della squadra che abbiamo, sia di giornalisti che di tecnici che si stanno dannando lanima in questi giorni, per riuscire a cambiare limpostazione del nostro lavoro in un modo completamente diverso.
Questa è la prima sensazione, ed è una sensazione che durerà qualche mese, perché noi abbiamo previsto per sei mesi di costruire e forse a settembre, dopo lestate, di aver più o meno la situazione definitiva, la griglia dei programmi per il futuro.
Poi la sensazione dal punto di vista personale, è quella evidentemente della soddisfazione; ma la soddisfazione uno può averla perché raggiunge un obiettivo che si era posto lui personalmente. Direi invece che cè qualche cosa di più, perché limpressione è quella di aver realizzato insieme ad altri, che hanno creduto con te, questo progetto, a cominciare forse da chi ci ha creduto per primo, e mi sembra anche giusto ricordarlo: era il Vescovo Eugenio Corecco, quando io ero direttore del Giornale del Popolo e mi aveva dato lok per partire con questo progetto, un po pazzo, di fare unora di cronaca locale su una emittente italiana. Limpressione è che questa eredità, questo dono diciamo, lho ricevuto da lui cinque anni fa, poi dai collaboratori che durante tutta questa strada mi hanno accompagnato, poi dai partners commerciali, perché in fondo non sono mica da dimenticare neanche loro, e dagli azionisti che ci hanno accompagnati in questo cammino. Ecco, tutti hanno creduto, quando magari razionalmente non cerano così tante prospettive di sicurezza di arrivare ad un certo obiettivo. Ci ha creduto il Corriere del Ticino, come la Banca dello Stato, ci ha creduto la Cablecom come lInnovazione, ci ha creduto Caritas Ticino e credo che questi nostri partners siano veramente importanti per il risultato che abbiamo ottenuto. Questa è limpressione in questo momento; una pienezza che poi ci indica solo una strada da continuare, perché appunto, adesso bisogna onorare questa fiducia che ci è stata data. Il mio sentimento in questo momento è estremamente grato e riconoscente.