La PASQUA danza al suono della LUNA
Fra tradizioni e dati astronomici

Di Giovanni Pellegri



La Pasqua non sta mai ferma. Ma è inutile perdere tempo tentando di ricercare una logica o un periodo confrontando le date degli ultimi anni: le date della Pasqua si ripetono infatti nel nostro calendario con un periodo di 5’700’000 anni. L’unica possibilità è quella di guardare il cielo o consultare un calendario. È inutile perdere tempo tentando di ricercare una logica o un periodo: le date della Pasqua si ripetono infatti nel nostro calendario con un periodo di 5’700’000 anni. L’unica possibilità è quella di guardare il cielo o consultare un calendario.

La Pasqua è la ricorrenza fondamentale della religione cristiana e determina anche le date di numerose altre ricorrenze religiose con rilevanza anche civile, come il mercoledì delle Ceneri, la prima domenica di Quaresima, l’Ascensione, la Pentecoste, il Corpus Domini e altre festività anche non religiose (la chiusura delle scuole per Pasqua e per carnevale, martedì grasso, ecc.). Tuttavia, senza munirsi di un calendario, in pochi sanno rispondere alla domanda: quando sarà Pasqua l’anno prossimo? È noto a tutti che la data della Pasqua cambia di anno in anno. Gli osservatori più attenti sanno anche che nella notte di Pasqua il cielo è sempre illuminato da una Luna decrescente, ma ancora quasi piena. La data della Pasqua è infatti calcolata sulla base dei cicli lunari.

Questa antichissima tradizione si ricollega ad un vecchio rito di primavera dei pastori nomadi semiti che ha dato origine alla Pasqua ebraica. Al primo novilunio dopo l’equinozio di primavera inizia il mese di Nisan. La notte del 14° giorno di questo mese (14 Nisan) si ha la Luna piena. In questo momento i pastori iniziavano il loro nuovo anno abbandonando le postazioni invernali e con un rito propiziatorio sacrificavano un agnello e segnavano con il sangue le loro tende.

Attorno al 1250 a.C. la Pasqua ebraica assume un significato più profondo, quando "il passaggio di Dio" (Pasqua significa passaggio) risparmiò i primogeniti di Israele e permise la liberazione dalla schiavitù del popolo ebraico. È quanto troviamo scritto dal libro dell’Esodo a quello del Deuteronomio. Se siamo tra quelli che prestano più attenzione al mondo cinematografico che alla Bibbia, le vicende di Mosé ci sono comunque familiari grazie allo splendido cartone animato del Principe d’Egitto.

La Pasqua ebraica è celebrata anche ai tempi di Gesù attraverso una duplice forma: l’immolazione dell’agnello al tempio di Gerusalemme e la cena pasquale tra le pareti domestiche. Gesù muore proprio durante la Pasqua ebraica stravolgendo il significato delle due manifestazioni celebrative della festività: sostituisce dapprima la tradizionale cena pasquale ebraica con l’eucarestia e subito dopo l’immolazione dell’agnello con la propria morte.

Le due manifestazioni del rito pasquale (eucarestia / morte in croce e risurrezione) divengono subito fonte di discussioni e discordie all’interno delle comunità cristiane. In quale momento dell’anno bisogna celebrare la Pasqua cristiana? Per più di 300 anni i cristiani dibatterono sul significato della nuova Pasqua e di come inserirla nelle ricorrenze liturgiche. Per esempio le chiese d’Asia continuarono per alcuni secoli a celebrare la Pasqua al 14° giorno di Nisan, indipendentemente dal giorno della settimana, rispettando la tradizione ebraica e dando un accento particolare alla Pasqua eucaristica, mentre la Chiesa di Roma celebrava la Pasqua sempre di domenica.

La Chiesa per affermare la novità della Pasqua cristiana e distinguerla da quella ebraica, ha scelto una data senza alcuna relazione con il 14 di Nisan. Già Costantino (280-337) nella lettera che scrisse contro la pratica di celebrare la Pasqua al 14 di Nisan affermava che è indegno seguire gli usi ebraici, "perché hanno macchiato le loro mani del più tremendo dei delitti ... non dobbiamo, di conseguenza avere alcunché in comune con il popolo ebraico".

Nel 325 d.C. durante Concilio di Nicea si decide che la Pasqua deve essere celebrata sempre di domenica, la prima domenica dopo il 14 di Nisan. Il graduale distacco dalle tradizioni giudaiche da parte della cristianità porta alla definizione attuale della Pasqua enunciata nel VI secolo. La Pasqua sarà sempre celebrata la domenica successiva al plenilunio posteriore all’equinozio di primavera (21 marzo). È Pasqua, dunque, la domenica che segue la prima luna piena di primavera. Praticamente le date possibili sono comprese tra il 22 marzo e il 25 aprile.

Il desiderio di discostarsi dalle tradizioni ebraiche ha fatto perdere alla cristianità un’immagine simbolica caratteristica della Pasqua ebraica: nella notte del 14 di Nisan si ha sempre il plenilunio. A quella data vi è una continuità di luce tra il giorno e la notte. È la notte della luce. Nella Pasqua cristiana la notte è pure luminosa, ma il plenilunio è già passato da qualche giorno (minimo uno, massimo sette).

Questa decisione faticò ad essere applicata e divenne effettiva per tutte le comunità solo alla fine del VIII secolo. Il problema era infatti complicato. L’anno liturgico dipendeva dalla data della Pasqua e bisognava poter sapere già in anticipo a quale data cadeva la Pasqua anche per gli anni successivi. Vi furono vari tentativi per descrivere la periodicità dei cicli lunari attraverso tabelle, calcoli, ma la non corrispondenza tra le date unitarie del calendario e il ciclo della luna (che ricopertine/copre anche frazioni di giornate) ha inevitabilmente introdotto errori. Ancora oggi se confrontiamo la data della Pasqua con le date delle lune piene fornite dalle tavole astronomiche possono esserci dei disaccordi dovuti al fatto che le fasi lunari sono calcolate non in base al novilunio astronomico (congiunzione della Luna con il Sole) ma in base al novilunio ecclesiastico (apparizione della falce lunare).

Un’altra fonte di cambiamento fu introdotta con il passaggio dal calendario Giuliano a quello Gregoriano, creando delle differenze tra le festività della Pasqua dei cattolici, dei protestanti e degli ortodossi. L’introduzione del calendario gregoriano in Svizzera avvenne nei cantoni cattolici negli anni 1583, 1584 e 1597, mentre nei cantoni protestanti il passaggio fu adottato nel 1701, quando per riequilibrare le differenze tra i due sistemi sparirono 11 giorni dal calendario. Dal 31 dicembre del 1700 si passò al 12 gennaio 1701! A partire da questo momento in Svizzera i cattolici e i protestanti festeggiano la Pasqua allo stesso giorno, ma non con la Chiesa ortodossa che calcola la data della Pasqua sul calendario giuliano.

Nel 1997 ad Aleppo (Siria) il Concilio Mondiale delle Chiese ha proposto di risolvere le differenze ancora esistenti per la celebrazione della Pasqua ricalcolando un calendario delle celebrazioni pasquali utilizzando dati astronomici precisi. La questione è ancora ad oggi irrisolta.