AGGIUNGI
un posto a tavola
C è un miliardo di persone in più
Un pianeta è sufficiente per i 10'000'000'000 di abitanti
che ci saranno tra 100 anni
Di Giovanni Pellegri
Siamo sei miliardi, o meglio, lo saremo secondo lONU il prossimo 12
ottobre. In realtà, nessuno sa con precisione il numero esatto degli abitanti
del nostro pianeta. I demografi ci dicono che i censimenti della popolazione
mondiale permettono di avere delle stime con un margine di errore del 2%. Su
sei miliardi lincertezza possibile è quindi di 120 milioni di abitanti
(circa la popolazione del Giappone), e visto che ogni anno la popolazione cresce
di 78 milioni di persone, lincertezza della nascita del sesto miliardesimo
abitante è di circa un anno e mezzo. In ogni modo, non faremo in tempo a vederlo
crescere che ci troveremo già in braccio il settimo miliardesimo abitante. Lo
si aspetta per il 2012.
I festeggiamenti saranno quindi solo una formalità, dettati dal fatto che a
noi umani piace caricare di significati simbolici le cifre tonde. Sicuramente
per molti sarà anche loccasione per ricordarci che stiamo viaggiando nelluniverso
su una piccola astronave e che la crescita smisurata di un gruppo di viaggiatori
comporta gravi rischi per tutto lequipaggio. Come è stato fatto negli
ultimi quarantanni si ritornerà a parlare dello spettro del sovraffollamento
che provoca il graduale esaurimento delle risorse naturali e la conseguente
degradazione dellambiente. Ci saranno coloro che profetizzeranno con toni
apocalittici immense sciagure per lumanità, ricordandoci che gli attuali
840 milioni di uomini malnutriti o i 1,2 miliardi di persone senza acqua potabile
sono già la prova che la nave è piena. Ma la crescita demografica è veramente
una minaccia che incombe sul nostro futuro?
La bomba demografica non esiste
I demografi, sulla base dei dati scientifici, non credono più allapplicazione
delle teorie neo-malthusiane e alla crescita esponenziale della popolazione.
Anche la storia negli ultimi cinquantanni ha smentito tutti coloro che
hanno denunciato il pericolo della bomba demografica. Il problema demografico
esiste, non è però legato ad un problema di fertilità, ma è essenzialmente politico
ed economico. La Terra non è sovraffollata, ma è mal gestita.
"Il vero dibattito non è tanto la salvaguardia del pianeta, ma il contenimento della popolazione del Terzo Mondo"
Il problema dell'incremento della popolazione non può essere analizzato senza tenere conto delle grosse differenze tra le varie regioni geografiche. In molti paesi industrializzati si sta vivendo un inverno demografico, mentre nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo si sta verificando una transizione demografica (non un'esplosione demografica!). In questi paesi, infatti, i tassi di mortalità sono diminuiti con una rapidità maggiore dei tassi di fertilità. Nello spazio di alcuni decenni, indipendentemente dalle campagne di distribuzione di anticoncezionali, di sterilizzazioni di massa o di aborti, la fertilità subirà una forte diminuzione anche nel Terzo Mondo e questo fenomeno è già iniziato. Il tasso di crescita della popolazione è in rapida diminuzione e tra circa un secolo la Terra raggiungerà il suo massimo di abitanti. Dopo un periodo di stabilizzazione (attorno ai 10 miliardi di persone) la popolazione mondiale diminuirà lentamente.
Si tratta
di unevoluzione demografica naturale. Esattamente come avvenne nellEuropa
della Rivoluzione industriale, lo stesso fenomeno è in atto nei Paesi del Terzo
Mondo con la sola differenza che i meccanismi di crescita, ma anche quelli di
assestamento, sembrano essere molto più rapidi. La transizione demografica in
atto porterà quindi queste Nazioni a raggiungere, come i Paesi ricchi, una "crescita
zero" nel giro di 100 anni. La popolazione mondiale troverà allora il suo
equilibrio.
Le radici del sottosviluppo, non nella sovrappopolazione
Bisogna avere il coraggio di affermare che le centinaia di milioni di persone
cronicamente denutrite non sono il frutto diretto della sovrappopolazione (vedi
"L'inganno demografico" Caritas Insieme n.3, maggio-giugno
1998). Piero Bianucci, redattore capo a "La Stampa" dove da
quasi ventanni è responsabile dellinserto "Tuttoscienze",
riassumeva bene il paradosso del finto problema demografico. Lo ha fatto accostando
alcune cifre: "si calcola che per dare una istruzione di base al miliardo
e mezzo di analfabeti ci vorrebbe un investimento di sei miliardi di dollari:
8 miliardi di dollari è la spesa annuale per i cosmetici negli Stati Uniti.
Per dare acqua e infrastrutture igieniche a chi ne è privo occorrerebbero 9
miliardi di dollari: 11 miliardi di dollari è la spesa per i gelati in Europa.
Con 13 miliardi di dollari si potrebbero offrire una alimentazione e una sanità
di base a tutti coloro che sono sotto la soglia minima di sopravvivenza: in
Europa la spesa per le sigarette - cancerogeno accertato - è di 50 miliardi
di dollari, di 105 per gli alcolici.(...) nel mondo si fronteggiano 600 milioni
di ipernutriti che hanno malattie di sovrappeso e 840 milioni di sottonutriti
che sviluppano malattie di scarsità di cibo"
Potremmo
continuare ad accostare cifre paradossali, ma forse il paragone più interessante
è quello della crescita della popolazione con il prodotto mondiale lordo. Le
agenzie dellONU hanno motivato campagne di sterilizzazioni disumane di
milioni di persone dei paesi poveri sulla base dellequazione "meno
figli = più cibo", mossi dal desiderio di salvare lumanità da
un rapido tracollo. Si raccontava che il cibo non sarebbe bastato per nutrire
gli attuali 6 miliardi di abitanti. I dati sono ben altri e non sono inaspettati:
dal 1900 ad oggi la popolazione mondiale è cresciuta di circa quattro volte,
ma nello stesso periodo il prodotto mondiale lordo è aumentato di 17 volte.
Un altro esempio citato da Piero Bianucci: "allinizio del 900
ogni agricoltore americano produceva cibo sufficiente per nutrire almeno sette
persone; oggi lo stesso agricoltore può sfamarne 96." Anche la FAO
(l'organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l'agricoltura) ammette che
la produzione mondiale di cibo cresce più rapidamente della popolazione e gli
aumenti si registrano soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il nostro pianeta
potrà sfamare non solo gli attuali sei miliardi di persone ma anche i futuri
10 miliardi. È quindi chiaro che le radici del sottosviluppo sono da ricercare
negli squilibri delle relazioni internazionali e a cause politiche interne ai
Paesi in via di Sviluppo, non nella sovrappopolazione.
Il controllo demografico come politica estera
Tuttavia sono ancora in molti a voler utilizzare lo spettro della bomba
demografica per motivare campagne assurde di controllo delle popolazioni più
povere.
Il Piano dAzione approvato alla Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo svoltasi al Cairo nel 1994 affermava: "Nel mondo molte risorse fondamentali da cui dipendono la sopravvivenza e il benessere delle future generazioni si stanno esaurendo e il degrado ambientale sta aumentando a causa di insostenibili livelli di produzione e consumo, crescita senza precedenti della popolazione, persistente e diffusa povertà, disuguaglianze sociali ed economiche (...)". Il vicepresidente americano Al Gore al suo intervento di apertura alla Conferenza del Cairo disse che "il pericolo della crescita demografica è paragonabile a quello della proliferazione nucleare". In assenza di dati scientifici che convalidano queste affermazioni apocalittiche risulta evidente che il vero dibattito non è tanto la salvaguardia del pianeta, ma il contenimento della popolazione del Terzo Mondo.
"Stiamo assistendo ad un crollo mondiale della fertilità che porterà presto ad una crescita zero e ad una stabilizzazione del numero degli abitanti "
Le campagne
di pianificazione famigliare assumono quindi un significato diverso: sono lapplicazione
di una nuova e precisa politica estera dei paesi ricchi verso quelli poveri.
Nel Piano d'Azione della Conferenza del Cairo, infatti, sono stati ribaditi
molti punti fondamentali per una sana politica di sviluppo come leducazione,
la riduzione della mortalità infantile e delle madri, la promozione della donna,
ma lunico punto che prevedeva degli impegni economici riguardava lapplicazione
di politiche demografiche per il controllo delle popolazioni del Terzo Mondo.
Un business per i paesi ricchi
"Anche i poveri devono poter scegliere il numero di figli che desiderano."
È laffermazione che riesce a motivare grandiose campagne di controllo
della popolazione dei paesi in via di sviluppo. Se a questa visione aggiungiamo
il fatto che meno figli significa più cibo e quindi meno bambini che muoiono
di fame, ecco che le campagne di controllo della fertilità assumono una connotazione
umanitaria contro la quale nessuno oserebbe muovere un dito. Poco importa se
anche l'UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le attività in materia di popolazione)
ha dovuto riconoscere che i programmi di pianificazione familiare applicati
per decenni hanno ottenuto pochi risultati: avrebbero infatti inciso solo per
il 10-40% sulla diminuzione della natalità. Di conseguenza i fattori che hanno
maggiormente inciso sulla diminuzione della natalità non hanno nulla a che vedere
con la distribuzione massiva di anticoncezionali. Come è noto a tutti, è il
progresso che incide sulla fertilità e non il contrario.
"Le radici del sottosviluppo sono da ricercare negli squilibri delle relazioni internazionali e a cause politiche interne ai Paesi in via di Sviluppo, non nella sovrappopolazione"
Si sono
comunque spesi miliardi di dollari per acquistare ed inviare tonnellate di contraccettivi
ai paesi in via di sviluppo, invece di condividere con loro le conoscenze e
le tecnologie industriali o agricole per tentare almeno di promuovere le economie
locali. Non sorprende quindi che molte politiche di aiuto allo sviluppo dei
paesi industrializzati abbiamo dato la priorità ai programmi di assistenza alle
iniziative demografiche, questo aiuto si traduce, di fatto, con un investimento
nelle proprie industrie farmaceutiche: il Terzo Mondo necessita annualmente
di "44 miliardi di preservativi, 8,76 miliardi di cicli di pillole orali,
633 milioni di dosi di contraccettivi iniettabili; 310 milioni di spirali intrauterine
e 151 milioni di sterilizzazioni maschili e femminili" 1. Tutti i farmaci
sono prodotti dai giganti dellindustria dei paesi ricchi.
Controllo della fertilità, ma solo quella dei poveri.
Non sorprende che la maggior organizzazione impegnata in attività per il
controllo delle nascite (International Planned Parenthood Federation,
IPPF) e che collabora con le principali istituzioni dellONU è stata fondata
da un gruppo di persone che hanno sempre sostenuto la necessità del controllo
della fertilità delle fasce più povere della popolazione. La fondatrice dellIPPF,
Margaret Sanger, che aderì con entusiasmo alle dottrine eugenetiche, ha creato
a partire dal 1916 negli USA delle cliniche per il controllo delle nascite nelle
zone povere delle città. Come spiegava la stessa Sanger cè il pericolo
che "gli abitanti dei quartieri poveri, che si moltiplicano come conigli
debordino dai confini dei loro quartieri o dei loro Paesi e trasmettono ai miglior
elementi della società le loro malattie e i loro geni di qualità inferiore".
Si tratta evidentemente di una politica che oggi è condivisa solo da pochi movimenti
estremisti di destra, ma che per certi aspetti è stata pienamente applicata
dalle agenzie dellONU e sostenuta dai paesi ricchi. La differenza sta
nel convincerci che i poveri, se fanno meno figli, saranno più ricchi. Ecco
allora che le disumane campagne di sterilizzazione applicate per decenni nei
paesi più poveri si trasformano da opere disumane in "aiuti umanitari"
e "sostegno allo sviluppo". È eloquente la testimonianza di un medico
quando diceva che negli ospedali del Terzo Mondo è più facile trovare ogni genere
di contraccettivo che della penicillina.
Un controllo totalizzante delle popolazioni povere
Le politiche per il controllo delle nascite, apparentemente messe in atto
per il bene dellumanità, sono il frutto di una cultura devastante che
veicola un unico modello di società. Vidya Pense responsabile del Family
Planning Association of India affermava: "le persone non sempre
capiscono i loro bisogni e lassistente sociale glieli deve far capire",
ma saggiamente ha replicato Jacquline Kasun, economista americana: "I
bisogni insoddisfatti non sono quelli dei poveri per un maggior controllo delle
nascite ma quelli degli oltranzisti della pianificazione familiare per un maggior
controllo sulla vita delle persone".
"Le campagne di pianificazione famigliare: una nuova e precisa politica estera dei paesi ricchi verso quelli poveri"
Le campagne per il controllo delle nascite messe in atto negli ultimi 30 anni non hanno ottenuto i risultati sperati. Nonostante l'insuccesso la popolazione mondiale smetterà di crescere, è un fenomeno naturale conosciuto da tutti i demografi. Probabilmente se le decine di milioni di dollari per le pillole anticoncezionali, le spirali, o le sterilizzazioni di massa, fossero state utilizzate per progetti di sviluppo, i risultati sulla diminuzione della crescita demografica sarebbero stati più incisivi. Si è invece optato di calpestare la dignità dell'uomo per anticipare di pochi anni un processo che sarebbe comunque realizzato.
I milioni di dollari spesi per la pianificazione familiare sono stati il supporto per la diffusione di una cultura antinatalista capace di penetrare nelle sfere più intime delle copertine/coppie e di delimitare la libertà delle famiglie. Ma proprio il confronto con l'istituzione famiglia ha decretato l'insuccesso delle campagne di controllo delle nascite, perché "la famiglia, fondata sul matrimonio" - scriveva lo scrittore inglese G.K. Chesterton - rappresenta la libertà per la semplice ragione che è lunica istituzione (non statale) che è necessaria e volontaria allo stesso tempo. È lunico baluardo allo Stato...È lunica istituzione anarchica."
Nota 1: in Population Research Institute Review (vol 2, n.3, 1992), citato in R. Cascioli "Il complotto demografico".
Siamo
in 6 miliardi e c'è ancora posto
Per dare acqua e strutture igieniche a chi ne è privo occorrerebbero 9 miliardi di dollari.
Le
225 persone più ricche del mondo posseggono un patrimonio pari al reddito
annuale di 2,8 miliardi di persone (circa mezzo pianeta). Per dare a tutti alimentazione e sanità di base occorrerebbero 13 miliardi di dollari.
Il problema non sta nelle risorse ma nella loro distribuzione. Il tasso di crescita della popolazione mondiale è in costante diminuzione. |
La politica del figlio unico è realizzata in molti modi: certificati indispensabili per avere un bambino, divorzi forzati per copertine/coppie che si sono sposate troppo presto, pesanti multe, perdita del lavoro e di servizi sociali per le famiglie che mettono al mondo un secondo figlio o per le donne che rifiutano la sterilizzazione.
Le testimonianze provenienti dalle cliniche degli aborti forzati sono raccapriccianti. Una giornalista cinese ha potuto seguire una squadra di militari incaricati di punire undici donne di un villaggio che portavano una gravidanza non autorizzata. Sei donne erano già scappate mentre altre cinque sono state trascinate nel pieno della notte in un ospedale. La giornalista racconta: "Centinaia di donne - alcune incinte da più di sei mesi - erano ammassate in un corridoio buio e in tende di fortuna, in attesa di essere operate al "centro dellaborto" dellospedale. Vicino a questo luogo cera un gabinetto pubblico. Sono entrata: non cera il più piccolo spazio per mettere i piedi; era pieno di carta igienica imbevuta di sangue. Dietro la toletta si alzava una colonna di cestini per i rifiuti: i bambini abortiti - alcuni anche allottavo mese - erano messi lì dentro, quindi scartati da qualche parte." (...)
Quello
che più è stupefacente, però non è tanto la ferocia del governo cinese, che
in questo campo vanta una solida tradizione, quanto lentusiastico sostegno
dei governi e delle agenzie occidentali, compresi i movimenti femministi, alla
politica del figlio unico, fino a parlare di modello cinese per il Terzo Mondo.
Basterebbe ricordare che la Commissione ad hoc delle Nazioni Unite di cui faceva
parte anche il direttore dellUNFPA, Rafael Salas, nel 1983 decise di assegnare
il premio delle Nazioni Unite per la popolazione a Qian Xinzhong, ministro cinese
per la Pianificazione famigliare. E alla consegna del premio, lallora
segretario generale dellONU, Perez de Cuellar, espresse "profondo
apprezzamento" per il modo in cui i cinesi avevano "utilizzato le
risorse necessarie a realizzare le politiche demografiche su larga scala. (..)
La verità è che le femministe occidentali sono talmente impegnate a promuovere
la contraccezione e laborto da calpestare, per questo, quei diritti delle
donne che proclamano di voler difendere. E a questo punto, laver svolto
la Conferenza Mondiale sulla donna proprio a Pechino appare come il frutto,
più che di un macabro senso dellumorismo, di un progetto ben definito:
indicare come esempio per tutto il Terzo Mondo il "modello cinese".
Un sinistro avvertimento per tutte le donne." (La parte in italico
è tratta da "Il complotto demografico" di Riccardo Cascioli, ed. Piemme,
1996)
6'000'000'000 di abitanti, età media 26 anni
Il tasso di crescita della popolazione è in costante diminuzione. Nel quinquennio
1965-70 il tasso di crescita era del 2,04%, (il massimo della storia), ma nel
periodo 1975-80 era già sceso all'1,8%, per passare all'1,46% negli anni 1990-1995.
Oggi la popolazione cresce con un tasso dell'1,33%, vale a dire che ogni anno
la terra conta 78 milioni di persone in più. Stiamo assistendo ad un crollo
mondiale della fertilità che porterà presto ad una crescita zero e ad una stabilizzazione
del numero degli abitanti attorno ai 9 miliardi nellanno 2050. In 61 paesi
del mondo vi sono già più bare che culle, questo accade quando il tasso di fertilità
è inferiore a 2,1 bambini per donna. In questi paesi la popolazione sta quindi
diminuendo. I paesi meno fertili al mondo sono la Spagna (tasso di fertilità
al 1,15) seguita dalla Romania (1,17), la Repubblica Ceca (1,19) e lItalia
(1,2). In Svizzera il tasso di fertilità è del 1,47. Di conseguenza lItalia
che conta oggi 57 milioni di abitanti ne avrà solo 41 milioni tra mezzo secolo,
la Svizzera passerà dagli attuali 7,3 milioni a 6,7 milioni nel 2050. Assisteremo
anche ad un invecchiamento graduale della popolazione. Nel mondo vi sono attualmente
circa 70 milioni di persone con più di 80 anni. Nel 2050 saranno 370 milioni.
Questi dati non devono però trarre in inganno. La popolazione mondiale è mediamente
molto giovane: letà media della popolazione mondiale è attualmente di
26 anni, la differenza è molto marcata tra lEuropa (età media di 37 anni)
e lAfrica (età media di 18 anni).