Beati
i
COSTRUTTORI di PACE
A San Nicolao, dedicata una fondazione per la dottrina sociale
della Chiesa, per camminare insieme verso la pace
A cura di
Dante Balbo
Il 12 giugno scorso Caritas Insieme dedicava un suo servizio ad un convegno
organizzato dalla Fondazione San Nicolao della Flue per la Dottrina Sociale
della Chiesa, sulla figura di Antonio Rosmini, filosofo, sacerdote, politico
e pensatore di grande rilievo del secolo scorso.
In quelloccasione intervistammo don Ernesto Volonté, coordinatore della
fondazione.
Nel mese dedicato al santo che non aveva paura della politica, vorremmo riproporvi
uno stralcio di quellintervista, ricca di spunti sia per chi si occupa
di sociale, sia per chi pensa che la Chiesa sia una pia istituzione, buona per
i tradizionalisti, un po nostalgici delle antiche liturgie.
Le radici
D: Cosè questa Fondazione San Nicolao per la Dottrina Sociale della Chiesa?
R: Lidea iniziale di una fondazione che avesse a cuore la dottrina
sociale della Chiesa, ha una genesi molto lontana. Direi che si può far risalire
ai primi passi della facoltà di Teologia di Lugano.
Monsignor Eugenio Corecco pensava che la dottrina sociale della Chiesa potesse
essere una risposta adeguata al nostro contesto politico, sociale e culturale,
perché riteneva che Lugano, in particolare, è una piazza finanziaria che sempre
di più ha bisogno di un respiro etico.
Oggi più che mai la dottrina sociale della Chiesa viene incontro a questa necessità.
Leconomia e la politica hanno bisogno di un respiro etico. La fondazione
è nata perciò con il desiderio di mettere intorno ad un tavolo, almeno inizialmente,
coloro che avevano a cuore questo obiettivo, per poi entrare ad innervare culturalmente
la base, di questo pensiero, di questo patrimonio di principi, in cui la persona
umana è al centro e dove la politica deve essere al servizio esattamente dellespandersi
della libertà delluomo.
Noi abbiamo la buona volontà, il desiderio, lentusiasmo, di portare fuori
da un convegno questo patrimonio. Perciò bisogna interloquire con i corpi intermedi
che sono presenti nello stato, penso al mondo sindacale, imprenditoriale, del
volontariato e della solidarietà, che possono incontrarsi con la dottrina sociale
della Chiesa e capire che da questo patrimonio di tanti secoli si possano trovare
soluzioni anche ai problemi concreti di oggi.
Ma se luomo non è rimesso in posizione prioritaria, anche i lavori nobili
che stiamo facendo, non hanno un respiro, non hanno una portata.
Questioni sociali: cosa centra la Chiesa?
D: Lopinione corrente è che la Chiesa si occupi di questioni morali, di
sesso e poco altro. Cosa ha da dire invece in campo sociale e perché è così
importante il suo pensiero in questo ambito?
R: La Chiesa è sempre stata il luogo in cui la persona umana è stata
custodita, in tutte le sue aspirazioni. Ma la dottrina sociale della Chiesa,
teniamo presente che non dà soltanto la risposta alle alte aspirazioni delluomo,
dice una parola anche sui problemi concreti di questo uomo storico.
Basta scorrere ormai la decina di encicliche, dal 1891, quando Leone XIII prese
in mano risolutamente la questione operaia, essendo antesiniano di quello che
sarebbe capitato di lì a qualche decennio, penso al sorgere del marxismo, per
incontrare temi estremamente concreti come la questione operaia, il rapporto
fra società e stato, tra Chiesa e stato, il compito educativo delluomo
nella famiglia ecc.
Tutti questi grandi temi sono stati ripresi dalla Chiesa, ricevendo un contesto
culturale ed evangelico.
Concretamente, proprio a partire dalla mia funzione nella Fondazione San Nicolao
per la dottrina sociale della Chiesa, alcuni giorni fa, parlavo con il professor
Patrick DE Lobier ordinario di sociologia a Ginevra. Lui si è sempre occupato
di dottrina sociale e soprattutto di far conoscere la dottrina sociale della
Chiesa nellest europeo.
Dallovest allest, non solo rock e CocaCola
Lordinario ginevrino mi diceva che non si è mai visto, come in questi
ultimi tempi che la grande famiglia cattolico-ortodossa abbia fame di dottrina
sociale della Chiesa.
Con il 1989 sono cadute le ideologie, il muro di Berlino ha significato questo.
Il mondo ortodosso, che per la maggior parte fu sempre intrappolato nella situazione
del socialismo reale, non ha nessun riferimento per declinare i principi evangelici
nel contesto della moderna società.
Non hanno mai riflettuto e si rivolgono oggi ai cattolici che da sempre hanno
coltivato questo interesse, per un concetto molto carnale, quotidiano, concreto
di incarnazione, e si sono sempre occupati delluomo storico concreto,
nella società e nel contesto culturale.
Chiedono ai cattolici di poterli aiutare a trovare le linee per essere totalmente
persona, totalmente uomini dentro la società che sta rapidamente cambiando.
Questo è significativo perché la dottrina sociale della Chiesa allora diventa
un punto di contatto ecumenico che prima certamente neppure si poteva immaginare.
Gravido di speranza, il pensiero sociale della Chiesa può costruire uomini
e società pienamente umane
D: Quindi la dottrina sociale della Chiesa come motore per la costruzione di
nuove società?
R: Fuor di dubbio. Ed è realmente una possibilità per dare una risposta
alla sfida dellevangelizzazione, cioè del portare il messaggio evangelico
dentro la società moderna.
Così potremmo finalmente fare pace con la modernità, che in qualche modo è stata
sempre un po ostile al cattolicesimo, e che il cattolicesimo a fatica,
proprio per la sua genesi storica, è riuscito a digerire, almeno agli inizi.