Dalla
SIBERIA CON AMORE secondo tempo
Di Dani Noris
A migliaia di chilometri da casa, sulle tracce della presenza
cattolica in Siberia per un reportage televisivo commissionatoci dalla TSI,
abbiamo incontrato Padre Corrado, un francescano valtellinese, che da qualche
anno dirige una scuola elementare cattolica. Una figura straripante di generosità
e di intelligenza, che ci ha accolto fraternamente e che ci è rimasto impresso
nel cuore. Padre Corrado conosce il Ticino perché venuto a predicare in Leventina,
e invia agli abitanti di Chironico e Nivo un caldo abbraccio.
La sua scuola è un piccolo edificio che si confonde nel grigiore triste
delle immense case caserme, squallide e disordinate, ma appena varcata la soglia
si penetra in un mondo incantato, ricco di colori e poesia.
La scuola è dedicata al Natale del Signore, ve la presentiamo in questo numero
della rivista di Natale 1999, per rendere partecipi anche voi di questo pezzetto
di Chiesa che pulsa e riscalda i cuori di chi vive e cresce nel gelo siberiano.
Padre
Corrado: Questa
scuola cattolica è una briciola, un piccolo germe allinterno di un mondo
che, per molto tempo ha eliminato qualsiasi riferimento alla vita religiosa
e quindi ogni presenza cristiana. Noi frati siamo impegnati e lavoriamo nella
parrocchia più "vecchia" di Novosibirsk che ha 15 anni. Oltre alla
catechesi propria della Chiesa, lattività pastorale, il servizio ai malati,
abbiamo piantato questo umile, piccolissimo seme allinterno della cultura.
Il Vescovo locale benedice il nostro lavoro e noi viviamo questa avventura,
che richiede la pazienza del contadino ma che speriamo dia i suoi frutti.
La scuola è frequentata dai bambini di questo quartiere, popolato da 250mila
abitanti. Alcuni sono figli di famiglie cattoliche, la maggior parte no e naturalmente
favoriamo situazioni di povertà materiale e morale.
D: Comè vista questa scuola dallo Stato?
R: La guarda e dice che non facciamo del male, anzi riconosce il bene
che facciamo, vedono che i bambini mangiano discretamente, studiano, imparano
la pulizia, lordine ... tutto secondo la legge. Abbiamo una licenza che
ci è stata data dal Ministro della Federazione Russa e stiamo andando verso
la "accreditatia", cioè un riconoscimento definitivo.
D: I locali di questa scuola, sono particolarmente curati, belli, luminosi,
con tanti disegni. Èuna scelta educativa che avete fatto?
R: Certo. Gli occhi, dei bambini russi, non sono abituati a vedere soggetti
religiosi, come quelli che abbiamo nella cappella e nella sala di religione
o immagini come quelle dei vari locali.
Abbiamo dipinto le aule e i corridoi con le scene delle fiabe perché le favole
di tutti i popoli, come i loro canti, sono qualcosa che nasce dal profondo dellesperienza
umana, dalle intuizioni, dalle sofferenze: sono come delle radici.
È una scelta educativa, che abbiamo fatto, per aiutarli a riscopertine/coprire
le origini, in modo che guardandosi intorno, rimangano stupiti. Lo stupore è
la prima forma della conoscenza!
I ragazzi si stupiscono, reagiscono emotivamente al bello e in un secondo tempo
passano al dramma, al teatro, per questo abbiamo un piccolo laboratorio di teatro
e danza. E alla fine arriva la logica, che è la conclusione del percorso.
D: I bambini non abituati a tutto questo, come reagiscono?
R: La sapete la storia del gallo della favola russa? Il gallo pensava
di poter vivere da solo durante tutto linverno, nascosto nelle sue penne.
Ma poi non ce lha fatta ed è andato a chiedere ospitalità al toro che
aveva costruito una casa. Appena si è riscaldato il gallo ha cominciato a cantare.
A me sembra un po la storia di questi bambini, attraverso i colori, la
musica, il calore, si risveglia nel loro animo il desiderio di qualcosa di più
grande.
D: Come viene proposto il discorso religioso ai bambini, per la maggior parte
di famiglie atee?
R: Questa è una scuola cattolica, quindi abbiamo la libertà di dire
chi siamo. Noi non obblighiamo nessuno, ma proponiamo la nostra identità di
religiosi, una visione del mondo cristiana e francescana. Abbiamo dovuto fare
delle scelte. Durante i primi due anni e mezzo, ho preparato la cappella: per
la scuola francescana il Natale è molto importante, ricordate il presepe di
San Francesco. Quindi ho costruito il presepe, poi ho messo il crocifisso. Ogni
tanto lasciavo la porta aperta, i bambini incuriositi cominciavano a chiedere.
Sembra incredibile ma molti bambini non avevano mai visto un crocifisso e tantomeno
un presepio. Poi ho messo in tutte le classi il crocifisso di San Damiano per
sottolineare un principio della scuola e delle scuole francescane in particolare:
Gesù è lunico Maestro, se vogliamo imparare qualche cosa dobbiamo guardare
a Lui. Quando i bambini capiranno? Noi non lo sappiamo.
D: Gli insegnanti della scuola, sono russi?
R: Gli insegnanti della scuola sono tutti russi, per scelta. Ovviamente
noi rischiamo, prendendo delle persone che non conosciamo. Le mettiamo alla
prova per quanto concerne la loro conoscenza scientifica e pedagogica e attraverso
il lavoro insieme e un dialogo costante proponiamo un cammino.
Questa per me è stata unesperienza incredibile, perché per la prima volta
ho capito che esistono davvero persone che non hanno nessuna esperienza o sentimento
delle cose religiose. Hanno altro, per esempio hanno unottima formazione
scientifica.
Io mi occupo della scuola di religione e durante le mie lezioni la maestra è
presente con i suoi bambini. E una cosa positiva, perché non solo lei
mi aiuta a parlare con il loro alfabeto, con i loro modi, con le loro immagini,
ma lei stessa impara, si forma. Lei ha accettato questo e io sono contento.
I risultati li vedremo fra un po.
Il primo Natale che abbiamo festeggiato qui è stato favoloso ... cantare per
la prima volta in russo i loro canti di Natale e rendersi conto che il Natale
è lavvenimento di un mistero.
D: Questa scuola è di fronte alla casa della Misericordia con le suore di
Madre Teresa. Cosa rappresenta questa vicinanza?
R: Le nostre braccia si allungano per abbracciare e diventare lievito
dentro questa realtà. La scuola accoglie i piccoli e la casa della Misericordia
i vecchi, i più poveri, quelli che non hanno proprio nessuno, che hanno bisogno
di un aiuto umano e soprattutto della carità di Dio, espressa nelle braccia,
nelle mani e nei volti delle Suore di Madre Teresa.
Questa vicinanza è motivo di grande gioia e sostegno perché cè fra di
noi una comunione piena.
Ogni tanto le suore entrano in contatto con situazioni delicatissime, vengono
e dicono: "ecco qui cè un bambino" e ce lo affidano. Questanno
ce ne hanno portati sei. Naturalmente sono i più poveri, o i nostri tesori,
come avrebbe detto San Lorenzo.
D: In quale realtà la scuola si inserisce?
R: Questo originariamente era un quartiere operaio, qui cerano
grandi fabbriche con migliaia di lavoratori. Dopo la Perestroika le fabbriche
hanno venduto tutto quello che avevano prodotto, poi sono diventate luoghi di
vendita di merce che veniva dalloccidente, tipo le bibite. Molte fabbriche
sono state chiuse, altre hanno ridotto la produzione e la maggior parte delle
persone ha perso il lavoro.
Bisognerebbe sostituire il vecchio con qualcosa di nuovo, ma il nuovo fa fatica
a nascere, perché non ci sono i capitali da investire. Qui la gente arranca
e non sa veramente come fare a vivere. Non muoiono di fame perché hanno amici,
sono tra tutti loro solidali. Molti hanno delle dacie fuori città, una casupola
di legno con un pezzetto di terra dove seminano le patate, i raccolti delle
loro dacie li fanno andare avanti.
Per luomo russo lalcolismo è una piaga tremenda e sempre di più
anche per le donne.
Su quattro bottiglie di Vodka vendute, tre sono velenose, la gente si ammala
di fegato. Poi, cè la droga, delle droghe strane. I bambini fiutano la
colla, la mettono in un sacchetto di cellofan e la sniffano.
Molte famiglie sono disastrate, manca unautorità, manca il papà e i bambini
diventano un po randagi e sono denutriti. Questa è la situazione di questo
quartiere. Noi in mezzo a tutto questo facciamo quello che possiamo, siamo per
certi versi insignificanti ma appena possiamo diamo una mano, vediamo una situazione
e cerchiamo di intervenire.
Mi ricordo il mio papà quando mi raccontava che durante la seconda guerra mondiale,
era andato dalla Valtellina fino a Milano con la bicicletta, per prendere un
sacco di farina per sfamare la famiglia. Quando vedo la gente, qui, con un sacco
di farina sul suo slittino penso subito a mio padre.
D: Chi sostiene finanziariamente questa scuola?
R: Questa è la scuola della Provvidenza nel senso totale. La Provvidenza
che passa, Dio che vede e provvede attraverso la gente che è vicina a me, amici
italiani della Valtellina, del Piemonte, della Lombardia... sono parrocchie,
comunità, i miei confratelli, lOrdine Francescano.
E incomincia anche qui a muoversi qualcosa, un po di tempo fa una signora
cattolica è venuta e mi ha detto: "io mi impegno a pagare la retta per
un bambino" non il suo, lei non ha nessun bambino. Sono 15 dollari al mese,
più o meno.
Ma ci sono tante spese, in questa parte della Russia cè poco sole e poca
frutta, per cui in primavera e autunno la gente ha bisogno di vitamine per non
ammalarsi. Pensate poi cosa vuol dire scaldare una scuola in Siberia, dove le
temperature a volte scendono sotto i meno 40°. Il riscaldamento è come il pane
qui, anzi un pezzo di pane magari lo trovi, ma di freddo muori. Inoltre attorno
alla scuola incontriamo tanti bisogni: quella mamma sta per avere un bambino,
quel papà e gravemente ammalato, a quella famiglia si porta un sacco di farina
a quellaltra un sacco di polenta ...