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Nuovo
Convitto ecclesiastico
S. Maria di Loreto
Domenica
14 gennaio inaugurazione del nuovo
Convitto ecclesiastico S. Maria di Loreto con la presenza di Mons Pier
Giacomo Grampa, vescovo di Lugano.
Una
comunità di preti con un doppio incarico. Una casa di accoglienza sia
per i sacerdoti che vengono dall’estero a studiare presso la
nostra Facoltà di
Teologia sia un luogo dove accogliere dei sacerdoti in pensione e il
centro della parrocchia luganese di Santa Maria degli Angioli, la quale,
evidentemente, rimane Chiesa parrocchiale. Attualmente il convitto
conta
sette sacerdoti ma, a pieno regime, ne ospiterà
12.
Caritas Insieme Tv, per l'occasione, ha realizzato un servizio in cui
si alternano il responsabile del convitto don Giorgio Paximadi, il parroco
don Pietro Pozzi, i sacerdoti ospiti del Convitto e la testimonianza
di alcuni abitanti del quartiere.
Da tutte queste testimonianze emerge un'immagine vivace e articolata
di una parrocchia che, nonostante le polemiche, secondo don Giorgio di
fatto più mediatiche
che effettive, che hanno accompagnato l'insediamento
dei nuovi sacerdoti e la partenza dei francescani, sta crescendo, arricchita
dalla presenza del convitto.
I sacerdoti presenti nella comunità, infatti, vengono da esperienze
molto diverse di Chiesa, dalla Polonia al Ghana, fino all'Indonesia e
portano con se tutta la fecondità delle loro comunità di
origine, pur integrandosi nel tessuto ecclesiale locale.
La
storia del Santuario La Santa Casa a Lugano
tratto dal Giornale del Popolo di sabato 13 gennaio 2008
Il Santuario dedicato alla Madonna di Loreto è nato verso
la fine del ’400 dal culto ad un’ancona campestre, ancora
oggi visibile nella cappellina di sinistra. La primitiva chiesina,
nata nel XV-XVI secolo, fu ampliata per adeguarla alle necessità della
Confraternita di S. Carlo, che poi si spostò nell’omonima
chiesa di via Nassa, costruita nel ’700; è di questo periodo
la costruzione della Santa Casa, una riproduzione del santuario lauretano.
La chiesa di Loreto ebbe, in seguito, diverse vicissitudini:
fu chiusa per un certo tempo, fino a quando il vescovo Peri - Morosini,
la riaprì al culto e la consacrò. Nel 1905 durante l’epoca
delle leggi secolarizzanti in Francia - la chiesa venne affidata ai
frati minori della provincia di Alsazia. Questo è il motivo per
cui la chiesa aveva, fino alla partenza dei frati minori, la cappellania
delle lingue francese e tedesca. In seguito, il Santuario passò ad
una provincia francescana tedesca, poi a quella lombarda ed infine
alla custodia svizzera, che per carenza di vocazioni ha preso
la decisione di ritirare la presenza dei frati. La struttura è comunque
sempre stata di proprietà della diocesi; i frati, dal 1925
in poi, hanno costruito buona parte del convento con delle offerte
raccolte in loco. Ma tutto è sempre stato intestato alla
diocesi che non ha mancato - alla partenza dei francescani - di stipulare
un accordo più che soddisfacente per la custodia svizzera.
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