Di Dani Noris
I mercatini di Caritas Ticino, nei quali si possono trovare abiti, oggetti, mobili, curiosità di ogni genere sono situati a Lugano, Pregassona, Bellinzona, Giubiasco, Locarno, Stabio e Chiasso. Sette località per dieci mercatini, infatti se ne possono trovare due a Lugano e Bellinzona. A Bellinzona c’è un’altra struttura, tanto bella quanto bisognosa di volontari, è la bottega del libro situata dietro la Collegiata, lungo la stradina che conduce al castello. Inaugurata diversi anni fa, non ha mai potuto veramente decollare per mancanza di mano d’opera. La struttura è bella, ricavata da una vecchia nevèra, è un po’ umidina, per cui dobbiamo ricorrere a una macchina aspira umidità, ma lo spazio espositivo è ben sfruttato, su tre livelli, con i libri divisi per argomento, mentre i romanzi sono disposti in ordine alfabetico per autore. Ci vorrebbe un gruppetto di volontari, amanti della lettura che mettano a disposizione qualche ora settimanale, alternandosi, come avviene negli altri mercatini dell’usato. Chissà se fra i nostri lettori non ci sia qualcuno che si faccia avanti, permettendo di aprire al pubblico ogni pomeriggio la bottega? Tutti i mercatini sono gestiti da volontari (sono più di 150 le persone che danno una mano). E ogni mercatino ha un suo fascino particolare, un suo modo di presentarsi.
A Chiasso ci stiamo trasferendo in Corso San Gottardo 55, l’arteria principale della cittadina di confine, in un luminoso negozio, ben accessibile. Tutte le volontarie compatte, aspettano di poter riprendere il loro lavoro, l’entusiasmo non manca mai e la disponibilità è sempre splendida. Oltre al mercatino dell’usato verrà aperta una bottega Fairness, con i prodotti artigianali del commercio equo.
A Stabio, le volontarie speady, simpatiche e liete, accolgono i clienti che entrano spontaneamente e richiamano i passanti che stanno tirando diritti per andare alla posta o al negozio, con quella carica di simpatia mo-mo che mi mette sempre di buon umore ogni volta che le incontro o le sento al telefono. Disponibili a consegne e ritiro a domicilio, attente, piene di idee, entusiaste.
A Locarno il negozio è stato completamente sommerso dall’acqua. Uno spettacolo desolante, una scena da Titanic. I bei mobili del reparto boutique gonfi di acqua, le finestre e le scansie divelte, i vestiti piegati con tanta dedizione e tanta cura da parte della nostra Rilli (Aurelia Tadini) e di tutte le volontarie, che galleggiavano come mostri marini, e poi quando le pompe hanno risucchiato l’acqua, tutto un freddo umido che ti attanaglia il cuore.
A Bellinzona, al Paganini Rè, il negozietto duplex, ricavato da un ripostiglio e tenuto come una boutique di lusso, tanto è tirato a lucido, con la “crème della crème” della merce usata, ha potuto riaprire dopo una serie di lavori in seguito all’incendio della Chiesa della Madonna delle Grazie. Si accede al mercatino passando da quello stupendo gioiello, architettonico e artistico, che è il chiostro della chiesa.
Ancora a Bellinzona in via Campo Marzio, sotto lo sguardo vigile delle suore di Menzingen è aperto tutti i pomeriggi il mercatino classico, con abiti e chincaglieria usata.
A Pregassona c’è il mercatino liberty, chiamato così dalla ragazza che lo ha messo in piedi: appassionata di cianfrusaglie d’epoca ha raccolto una collezione di “strusi” vari. Si trova nella sede principale di Caritas e dispone di una bella scelta di abiti per bambini. Al mercatino, che è aperto al pubblico tutti i pomeriggi, accedono anche le tante persone che passano dal servizio sociale, bisognose d’aiuto.
A Lugano, in via Lucchini nella vecchia sede di Caritas, c’è il mercatino storico, il primo ad essere stato aperto attorno al 1975. Lo tiene aperto tutti i pomeriggi Venusta, una lavoratrice della vigna del Signore della prima ora. Questa volontaria fedele da più di vent’anni, non è assente un solo giorno, sia che fuori geli, grandini o si soffochi dal caldo.
Il mercatino di Giubiasco, con mobili, vestiti, libri in gran quantità e oggetti vari, verrà, con l’inizio dell’anno prossimo, ampliato e collocato in un altro settore del grande capannone di via Olgiati. Avrà uno spazio simile ai famosi “Loft” e diventerà un Ipermercatino, una vera “chiccheria”.
E per finire la carrellata dei mercatini di Caritas Ticino uno sguardo a quello di Lugano a Molino Nuovo, luogo di lavoro, di incontro e di passaggio per moltissime persone. Ci sono i lavoratori del programma occupazionale e del programma di inserimento, gli operatori, le volontarie e centinaia di clienti che ogni giorno passano a fare una visita. Per molti di loro è un appuntamento fisso, il mercatino è diventato a Molino Nuovo quello che un tempo era la piazza del villaggio. Abbiamo raccolto qualche intervista al volo che vi vogliamo riportare:
Sono qui al mercatino perchè mi ha mandato il collocatore, mi aiuta a trovare un altro posto di lavoro. Mi trovo bene, è un posto favoloso, la gente è favolosa (operio PO)
Sono qui per fare un programma occupazionale. Mi sono trovato bene sin dall’inizio, tanto che ho chiesto di rifarne un altro subito dopo.
All’inizio avevo dei problemi d’insonnia, che sto curando prendendo delle pastiglie, però qui ho trovato tante amicizie, un bell’ambiente e poi ho trovato anche che il lavoro non è così pesante come tanti dicono. Basta impegnarsi un po’. Sono contento di essere qui alla Caritas, sono sempre stato contento. (operaio PO)
Io acquisto soprattutto libri, perché nel commercio costano troppo. Per i romanzi non vale la pena spendere 30/40 franchi, allora vengo e cerco e tante volte trovo anche libri recenti, non solo vecchi, ma anche libri che sono conosciuti. Per il resto giro, mi piace vedere un po’ le cose vecchie, anche lì dove ci sono i bicchieri, le stoviglie oppure i vestiti. Però acquistare no, acquisto soprattutto libri. (cliente)
Sto svolgendo un programma occupazionale che serve per reintegrarmi nel mondo del lavoro. Mi piace lavorare in Caritas, mi piace lavorare, avere un’occupazione, anche se prendo quello che prendo in disoccupazione, però adesso ho un’attività, ho degli orari regolari di lavoro e questo mi serve per un’eventuale, anche se difficile, sistemazione nel mondo del lavoro definitiva. All’età del pensionamento mancano undici anni. (operaio PO)
Vengo qui perché costa di meno ed è probabile che riesca a trovare quello che in altri negozi non trovo, cose vecchie ma ancora in ordine. Poi anche perché preferisco dare i soldi alla Caritas piuttosto che ad un altro negozio.(cliente)
Vengo come volontaria, da tanti anni. Mi trovo bene con le mie compagne, con le mie colleghe, con i clienti. Con loro riesco a comunicare, loro raccontano tante cose personali. Mi piace il mercatino come è gestito, l’ambiente, mi trovo bene, se no non verrei da così tanti anni. Sono quasi tredici che sono qui, sono stata una delle prime quando hanno aperto, ho cominciato a fare il mercatino qui fuori, poi a dare un aiuto e in seguito sono venuta definitivamente e adesso sono 8 o 9 anni. Poi quando arriva mia sorella viene a darmi una mano. Quando vado a casa la sera e abbiamo incassato un po’ sono felicissima, è come se avessi incassato per me. (volontaria)
E’ sempre molto difficile esprimere quello che si sente quando succedono disastri naturali che distruggono tutto quello che si è costruito. Ti rendi conto che di fronte alle forze della natura sei impotente e ringrazi Dio che in tutto quello che è stato travolto non erano coinvolte persone. Questo per raccontarvi come ho vissuto l’allagamento del Mercatino di Locarno. Nell’ottobre del 1993 avevamo pensato di aprire il mercatino in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede del Giornale di Locarno e il lago ha pensato bene di uscire e sommergere completamente i locali: abbiamo dovuto rimandare l’apertura a marzo del 1994. Siamo partiti molto bene grazie all’appoggio di un gruppo di volontarie già affiatato per aver seguito un corso di aiuto ai morenti. Con un entusiasmo encomiabile il Mercatino e la Boutique sono decollati, abbiamo lavorato molto per rendere attrattiva la merce esposta. Abbiamo avuto un buon successo vendendo i grembiulini per la scuola d’infanzia e col tempo si era consolidato un bel rapporto di amicizia tra le volontarie. Negli anni, alcune delle più giovani hanno lasciato il posto ad altre che, pur essendo avanti con l’età, con costanza e fedeltà ci hanno consentito di tenere sempre aperto, anche durante l’estate.
Il
lago ha distrutto praticamente tutto: l’acqua ha superato il soffitto di un
metro e abbiamo dovuto buttare vestiti, scaffalature, mobili, ogni cosa insomma.
Tutte le volontarie mi sono state molto vicine ed hanno subito dichiarato
la propria disponibilità a ricominciare. Personalmente, che per natura sono
battagliera, ero come annichilita davanti a tanta desolazione, poi mi sono
rimboccata le maniche, infilati gli stivaloni e la tuta da vela, allora ho
capito che si può sempre ricominciare. Gli eventi naturali possono distruggere
le cose materiali ma non piegare la volontà di costruire insieme e questo
è quanto desiderano le volontarie di Locarno, ora più che mai unite. Rilli
(Aurelia Tadini)