Giovani segni viventi di speranza
Di Cristina Vonzun e Luca Brunoni
Toronto, dal 18 al 28 luglio 2002 si terrà la XVII giornata mondiale della gioventù. Sono attese centinaia di migliaia di giovani da tutti i paesi del mondo. Ad oggi sono già tantissimi i giovani cattolici che hanno risposto all’invito del Papa ad essere sale e luce del mondo. Per capire l’evento abbiamo incontrato Padre Francis Kohn, che da alcuni mesi è arrivato in Vaticano, quale nuovo responsabile del settore giovani del Pontificio Consiglio per i laici.
I tratti del nuovo responsabile della Pastorale Giovanile mondiale sono chiaramente quelli di un uomo di preghiera e di azione, che fa chiaramente pensare al tipo giusto, per il momento giusto.
P. Francis, proviene infatti da una forte esperienza di evangelizzazione, intrisa di dialogo e di gesti coraggiosi: cofondatore della comunità dell’Emmanuel, da giovane laico inizia a Parigi un cammino di fede e di annuncio che lo porta oltre i 30 anni a lasciare il suo lavoro di economista per entrare in seminario. Con altri amici della comunità dell’Emmanuel fonda le Emmanuel’s School of Mission, distribuite in molti paesi del mondo, aperte a giovani che vogliono vivere un’esperienza forte di formazione e di annuncio del Vangelo a servizio delle proprie chiese locali. Da parroco opera a Parigi, coniugando preghiera, ascolto della parola di Dio e missione. Apre il Bistrot du Curé, un ristorante di evangelizzazione nel quartiere del Moulin Rouge e con il suo clergy serve i clienti ai tavoli. Nel retrobottega del ristorante in una sala, è esposto permanentemente il Santissimo per l’adorazione eucaristica. E’ forte anche il suo impegno nella pastorale di strada nelle piazze di Parigi condotta con i gruppi della comunità dell’Emmanuel.
Lo abbiamo incontrato per parlare del suo nuovo impegno: la giornata mondiale della gioventù di Toronto, in Canada, dal 18 al 28 luglio 2002.
Cos’è la giornata mondiale della gioventù?
E’ un pellegrinaggio che di anno in anno raggiunge diverse mete. Esso risponde all’invito che il Papa ha rivolto dal 1986 a tutti i giovani del mondo ed espresso nelle parole che sono diventate slogan e titolo su molti manifesti: il Papa e i giovani insieme. La prossima tappa di questo itinerario sarà la XVII giornata mondiale, a Toronto, in Canada, nel Luglio 2002.
Quali saranno i momenti principali della GMG canadese?
Sarà divisa in due momenti: dal 18 al 22 luglio le diocesi canadesi accoglieranno i ragazzi che vogliono vivere la preparazione alla GMG in un contesto di incontro con la gente del Canada, con le comunità. Dal 23 al 28 i giovani saranno a Toronto. Ci saranno mattinate di catechesi in cui approfondire il messaggio del Papa, suddivisi per aree linguistiche e guidati dai Vescovi. Nei pomeriggi e nelle serate si terranno diversi appuntamenti del Youth Festival: incontri spirituali, artistici, attività di solidarietà, feste, concerti… La via crucis sarà un altro momento che caratterizzerà la GMG. A Toronto si farà percorrendo le strade di una città multiculturale. Nelle due giornate conclusive i giovani convergeranno a piedi verso il Downviewpark per la veglia con il Santo Padre e l’indomani per la S. Messa, momento conclusivo della GMG.
Il Papa, nel messaggio scritto ai giovani, si ispira alle parole del Vangelo di Matteo: “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”. Che cosa significa?
La prima immagine del sale ci rammenta il gusto e il sapore dato agli alimenti. Con questa idea il Santo Padre chiama i giovani ad essere il gusto e il sapore del mondo. Dal nostro Battesimo siamo trasformati dalla grazia di Dio. L’altra immagine, della luce, che rischiara e riscalda, ci ricorda la sete dell‘assoluto che si trova nel cuore di ogni essere umano. Essa è anche un‘immagine della fede, che è un dono gratuito di Gesù. La fede esige un incontro personale, una relazione tra Gesù e ciascuno di noi, affinché da essa riflettiamo la gioia e la libertà che Gesù Cristo ci ha dato.
La Giornata Mondiale sarà a Toronto in Canada, che senso c’è nella scelta di questa Città?
Nel 2000 eravamo a Roma, per vivere un pellegrinaggio alle radici della fede. Con Toronto il Santo Padre ci proietta nel futuro inserendoci in una città molto moderna, un centro d‘affari, con molti giovani studenti. Toronto è un segno di quella che deve essere la condizione del cristiano oggi: proiettato come ogni uomo nel futuro, ma anche fortemente attaccato alle proprie radici di fede.
Negli occhi di tutti ci sono le immagini dei fatti dell’11 settembre. In questa situazione internazionale molto delicata, la giornata mondiale della gioventù come si situa?
In questo
tempo difficile il Santo Padre ha chiamato tutti i battezzati a pregare e
a compiere gesti per la pace. Il Papa, ancora di recente, ha invitato i giovani
a venire a Toronto per testimoniare con il loro pellegrinaggio davanti al
mondo intero che il desiderio del perdono, della riconciliazione, dell’amore
fraterno è più forte della violenza e della morte. E’ questa un’occasione
per venire a pregare insieme con il Papa per questo mondo, per testimoniare
che la nostra fede cristiana ci impegna nella società di oggi con gesti di
pace.
Quali misure di sicurezza sono state prese per garantire lo svolgimento dell’incontro?
Il Comitato organizzativo canadese e anche il governo canadese stanno adottando tutte le misure di sicurezza necessarie. La paura è un sentimento legittimo anche se soggettivo. Ma più importante della paura è compiere un atto di fede che indichi come il venire a Toronto testimoni a noi e al mondo che i giovani non vogliono essere vinti dalla paura e da chi la sta diffondendo nel mondo.
Che messaggio vorresti lasciare ai giovani della nostra Diocesi?
Con il Santo Padre dico ai giovani l‘importanza di credere alla chiamata di diventare santi e apostoli di Gesù nel Terzo Millennio, in questo momento importante e drammatico della storia. La santità è per la missione, solo per la missione. E la missione è per la santità. Crescete tenendo sempre insieme questi due aspetti.