Una nuova "droga Graben" in Svizzera?
Due iniziative popolari a confronto

Di Mimi Lepori Bonetti


Presente nei primissimi posti della classifiche che stanno ad indicare le maggior preoccupazioni degli svizzeri, la droga è uno di quei temi difficili da imbrigliare in un articolo da rivista. Se ne parla spesso sui giornali, soprattutto quando un giovane muore di overdose o quando la polizia riesce a mettere le mani su un notevole contingente di eroina. Se ne parla ogni tanto in televisione cercando di approfondire il dibattito con esperti del ramo. Poco se ne parla in famiglia e poco se ne parla nei parlamenti, dove bene o male si è chiamati a decidere le linee d'intervento dello Stato nel quale si vive. Ebbene anche nel parlamento svizzero, finalmente, se ne sta parlando. Un primo dibattito alla camera del popolo è già avvenuto nel mese di marzo e prossimamente nella camera dei cantoni si ritornerà a parlarne.
Ma di cosa si parlerà?
Due iniziative, diametralmente opposte sono state lanciate da ambienti diversi in svizzera e ora giungono allo scoglio del parlamento. Il Consiglio federale ha deciso di "dare in pasto" al popolo svizzero le due iniziative senza nessun controprogetto. La strategia è conosciuta: "tra i due litiganti il terzo gode", e in questo caso chi ha bocciato le due iniziative ha riconosciuto la linea del dipartimento competente come giusta. (le votazioni indicavano appunto questa tendenza).

L'iniziativa "gioventù senza droga" ha raccolto 140'000 mila firme e chiede al Governo una politica restrittiva: nessuna distribuzione di droga, fatta eccezione l'utilizzazione a scopo prettamente medico.

L'iniziativa "Droleg - per una politica ragionevole in materia di droga" ha raccolto più di 100 mila firme, chiede di depenalizzare il consumo personale di droga, così come altre misure tese a liberalizzare la coltivazione, il possesso e l'acquisto di alcune droghe.
Questa due iniziative giungeranno davanti al popolo tra alcuni mesi, il dibattito uscirà dalle mura del parlamento e la popolazione potrà dire la sua, speriamo senza isterismi, ma con il desiderio di capire e di proporre una discussione civile che sappia dare giusti imput a chi dovrà delineare il futuro in materia di droga. Il rischio che si corre è di dividere ancora una volta la popolazine in due, i buoni e i cattivi, i belli e i brutti. Un nuovo "droga graben"? Peccato che nessun controprogetto è stato elaborato, questo certamente avrebbe assunto il ruolo di catalizzatore, cercando di unire le diverse posizioni. Altri rapporti, quello dell'ONU, quello dei medici svizzeri, quello sull'uso del metadone stanno ad indicare che il tema della droga deve coinvolgere -almeno nella discussione e in una nuova presa di coscienza- la popolazione. CARITAS TICINO al dibattito sarà presente e sulle prossime riviste continuerà una serie di interviste con persone che su questo tema, così importante e difficile, hanno qualcosa da dire.