GENEROSI
OPERAI PER LA VIGNA DELLA NOSTRA CHIESA
Di
Gianni Ballabio
VENITE E VEDRETE
Sabato 22 marzo ha avuto luogo a Mendrisio il cammino della speranza: un appuntamento
che si rinnova ogni anno nella nostra Chiesa, la vigilia delle Palme, sulla
soglia della Settimana Santa. Un appuntamento (incontro, ascolto, silenzio,
canto, preghiera) imperniato quest'anno sul messaggio del Papa ai giovani in
occasione della Xll Giornata mondiale della gioventù, in programma il
prossimo agosto a Parigi. Un messaggio che ruota attorno a una frase, capace
di provocare e di suscitare entusiasmo, tolta dal vangelo di Giovanni: "Maestro
dove abiti? Venite e vedrete".
Come già in analoghi appuntamenti degli anni precedenti, a conclusione
del "cammino", alcuni giovani (dove il termine non è sempre
o soltanto anagrafico) hanno pronunciato davanti al Vescovo e alla comunità
- composta per l'occasione in gran parte da giovani - il loro impegno di prepararsi
a un servizio ministeriale nella Chiesa. Due, appartenenti al Seminario diocesano
San Carlo di Lugano e studenti presso la Facoltà di teologia, si sono
impegnati quali candidati al presbiterato: Massimo Braguglia, nato nel 1966,
di Losone e lmre van Gaal, nato a Chicago nel 1956.
Altri quattro hanno invece dichiarato il loro impegno a prepararsi per diventare
diaconi permanenti: Dante Balbo, 1959, di Lugano, operatore presso Caritas Ticino;
Massimo Cascianini, 1961, di Melìde, disegnatore tecnico; Marcel Mattana,
1958, di Pazzallo, imbianchino; Giorgio Ulrich, 1942, di Bellinzona, giardiniere
alle dipendenze del Comune. Tutti e quattro sono coniugati e hanno maturato
la loro decisione, anche attraverso l'impegno nel servizio pastorale, liturgico,
caritativo.
STRADA DI PREPARAZIONE
Una serata quindi particolarmente significativa: ricca di speranza e di gratitudine.
Al Signore e a questi candidati, per la loro disponibilità a servire
nella Chiesa. Pronunciare ufficialmente l'impegno di prepararsi al presbiterato
(come per Massimo e Imre) o al diaconato permanente (come per Dante, Massimo,
Marcel e Giorgio) ed essere ammessi di conseguenza fra i candidati a questi
ordini, significa affermare davanti alla comunità la serietà del
proposito: incamminarsi su una strada di studio, preghiera, formazione, interiorità,
ascolto. Non significa volere la perfezione, perché questa non appartiene
a questo mondo. Vuol dire accogliere un invito, che sa di mistero e di avventura:
"venite e vedrete". Proprio quelle parole - di allora e di sempre
- rivolte da Gesù ai primi apostoli.
Significa portare avanti prima di tutto un'esperienza di vita con il Signore
e con i fratelli, per attingere speranza e poter donare speranza: annunciando
la parola, celebrando, servendo. Per arrivare a far proprie, con gioia e trepidazione,
pur nella coscienza dei propri limiti, le parole della prima lettera di Giovanni:
"la vita si è manifestata e noi l'abbiamo veduta. Siamo suoi testimoni
e perciò ve ne parliamo". Per questo l'augurio di "buon cammino"
a questi candidati deve essere l'augurio stesso della Chiesa, di tutti noi.
Un augurio che si estende ai due frati cappuccini Agostino Del Pietro di Calpiogna
e Edy Rossi-Pedruzzi di Airolo, che, nella mattinata di San Giuseppe, nella
chiesa del loro convento di Lugano, sono stati istituiti dal nostro Vescovo
nei ministeri del Lettorato e dell'Accolitato. Due tappe, che seguono quella
del "primo impegno", sulla strada verso l'ordine sacro.
DIACONATO PERMANENTE
Quattro di coloro che hanno pronunciato il loro impegno nella serata dello scorso
22 marzo: sono candidati al diaconato permanente.
Il diaconato nella Chiesa è presente da sempre, come già riferiscono
gli Atti degli Apostoli, a proposito della scelta di "Stefano, Filippo,
Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola". Gli Apostoli imposero su
di essi le mani e affidarono loro il compito di servire i fratelli nella carità.
Il diaconato è il primo grado del Sacramento dell'Ordine: precede il
Presbiterato e l'Episcopato. Scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica: "Il
sacramento dell'ordine imprime in loro un segno (carattere) che nulla può
cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto diacono,
cioè il servo di tutti". Aggiunge: "Compete ai diaconi, tra
l'altro, assistere il vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri,
soprattutto dell'Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il matrimonio,
proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari
servizi della carità".
La "diaconia", cioè il servire, è specifico alla Chiesa,
chiamata a servire tutti i popoli annunciando la Parola, celebrando i Sacramenti,
aiutando la speranza e divenendo segno di speranza. Quindi ogni membro della
Chiesa, se è fedele al suo impegno di cristiano, deve sentirsi in un
certo modo, diacono, cioè servo dei suoi fratelli.
Per alcuni, che compiono una scelta, rispondendo a una chiamata (e il Signore
ha mille modi per rivelarsi al cuore di una persona) questo servizio diaconale
diviene un ministero, al quale accedono attraverso l'ordinazione. Sono i diaconi.
La Chiesa latina - quella d'Occidente - conosce soprattutto il diaconato di
transizione, dal quale si accede al presbiterato.
I quattro indicati si impegnano a diventare diaconi permanenti. Per sempre.
È un modo abbastanza recente (o meglio ritrovato) di vivere questa partecipazione
all'ordine sacro. Scrive ancora il catechismo: "Dopo il Concilio Vaticano
II la Chiesa latina ha ripristinato il diaconato come un grado proprio e permanente
della gerarchia, mentre le Chiese d'Oriente lo avevano sempre conservato".
Aggiungendo che "costituisce un importante arricchimento per la missione
della Chiesa". Allo stesso possono accedere anche uomini sposati. Nella
nostra Chiesa luganese già sono presenti due diaconi permanenti: sono
Emilio Devrel, impegnato nella comunità di Riva San Vitale e Bruno Negri,
attivo a Milano nella Comunità di Russia cristiana.
TRE NUOVI PRETI E UN DIACONO
Il prossimo sabato 5 aprile, nella Cattedrale di san Lorenzo a Lugano, la nostra
Chiesa riceverà un altro prezioso dono, con l'ordinazione presbiterale
di Tino Bottarini, Marco Dania e Alberto Zen-Ruffinen e con l'ordinazione diaconale
di Rafael Raoul Urzua Galvez.
Tino Bottarini (1933) e Marco Dania (1956) entrambi di Lonate Pozzolo (Varese)
sono stati ordinati diaconi lo scorso settembre e durante quest'anno sono stati
impegnati presso il collegio Papio e la parrocchia di Ascona. Con loro Alberto
Zen Ruffinen (1934) attinente di Lenk (Vallese), pure divenuto diacono lo scorso
settembre, che ha ricevuto la sua formazione nel Seminario diocesano San Carlo
e presso la Facoltà di teologia di Lugano.
Rafael Raul Urzua Galvez (1957) viene da Santiago del Cile, studia presso la
locale Facoltà teologica ed appartiene al Seminario diocesano missionario
Redemptoris Mater, che ha la sua sede a Melano.
Sono quest'ultimi, come del resto coloro che hanno pronunciato il primo impegno
lo scorso marzo, persone che già hanno alle spalle una valida esperienza
a livello di studio e professionale. Una esperienza che sarà un ulteriore
arricchimento nello svolgimento del loro ministero, presbiterale o diaconale.
Ci indicano come il seguire l'invito, "venite e vedrete", non conosce
"limiti" anagrafici, ma solo la generosità del cuore. E quando
il cuore è generoso non risente degli anni. Nel contempo le loro diverse
provenienze sottolineano l'universalità délla Chiesa, richiamandoci
le parole stesse rivolte ad Abramo, invitato ad uscire dalla sua terra, per
andare. Dove? Dove Lui chiama.
COME
NEL CENACOLO 70.mo di sacerdozio: Florinet Bonaventura, Frati minori cappuccini 60.mo di sacerdozio: Braguglia Luigi, Cortella Corrado, Croce Siro, Valencic Giuseppe 50.mo di sacerdozio: Alberio Martino, Arrigoni Angelo, Bottacchi Velio, Donati Dante,Forni Angelico, Frati minori cappuccini, Pozzi Giovanni, Frati minori cappuccini, Robbiani Alfredo, Tognetti Pierino, Crivelli Natale, barnabita (religioso di origine ticinese) 40.mo di sacerdozio: Bernasconi Ilario, Brughelli Tarcisio, Canavesi Angelo, salesiano, De Marchi Antonio (all'estero), Gobbo Silvano, Togni Luigi, Rocca Giovanni, guanelliano (religioso di origine ticinese), Zanini Angelo, benedettino (religioso di origine ticínese) 30.mo di sacerdozio: Bosisio Ambrogio, Loffredi Maria Raffaele, Piccoli Apostoli di Maria, Merlin Antonio, guanelliano, Perego Cesare, guanelliano, Ruspini Angelo, Rustighiní Eugenio, comboniano, Treccani Angelo 25mo di sacerdozio: Bunge Gabriel, eremita, Jöhri Mauro, Frati minori cappuccini, Petruzzella Corrado,Vanzù Luigi Decano del clero è Don Lorenzetti Alfredo con i suoi 98 anni di vita e i 73 anni di sacerdozio. Nel corso dei 1997 festeggiano: i 90 anni Bianchi Pierluigi, diocesano all'estero e gli 80 anni: Agustoni Luigi, Fumagalli Antonio, salesiano, Pilati Germano, comboniano, Toti Andrea, salesiano, Vaghetti Primo Nella luce del Cristo Risorto, che celebriamo nella Pasqua, ricordiamo i sacerdoti che, durante il periodo trascorso dal Giovedì Santo dello scorso anno, sono entrati nell'eternità dell'amore di Dio: Don Arnoldo Antorini, Don Dario Tami, Mons.Lino Stabarini, Don Alfonso Pura, Don Giovanni Molteni, Don Adelchi Mascetti, guanelliano |