D: È apparso recentemente
su un quotidiano ticinese un articolo dal titolo "Debutta a Bologna, con
Pupi Avati, l'emittente dei cattolici". Di che si tratta, può darci
qualche spiegazione?
R: In questi ultimi tempi sui giornali si sono scritte alcune
cose vere ma anche cose assolutamente infondate. Ci vorrà, credo un mesetto
perché si possa arrivare a definire bene la struttura del tutto. I Vescovi
italiani terranno una riunione del Consiglio Permanente, praticamente il governo
della Chiesa italiana, entro la fine di settembre, credo che in quell'occasione
si parlerà anche dell'argomento e sarà probabilmente poi emanato
un comunicato stampa.
D: Sempre nel medesimo
articolo si riporta che Pupi Avati ha detto: "Non chiamatela TeleVaticana".
Che cosa vuole dire? Come proseguirà il rapporto con il Centro Televisivo
Vaticano?
R: Innanzitutto non si chiamerà né TeleVaticana
né Tele Chiesa italiana. Avrà un nome che ad oggi non esiste ancora.
Quindi non è questione di reticenza o di nascondere qualcosa, semplicemente
non c'è. Pupi Avati è stato contattato dalla CEI per dare il suo
apporto a questa televisione e produrrà una serie di programmi. Finora
questi programmi non sono ancora identificati, quindi non è assolutamente
corretto dire, come hanno scritto in alcuni giornali, che sarà il direttore
artistico. Non è TeleVaticana. È un'iniziativa della Chiesa italiana,
certamente dentro questa produzione, entreranno, come peraltro già viene
oggi, le produzioni del Centro televisivo vaticano. Quindi tutto ciò
che riguarderà il Papa e la Santa Sede continuerà ad essere seguito
dalla struttura del Centro televisivo vaticano di cui ci onoriamo di poter avvalerci
già da oggi.
D: Sarà quindi
praticamente un ampliamento di Ecclesia?
R: Diciamo che Ecclesia è un Tg. Come dice il nome è
un TG che parla ed ospita notizie di carattere ecclesiale ma non solo, la cernita
di notizie che si fa è più attenta ad esprimere un giudizio oppure
un contenuto che è attinente alla dottrina sociale della Chiesa e quindi
si parla anche molto di società in rapporto con la vita della Chiesa.
Con la preoccupazione non dì seguire le cronache minute quotidiane, ma
di esprimere dei giudizi di fede. Ci sarà certamente un potenziamento
dell'informazione, soprattutto dal punto di vista delle pagine culturali. Ci
saranno anche tutta una serie di programmi vari, sia di attualità, di
contenuto, dibattiti, momenti di intrattenimento, si pensa anche a momenti di
gioco; non si vuol fare una TV soltanto per i cattolici, ma vuol essere uno
strumento rivolto anche ad un pubblico che cattolico non è. Un'occasione
per porre domande sul significato dell'esistenza, domande alle quali tutti gli
uomini sono confrontati, quali il senso della vita, della morte, del dolore,
della malattia, dell'amore. Tutte domande che oggi non sono certamente ospitate
il più delle volte in una trasmisssione televisiva; Vogliamo parlare
all'uomo, vogliamo parlare dell'uomo. Certamente ci sarà anche uno spazio
per la catechesi.
D: Quale sarà
il ruolo di News Press in questo cambiamento?
R: News Press sarà una delle strutture portanti, in
particolare sarà la struttura portante delle informazioni. Certamente
moltissima della produzione sarà fatta, come peraltro già avviene,
con tutte le televisioni, anche all'esterno. Quindi ci sarà una parte
di programmi e una parte di informazione.