LA
DROGA DI STATO NON FA IL MIRACOLO
Di Giovanni Pellegri
Ho letto con molta tristezza il rapporto di sintesi conclusivo degli esperimenti
concernenti la prescrizione medica di stupefacenti. Una grande amarezza mi ha
colto, per uno studio realizzato da esperti contro i quali nessuno oserebbe
affermare il proprio modesto ed ingenuo parere. È incredibile, ci hanno
convinti con argomenti scientifici che la droga non fa male, e nella nostra
società tutto ciò che è scientificamente provato è
cosa buona. Non critico i risultati. Sebbene l'esperimento ha evidenziato qualche
lacuna metodologica possiamo anche accettare che i risultati emergano da un'analisi
scientifica. Il punto nodale della questione, non è la scientificità
dello studio, ma è la scelta educativa che stiamo affermando accettando
che lo Stato possa distribuire una sostanza tossica a migliaia di persone. Tutti,
anche chi sostiene la distribuzione controllata di eroina, desiderano combattere
il fenomeno tossicodipendenza. È anche evidente che nessuno ha in mano
la soluzione del problema, ma questo non deve permettere di tentare tutte le
vie tecnicamente possibili. Le risposte che la nostra società elabora
davanti alle molteplici problematiche sociali devono necessariamente guardare
alla dignità della persona umana. Non è dignitoso per il drogato
condurre una vita di stenti, tra il rischio di malattie, prigione e overdose,
così come non è dignitoso fornire un tetto e una siringa sterile
con eroina pulita a coloro che manifestano un evidente disagio sociale. C'è
chi afferma che attraverso la distribuzione controllata di eroina è possibile
raggiungere quella fascia emarginata di tossicodipendenti affinché sia
possibile, in un secondo tempo, proporre terapie basate sull'astinenza. I dati
del rapporto di sintesi parlano però in modo chiaro: solo il 6% dei 1'146
partecipanti ha detto di no alla droga scegliendo per più di 6 mesi la
strada dell'astinenza.
Non è possibile affermare che la droga è un male per poi somministrarla
sterilmente a fini terapeutici. La distribuzione controllata d'eroina non è
solamente un provvedimento tecnico che esprime strategie cliniche di lotta alla
tossicodipendenza, ma è una precisa modalità di intervento sociale
risultante dalla visione culturale e antropologica espressa dalla nostra società.
Essa quindi inevitabilmente non concerne unicamente le poche centinaia di tossicodipendenti
partecipanti allo studio, ma si riflette sull'intera società con un pesante
messaggio educativo. O la droga è un male e allora come società
lo affermiamo ad alta voce, o non lo è ed allora possiamo tentare di
guarire i tossicodipendenti anche con l'eroina. L'Ufficio federale della sanità
sta cercando di motivare i suoi esperimenti basandosi sulla presunta innocuità
dell'eroina pura a lungo termine somministrata ai "pazienti". Ha per
esempio già affermato che "finora non sono stati osservati danni
alla salute causati unicamente dal consumo prolungato di questa sostanza (eroina)".
Se da un lato è verissimo che i danni più gravi causati dall'abuso
di narcotici è dovuto alle sostanze aggiunte per "tagliare"
le droghe pure (chínino, fenacetina, stricnina, antipirina, caffeina,
...), o dall'uso di aghi contaminati, l'eroina pura resta una sostanza tossica
con conseguenze sull'organismo già in parte conosciute. Si potrebbe aprire
un qualsiasi libro di medicina interna per trovare elencate le numerose disfunzioni
indotte dall'eroina (vedi articolo seguente). Dati sempre nuovi ci giungono
dai congressi scientifici di neurobiologia dove puntualmente troviamo intere
sessioni di studio dedicate agli effetti della cocaina, della morfina o dell'eroina
su colture di cellule, scimmie o topi da laboratorio usati come modello sperimentale
(in quanto normalmente tali esperimenti non sono permessi sull'uomo ...). La
domanda quindi si impone: perché somministriamo l'eroina ai tossicodipendenti?
Analizzato il rapporto di sintesi si ha l'impressione di essere davanti ad un'interessante
manovra sociale capace di rabbonire i tossicodipendenti e di ripulire le nostre
piazze da questa incomoda presenza. Un intervento estetico, con a cuore il grado
di purezza dell'eroina e la sterilità degli aghi infilati quotidianamente
nelle braccia di centinaia di uomini che, davanti alla dose facile e a basso
costo, difficilmente potranno scegliere la via dell'astinenza.