PIANO
PASTORALE DIOCESANO 1998
L'azione dello Spirito, forza delle comunità
Di Gianni Ballabio
Lo scorso 17 novembre il Consiglio presbiterale della Diocesi ha approvato "Il
piano pastorale diocesano per il 1998", formulando indicazioni e proposte
operative all'indirizzo di parrocchie, gruppi, movimenti e comunità.
Un documento che ritrova le sue coordinate nelle tematiche tracciate dal Papa,
per segnare, di anno in anno, il cammino di preparazione e di conversione verso
il solenne Giubileo del Duemila.
Per il 1998 queste tematiche sono: "Dio Spirito Santo, la speranza, la
confermazione, Maria donna docile alla voce dello Spirito".
Ricordiamo che per il 1997, sempre seguendo le indicazioni date da Giovanni
Paolo II nella Lettera Apostolica, "Tertio Millennio Adveniente",
queste tematiche si riferivano a "Dio Figlio, la fede, il battesimo, Maria
modello di fede". Mentre per il 1999, l'invito si articolerà attorno
a "Dio Padre, la carità, la penitenza, Maria esempio perfetto di
amore". L'anno 2000, infine, avrà una connotazione specificatamente
trinitaria, con particolare attenzione all'Eucaristia e ai rapporti fra cristiani.
Presentando "il piano pastorale 1998", mons. Mino Grampa, membro dell'Ufficio
di presidenza del Consiglio presbiterale, ha indicato subito che "mettendo
al centro dell'anno pastorale 1998, lo Spirito Santo, il Papa e la Chiesa intendono
invitare i cristiani a riscoprire la presenza di questa Persona", presentata
quale "chiave di comprensione del Padre e del Figlio", quale "ragione
d'essere ed operare della Chiesa", quale "perno della nostra vita
di cristiani".
Ha sottolineato che "se è vero che la Chiesa soffre oggi di una
particolare difficoltà a generare nuovi cristiani, è alla potenza
dello Spirito che deve fare riferimento. Infatti è lo Spirito che dà
la vita".
Ha precisato che "come nella vita trinitaria lo Spirito rende possibile
il mutuo dono del Padre e del Figlio, la loro profonda relazione, così
nella storia della salvezza è colui che apre l'evento-Gesù a una
relazione con tutti gli uomini e con il mondo intero".
Ha tracciato queste chiare indicazioni, riferite alla nostra realtà personale,
storica, ecclesiale: "è lo Spirito il principio del rinnovamento
e della trasformazione della persona e della storia; è lo Spirito che
deve illuminare le diversità delle lingue e delle culture, dei doni e
dei carismi e farli convergere in una comprensione e comunione, di cui tutti
avvertiamo l'urgenza; è lo Spirito che costruisce la Chiesa e la rende
una comunità vivace e multiforme nel suo impegno". In questa prospettiva,
"lo Spirito diviene con la sua presenza un portatore di gioia". Ne
consegue che vivere un anno pastorale, "celebrando lo Spirito Santo",
significa soprattutto "ritrovare speranza, per andare oltre le fatiche
e le stanchezze di questo particolare e difficile momento storico".
Nelle sue proposte operative il "piano pastorale diocesano 1998",
invita a scoprire (o a riscoprire) nelle comunità, attraverso la catechesi,
le celebrazioni, il servizio nella carità, la presenza operante e vivificante
dello Spirito. Esorta a rendere concreti i segni di speranza nella Chiesa e
nella società. Domanda di valorizzare la realtà della vita eterna
nella prospettiva cristiana. Chiede di risvegliare l'impegno di ogni battezzato,
chiamato ad essere, guidato dallo Spirito, un seminatore di speranza e un costruttore
di pace, anche con la dovuta attenzione alle preoccupazioni legate all'economia
e al mondo del lavoro, verso le quali la comunità cristiana deve sempre
dimostrare particolare sensibilità. Riscoprire segni di speranza significa
anche, come suggerito dallo stesso Consiglio presbiterale, far conoscere le
associazioni caritative e di impegno sociale, operanti nella nostra realtà,
presentandone azioni, proposte, pubblicazioni. Esplicito al riguardo il riferimento
a gruppi e organismi attivi in questo ambito, quali lustitia et Pax, Pax Christi,
Missio, Sacrificio Quaresimale, Caritas e altri analoghi. Rientra in questa
prospettiva di essere segni di speranza anche l'organizzazione a livello diocesano
della "giornata della vita", prevista nell'autunno 98, e per la quale
già è in funzione uno speciale gruppo di lavoro. Una particolare
attenzione dovrà pure essere riservata al Sacramento della Cresima, dove
i problemi sono legati all'età dei candidati e al clima di dilagante
indifferenza religiosa, che, purtroppo, rende talora questo sacramento, il "momento
di uscita della Chiesa". Mentre è assolutamente necessaria una riscoperta
di questo momento essenziale della vita dell'adolescente o del giovane, chiamato
ad affermare, personalmente, la fede e l'impegno, pronunciati a suo nome, nel
Battesimo, da genitori e padrini. Sinteticamente precisiamo che i suggerimenti
inseriti in questo piano riguardano i tre ambiti di azione della Chiesa: la
catechesi, la liturgia, la diaconia (servizio).
Per la catechesi si invita a partire dalla convinzione che lo Spirito Santo
è l'agente principale della nuova evangelizzazione, è la sorgente
della nostra speranza, fonda la prospettiva della vita eterna, garantisce l'unità
all'interno della Chiesa.
Per la liturgia si chiede di riscoprire la presenza e l'azione dello Spirito
attraverso la valorizzazione del sacramento della confermazione e dei ministeri,
per i quali la Santa Sede ha emanato recentemente una specifica "Istruzione
su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei
sacerdoti".
Per la diaconia (servizio nella carità) il piano pastorale diocesano
domanda di cogliere i segni di speranza presenti tanto in campo civile quanto
in campo ecclesiale e di farli crescere.