POMODORI
IN FACCIA ALLA DISOCCUPAZIONE
Di Rocco Pacciorini
I primi pomodori dell'Isola Verde maturano già da un paio di settimane,
dopo mesi di meticolosa preparazione e amorevoli cure. In questa società
così frenetica e abituata ad avere tutto subito sembra strano dover attendere
pazientemente per oltre 5 mesi i primi frutti del proprio lavoro ed é
una vera gioia vedere che la fatica e l'impegno di ciascun partecipante al programma
occupazionale "Mercatino" dell'Isola Verde (P.O.I.V) di Cadenazzo
é stato produttivo. Tutto comincia nel mese di dicembre con una bella
pulizia della serra: la terra viene spianata e i riscaldamenti e le strutture
vengono accuratamente puliti. Poi in gennaio inizia la preparazione vera e propria
con la stesura della plastica bianca sul terreno e la sistemazione nelle file
dei pani di lana di roccia dove verranno coltivate le piante. Nell'azienda viene
utilizzata una tecnica di coltivazione molto moderna: la coltura "hors
sol", che tutti hanno sicuramente sentito nominare o letto sui bancali
della verdura nei nostri negozi, ma non sempre sanno con precisione di cosa
si tratta. Con questo sistema le piante crescono fuori dalla terra in un substrato
artificiale che simula fisicamente il terreno, mentre a livello chimico é
pressoché inerte permettendo così un ottimale dosaggio giornaliero
della concimazione che consiste in acqua e concime chimico preparato con una
miscela di concimi semplici, dosati specificamente per ogni fase di sviluppo
della pianta. Tutto ciò unito al clima artificiale della serra favorisce
la crescita delle piante con abbondanti produzioni e importante per il nostro
PO. allunga la stagione colturale permettendo l'aumentare della mole di lavoro
annuale e di conseguenza un maggior numero di persone disoccupate può
usufruire delle opportunità offerte dal programma occupazionale. Nel
mese di febbraio, quando le giornate incominciano ad allungarsi, arrivano le
piante di pomodoro e cetriolo dall'Olanda trasportate in camion riscaldati per
non farle morire dal freddo. Subito vengono trapiantate nei pani di lana di
roccia e prontamente irrigate per alleviare lo shock del trasporto. Dopo pochi
giorni le piante fanno penetrare le prime radici nel terreno artificiale: la
coltura comincia! Da questo momento le piante devono essere costantemente seguite
per assicurare una regolare crescita: ogni fusto é legato a un filo e
le femmínelle vengono tagliate. La potatura e la legatura continuano
ininterrottamente fino a ottobre quando la testa vegetativa viene tagliata;
la raccolta dei pomodori termina verso la fine di novembre. I pomodori non sono
la sola coltura dell'azienda, nella serra vengono inoltre coltivati cetrioli
e nei tunnel (strutture coperte ma più piccole della serra)a partire
dalla metà di marzo si coltivano melanzane e fagiolini rampicanti, dopo
la metà di aprile rucola e zucchine. In inverno produciamo formentino
, cicorino verde e ravanelli. Nonostante la serra sia coltivata unicamente con
concime chimico, l'assenza di terra e la conduzione più pulita che nella
coltura tradizionale offrono dei vantaggi per la lotta alle malattie permettendoci
di utilizzare meno antiparassitari. Inoltre ci serviamo per la lotta contro
gli insetti dei loro predatori naturali contenendo in tal modo l'utilizzo dei
veleni chimici a vantaggio di piante e prodotti più sani. Per tutti gli
altri prodotti non "hors sol" abbiamo il label "RI." (produzione
integrata) che ci obbliga a una conduzione agricola rispettosa dell'ambiente.
Nel 1997 il P.O.I.V ha prodotto 19 tonnellate di pomodori (rotondi da mensa,
ramati e cherry), 143'000 cetrioli, 3000 kg di melanzane, 3200 kg di fagiolini,
900 kg di formentino 13'000 mazzetti di ravanelli. Per ottenere questo raccolto,
nel 1997 Caritas Ticino ha offerto all'Isola Verde 40 posti di lavoro annui,
che a rotazione hanno permesso di occupare 117 persone. Infatti un programma
occupazionale dura al massimo 6 mesi, fatta eccezione per gli ultracinquantenni
che possono prolungarlo fino a un anno intero, in virtù delle loro maggiori
difficoltà oggettive che devono affrontare per rientrare nel mondo de
lavoro. E sono proprio i lavoratori più anziani che a maggior ragione
temono l'agghiacciante trafila dei 2 anni in cassa disoccupazione e poi l'assistenza
con il suo pesante fardello di emarginazione. Il licenziamento di persone di
questa fascia di età non passa inosservata ai! più giovani che,
guardando ad una società che emargina le persone che hanno contribuito
col proprio lavoro al suo benessere, si interrogano su quali prospettive future
il mercato del lavoro saprà offrire loro. Una società che esclude
le persone che per lunghi anni hanno contribuito con il lavoro alla sua realizzazione,
è destinata a fallire. Il poter valorizzare il prezioso contributo di
queste persone anche solo attraverso un periodo limitato, rappresenta già
un piccolo passo contro l'emarginazione. Sul totale degli utenti che hanno ultimato
il programma durante il 1997, il 34%, ha trovato un lavoro durante o subito
dopo il programma occupazionale. Questi dati uniti a certe frasi pronunciate
dagli utenti dal tono: "Per fortuna posso venire qui a lavorare, a casa
mi sembrava di impazzire ...", e "... mi sento di nuovo utile ..."
ci lanciano dei messaggi di speranza e ci danno la forza per continuare ad andare
avanti con il PO. anche nei momenti difficili. Non dimentichiamo che lo scopo
dei PO. è il reinserimento dei disoccupati in un contesto professionale
stabile e ci sforziamo di attuarlo puntando su tre aspetti importanti del lavoro:
la puntualità, il ritmo e la qualità del lavoro, il tutto in un
ambito produttivo. Non è sempre facile, "la terra è bassa",
durante l'inverno si soffre il freddo, d'estate le serre sono dei forni e durante
la stagione produttiva siamo obbligati a lavorare anche il sabato mattina, ma
il santo vale la candela e risultati arrivano.