RUANDA:
EDUCAZIONE PER GARANTIRE IL FUTURO
IN COLLABORAZIONE CON LA CARITAS ITALIANA PER IL SOSTEGNO
A 300 ALLIEVI
Di Marco Fantoni
È partito dalla Parrocchia di Giubiasco
lo spunto per sostenere questo progetto nel Ruanda. In effetti, lo scorso anno
siamo stati interpellati da don Alphonse Myasiro, sacerdote della Diocesi di
Gikongoro e presente in qualità di collaboratore, per il periodo estivo,
nel borgo bellinzonese. La richiesta di sostegno è nata dunque da un
sacerdote e missionario della Chiesa africana accolto nella nostra Diocesi.
Il gruppo missionario di Giubiasco, guidato da don Angelo Ruspini, collabora
pure al sostegno di questo progetto. Don Myasiro, ha così potuto interpretare
le necessità della propria Diocesi, che in seguito, tramite il suo Vescovo,
mons. Augustin Misago, ci ha sottoposto e che attualmente ritiene la più
urgente. Si tratta di un progetto di sostegno all'educazione per giovani che
iniziano o che già frequentano la scuola secondaria, gestito dalla Caritas
diocesana dì Gikongoro dìretta da Padre Emmanuel Twagirayezu.
LA DIOCESI DI GIKONGORO
Fondata nel 1992 dalla suddivisione della Diocesi di Butare, si trova nel sud
del Paese e comprende 9 grandi parrocchie, con una popolazione totale, al 31.12.1996
di 409.000 abitanti, di cui ca. 117.000 cattolici battezzati. A seguito della
guerra civile e del genocidio del 1994, con le diverse conseguenze, a tutti
note, la Diocesi di Gikongoro è stata sottoposta, senza interruzioni,
a diverse situazioni di miseria umana. In particolare il caso dei bambini orfani
del genocidio e i numerosi bambini non accompagnati. (Per bambini non accompagnati,
si intende "tutti i minori, di età compresa tra 0 14 anni, che si
trovano in strutture d'accoglienza, in quanto hanno perso i contatti con i genitori,
più in generale, con la loro famiglia allargata africana d'origine").
In un primo tempo, questi bambini erano fuggiti dai massacri perpetuati nei
campi di Kibeho, a seguito della chiusura forzata nel 1995. Poi, soprattutto
verso la fine del 1996 fino al luglio 1997, la regione di Gikongoro ha ricevuto
un gran numero di bambini orfani o non accompagnati, rimpatriati dalla catastrofe
dell'ex Zaire. Un buon numero tra loro, aspira a riguadagnare la via della scuola,
ma attualmente non dispone di mezzi. A questi bambini, si devono aggiungere
ì giovani provenienti da famiglie estremamente povere o vittime d'altre
sofferenze come l'AIDS. Nelle diverse parrocchie della Diocesi, i comitati di
Caritas sono praticamente sommersi dagli appelli d'aiuto per questi giovani,
per i quali l'avvenire rischia di essere gravemente compromesso.
I
BENEFICIARI DELL'AIUTO
È un aiuto urgente quello richiesto. Dovrà infatti permette alla
Caritas diocesana di Gikongoro di far fronte ai numerosi casi sociali di allievi
in miseria che hanno bisogno di continuare la loro formazione, vale a dire:
- rifugiati del genocidio del 1994;
- orfani o bambini non accompagnati, recentemente rimpatriati dall'ex Zaire,
in condizioni spesso precarie;
- bambini con famiglie rimpatriate dall' ex Zaire, le quali hanno perso tutto
in quel Paese, di ritorno in Ruanda, che non si sono ancora reintegrate nelle
loro case, occupate da altri.
- bambini orfani con i familiari morti di AIDS.
"Uno dei migliori modi per aiutare la ricostruzione del Ruanda martoriato,
è certamente il contributo all'educazione della sua gioventù,
con la scuola. Bisognerà fare di tutto per dare una possibilità
a questi giovani, per i quali il futuro rischia dl essere compromesso se nessuno
penserà a loro", è quanto sollecita il Vescovo Augustin Misago.
UNA COLLABORAZIONE TRA LE CARITAS
Questo progetto ha dunque una radice nella Parrocchia di Giubiasco, che per
due anni con il gruppo missionario si è impegnata a sostenere le necessità
della Caritas Gikongoro e la preziosa collaborazione della Caritas Italiana
(presente in Ruanda dal 1994) che si è messa volentieri a disposizione,
tramite il suo responsabile per la Regione dei Grandi Laghi, Paolo Cereda. (vedi
rivista n. 2 1998). Per Caritas Ticino si tratta della prima esperienza di sostegno
ad un progetto in Africa e non potendo avere personale sul posto, l'appoggio
della Caritas Italiana, può garantire la verifica del lavoro tramite
un collaboratore, attualmente Maurizio Marmo, presente in Ruanda con il compito
di seguire i progetti della Caritas Italiana o di Caritas regionali e Associazioni.
Questo potrà essere un'ulteriore garanzia per il buon sviluppo del progetto.
La Caritas Italiana nella Regione dei Grandi Laghi ha in atto diversi progetti.
In Ruanda programmi socio sanitari, di assistenza ai prigionieri, ai bambini,
ai sopravvissuti al genocidio e azioni socio pastorali con presenza permanente
di un sacerdote italiano nell'équipe di Caritas Kigali per stimolare
e seguire esperienze pastorali di scambio e dialogo tra la Chiesa ruandese ed
italiana. In Congo (ex Zaire), Burundi e Tanzania progetti di sostegno e sviluppo
alle strutture sanitarie diocesane, attività sociali, sostegno ai rifugiati,
attività pastorali e di sviluppo della persona umana.
LE MODALITÀ DEL PROGETTO
Prevedono il finanziamento, per l'anno scolastico 1998 1999, per i costi di
partecipazione alle spese della scuola, del materiale scolastico, in alcuni
casi degli alloggi e materiale diverso indispensabile per un preventivo totale
di USD 51'000 dì cui USD 10'000 da parte della Caritas Gikongoro. Caritas
Ticino, grazie a fondi ricevuti da benefattori a questi scopi, finanzierà
dunque il progetto con USD 41'000. Per una responsabilizzazione dell'allievo,
l'aiuto viene concesso sottoforma di prestito che prevede la restituzione delle
spese sostenute per la partecipazione ai costi della scuola (minerval), al momento
dell'inserimento professionale. Questo permetterà di avere ancora a disposizione
fondi per altri giovani. I criteri di scelta degli allievi da sostenere tengono
conto di due fattori e cioè il punteggio ottenuto nelle classi precedenti
e l'attestazione d'indigenza o di orfano rilasciata dal Comune di appartenenza
e verificata dal Parroco della Parrocchia in cui vive la persona aiutata. Gli
allievi frequenteranno scuole pubbliche o private o comunque continueranno in
quelle dove sono già inseriti. I direttori degli istituti scolastici,
si preoccuperanno di tener informata la Caritas sul grado d'apprendimento degli
allievi che beneficiano degli aiuti.
SITUAZIONE SCOLASTICA E DEL LAVORO
Il tasso di scolarità di allievi che passano dall'insegnamento primario
al secondario è del 12%, mentre quello di coloro che accedono a scuole
di livello superiore è del 2% e questo per l'alto costo scolastico. Al
termine degli studi, gli allievi potranno seguire un apprendistato, lavorare
nel settore pubblico o privato. In altri casi seguire corsi universitari o presso
altri istituti superiori. Per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro,
la Caritas Gikongoro, informandoci sulla situazione, sostiene che le possibilità
sono abbastanza elevate e questo, purtroppo, in seguito ai drammi iniziati nel
1994. Infatti, sono state molte le persone che hanno perso la vita, incarcerate
o rifugiate e tra queste anche intellettuali, medici, insegnanti, agricoltori,
impiegati qualificati, e altri, che hanno lasciato posti vacanti. Dunque c'è
la possibilità per chi termina gli studi di avere uno sbocco professionale.
Vi rimandiamo ancora alla nostra rivista n.2 1998 per approfondire la situazione
in Ruanda. È comunque importante sottolineare che, anche dopo che le
telecamere si sono spente il dramma della gente nella regione non è finito,
anzi, in alcune zone si continua a sparare, a morire. Un segno di speranza per
il Paese è sicuramente quello insito nei bambini e nei giovani che dovranno
ricostruire quella nazione distrutta da interessi che vanno oltre quelli che
i mass media ci hanno presentato dal 1994 ad oggi. Dunque l'educazione come
punto di partenza per un nazione nuova. Per un'interpretazione diversa della
situazione nella Regione dei Grandi Laghi, vi proponiamo la lettura del libro
"Balcani d'Africa", scritto da Roberto Cavalieri, capo redattore esteri
del mensile italiano AIfaZeta, con la prefazione di Paolo Cereda, che mette
in risalto quelle dinamiche spesso nascoste, che non ritroviamo nei nostri telegiornali
e che ci fanno capire che, a volte, quelle che possono apparire come "guerre
etniche" hanno una faccia della medaglia che nasconde interessi molto diversi.
Un libro per chi si occupa di problemi africani, ma che si possono ritrovare
anche in altri continenti. Le dinamiche di lotta di governi esteri per avere
il controllo su regioni di transito verso altre, con risorse naturali che fanno
gola a molti, l'influenza della comunicazione radiofonica per incitare alla
guerra, il trarre vantaggi economici dai campi profughi, le manovre occidentali
per conquistarsi il potere in Africa. Sono argomenti che si ritrovano in questo
libro e che mettono a conoscenza o confermano ciò che qualcuno poteva
sospettare. Emerge dunque la volontà dell'autore di dimostrare che non
si può liquidare il genocidio nel Ruanda, che ha provocato un milione
di morti ammazzati e quasi quattro milioni tra rifugiati e sfollati, semplicemente
facendo credere che si tratta di una lotta fra etnie diverse.