I
PO non costano troppo
Intervista a Siro Bassi coordinatore del Centro Misure Attive
D:
Negli ultmi anni c'è stato un forte aumento del nuemro di misure offerte
a persone disoccupate. È da mettere in relazione con l'utilità
di queste proposte?
R: A nostro giudizio le misure attive, in particolar modo i programmi occupazionali,
servono al disoccupato, perché si mantiene attivo nella propria professione,
o comunque in una professione molto vicina a quella che lui ha imparato. Noi
vogliamo che ogni programma occupazionale, per umile che sia, includa una parte
formativa. Quidni c'è anche la possibilità di migliorare la propria
formazione. Il mantenere occuapta la mente e il corpo in un'attività
ovviamente giova al disoccupato. Rare volte ho sentito dire: vado in un programma
occuapzionale normalmente dice: vado a lavorare.
D: Vale la pena di spendere milioni di franchi per le misure attive?
R: È un po' quello che si sente nelle strade. Tante volte si sente
dire che i disoccupati sono a casa a far niente, o magari sono nelle "bettole".
Queste persone disoccupate però percepiscono una indennità giornaliera,
sia che facciano un programma occuapzionale sia che non facciano niente. Non
dimentichiamo che se noi togliamo queste persone dalla loro disoccupazione e
li occupiamo attraverso un programma occupazionale sia che non facciamo niente.
Non dimentichiamo che se noi togliamo queste persone dalla loro disoccupazione
e li occupiamo attraverso un Porgramma Occupazionale, le attiviamo, richiamandole
all'importanza del lavoro.
Inoltre è doveroso fare anche un'analisi dei costi. Noi l'abbiamo fatta
per quanto concerne il Cantone Ticino e forse si tratta di una prima a livello
svizzero. Abbiamo cercato di scorporare i soldi investiti dalla Confederazione
nella lotta alla disoccupazione, analizzando separatamente i corsi, i salari
dei disoccupati e i costi dei programmi occupazionali senza il salario. Si ottengono
delle conclusioni piuttosto curiose che sono state anche pubblicate recentemente:
un partecipante ad un corso ci costa mediamente 80 franchi al giorno. Un partecipante
a un programma occupazionale invece ci costa praticamente la metà: circa
40 franchi. Inoltre nel caso dei programmi occupazionali, dobbiamo dire che
circa il 25/26% delle persone che frequentato o partecipato ad un programma
occupazionale, hanno trovato un posto di lavoro. Nel caso dei corsi, questa
percentuale è inferiore.
D: Questo vuol comunque dire che per il 75% delle persone la misura attiva
non ha funzionato? Oppure anche coloro che lasciano il programma senza un posto
di lavoro portano a casa qualcosa?
R: Non è corretto dire che la misura attiva non funziona, perchè
nelle analisi non ci si deve limitare ad un solo elemento per giudicare l'efficacia
della misura. Una persona esce da un'esperienza di programma occupazionale,
arricchita di conoscenze, arricchita dal desiderio di intraprendere delle ricerche
di lavoro. Anche questi sono dei punti positivi. È un vantaggio per il
disoccupato, che sicuramente stando a casa, non avrebbe.
D: Stiamo comunque vivendo un periodo di cambiamento importante. A volte
si ha l'impressione che più di posti di lavoro servirebbe un cambiamento
di mentalità.
R: Il ticinese, o chi vive oggi nel Ticino da puì di due o tre anni,
si è fatto una classificazione propria dei lavori. Alcuni lavori sono
per me, altri non sono per me. Purtroppo, tantissime volte osserviamo questo
fenomeno: anche in presenza di posti di lavoro liberi e non denigranti, forse
solo più umili, non si riesce a trovare delle persone. A mio giudizio
il Ticino è stato assoggettato all'idea del terziario. Tutti dovevano
essere impiegati d'ufficio. Tutti dovevano essere impiegati di banche. Oggi
non è più così perché nessuno può dire di
aver trovato il lavoro sicuro per tutta la sua vita. Questo perché? Perché
sono cambiate determinate cose. Non é colpa di nessuno. La colpa semmai
é delle mutazioni rapide che sono avvenute questi ultmi anni, delle mutazioni
tremendamente rapide, che non hanno dato il tempo né al settore industriale,
né al settore terziario, né al governo di organizzarsi. Non hanno
però nemmeno dati il tempo a noi di cambiare un po' la nostra mentalità.
Nel Ticino, essendo una zona marginale della Svizzera, avremo sicuramente maggiori
problemi nel reinserirci, nel riagganciare il vagone al terno. In ogni modo
positivi che indicano una tendenza al miglioramento. Il miglioramento sarâ
lento, ma è sufficiente che ci sia e che sia sicuro. Bisogna aver fiducia
in questo miglioramento.