1000
POSTI di lavoro dal riciclaggio dei tessili
Texaid chiede la collaborazione dei comuni e dei cantoni
Di Giovanni
Pellegri
"1000 posti di lavoro in Svizzera potrebbero essere creati se l'insieme
del tessile raccolto fosse trasformato e riciclato in Svizzera". È
quanto hanno affermato, lo scorso 3 novembre durante una conferenza stampa,
i responsabili di Texaid, presentando la nuova politica di raccolta e riutilizzo
dei vestiti usati. Texaid è una comunità di lavoro fondata nel
1973, che raggruppa diversi enti assistenziali (Croce Rossa Svizzera, Soccorso
Operaio svizzero, Soccorso d'Inverno, Caritas Svizzera, aiuto alle Chiese Evangeliche
Svizzere e Opera Kolping). La comunità di lavoro Texaid organizza e coordina
collette di indumenti usati su tutto il territorio tramite containers e collette
in strade con il celebre sacco rosso-bianco. II tessile raccolto è distribuito
agli enti assistenziali per le loro attività umanitarie, mentre il tessile
in eccedenza è venduto a prezzi di mercato in diversi Paesi, ridistribuendo
il profitto a favore delle attività sociale degli enti assistenziali
in Svizzera. 25 anni di esperienza nel campo del riciclaggio dei tessili hanno
permesso di lanciare questa nuova sfida: posti di lavoro dal riciclaggio dei
tessili e soprattutto indirizzati a quella fascia di persone senza formazione
che quindi rischiano maggiormente l'esclusione dal mondo del lavoro. La condizione
per affrontare questa nuova sfida è stata espressa molto chiaramente:
le autorità comunali e cantonali devono collaborare affinché si
autorizzino solamente le raccolte di tessili che lasciano il lavoro in Svizzera.
Texaid ricorda che le autorità comunali hanno piena libertà di
decisione per autorizzare la posa di containers o lo svolgimento delle collette
in strada, come ribadito da una recente decisione del Tribunale Federale (BGE
123 II 359). Nell'ambito del riciclaggio dei tessili la libertà di commercio
non esiste, sta alle autorità scegliere se vogliono sostenere raccolte
responsabili di tessili, capaci di creare lavoro in Svizzera o ditte commerciali
che di facciata presentano nomi di associazioni umanitarie, ma che in verità
vendono il tessile all'estero, dando una piccola percentuale del ricavo in beneficenza.
La creazione di 1000 posti di lavoro insomma sarà possibile solamente
con la collaborazione dei poteri pubblici. Uno sforzo in questa direzione è
già stato fatto. II gruppo Texaid ha sviluppato centri di smistamento
in Svizzera dove attualmente già circa 160 posti fissi sono stati creati
Altri posti temporanei sono presenti all'interno di programmi occupazionali.
Caritas Ticino all'interno del suo Programma Occupazionale "Mercatino"
lavora del tessile di proprietà di Texaid. Infatti grazie al lavoro di
persone disoccupate circa 1000 tonnellate di tessili sono raccolte (svuotamento
containers), lavorate, separate e recuperate. Infine, l'esportazione di materiale
già lavorato evita di inviare nei paesi del Terzo Mondo i nostri rifiuti
tessili. Uno studio recente svolto dall'Accademia Svizzera per lo Sviluppo e
confermato dalla Società Luso Consult di Colonia su domanda del Mistero
dello sviluppo della Germania, ha dimostrato che in Ghana per esempio 300'000
posti di lavoro sono creati con la lavorazione del tessile usato. Texaid ci
invita quindi nuovamente a sostenere una modalità responsabile di riciclaggio
dei tessili che deve basarsi non solo su un concetto giusto di economia delle
risorse, ma anche rispettoso del commercio del Terzo Mondo, attento alla creazione
di posti di lavoro in Svizzera e all'estero.
Il lavoro di Texaid
Ogni anno Texaìd raccoglie in Svizzera 14'000 tonnellate di indumenti
usati. Negli impianti di riciclaggio di Schattdorf sono smistate ogni giorno
manualmente 25 tonnellate di tessili, scarpe, indumenti sulla base di 120 criteri
differenti. In Ticino nella centrale di Caritas Tìcino a Gìubiasco
altre 4 tonnellate di tessili sono smistate giornalmente da persone disoccupate.
I capi di abbigliamento in buone condizioni, (circa il 50% degli indumenti)
possono essere riutilizzati senza nessuna trasformazione. Sono messi a disposizione
delle persone bisognose, gratuitamente o a prezzi estremamente modici nei deposìti
o nei negozi degli enti assistenziali in Svizzera e all'estero. Parte degli
indumenti viene spedita nell'ambito di interventi urgenti in regioni colpite
da catastrofi. I vestiti non utilizzati direttamente dalle opere di soccorso
sono messi in vendita sul mercato internazionale e i ricavi vengono devoluti
a enti assistenziali svizzeri. Gli abiti di cotone che non possono più
essere indossati vengono riciclati in stracci per l'industria; la lana è
venduta ad aziende di riciclaggio per la fabbricazione di lana rigenerata. I
tessuti sono smistati secondo i colori, puliti sfilacciati e tinti con colori
alla moda e quindi le fibre dopo filatura sono rimesse in commercio. Le stoffe
pesanti sono utilizzate per la fabbricazione di cartoni che sono in seguito
utilizzati come pannelli isolanti. Infine il 5 10% dei tessili inutilizzabili
perché in materia sintetica e in cattivo stato finiscono nelle discariche.