In
merito alla votazione sull'iniziativa del 29 novembre
DROLEG? NO GRAZIE!
Di Marco Fantoni
L'abbiamo
tentate tutte, ma non siamo arrivati a niente. Continuiamo a vedere persone
brancolare nei parchi o sulle piazze, con in mano una lattina di birra o una
bottiglia di vino. Sappiamo tutti chi sono e come vivono, soprattutto sappiamo
o pensiamo di sapere quale sia il loro scopo della giornata. Riuscire a procurarsi
la dose quotidiana. Non possiamo più permettere che si continui in questo
modo! Oltre a sacrificare continuamente la vita di persone, favoriamo il commercio
di droghe, che i vari mercanti di morte continuano a foraggiare arricchendosi
alle spalle dei consumatori. Non c'è più nulla da fare davanti
a questi commercianti di polvere bianca. L'unica via, a questo punto, è
liberalizzare le varie droghe, cosicché il mercato crolli, lo Stato potrà
coltivare, importare, produrre e commerciare stupefacenti, questo naturalmente
tenendo conto della tutela della gioventù. Quella gioventù che
attualmente, ad esempio, è tutelata dai vari canapai che spuntano come
i funghi, salvo poi vedere la stessa gioventù tutelata, all'esterno dei
negozi ad acquistare "merce" dal maggiorenne mandato per procura.
Questa iniziativa ha pure un altro effetto, già presente per i canapai
e cioè il turismo estero. Saremmo, infatti, una primizia in Europa e
questo andrebbe a vantaggio di tutti. Soprattutto però abbatterebbe i
guadagni dei commercianti di morte. E si, perché questi non avranno più
commercio in Svizzera. Si limiteranno ad acquistarla a poco prezzo da noi per
rivenderla all'estero. Diventeremo così anche complici. Ma forse non
lo scopriranno troppo presto, in quanto il testo dell'iniziativa, prevede di
vietarne la pubblicità. Provate ora ad immaginare chi fa uso di droghe
e deve continuamente arrabattarsi per procurarsi la dose quotidiana, andare
tranquillamente presso concessionari di stupefacenti e procurarsi senza troppi
problemi quello che cerca. Beh, non dovrebbe più preoccuparsi molto,
avrebbe servito il tutto su un piatto. Così anche un altro passo verso
il progresso sarebbe compiuto, i primi in Europa ad abbattere la barriera della
vendita pubblica. Che onore per il nostro Stato. Sarà la ricetta del
futuro per poter finalmente risolvere in parte il problema delle dipendenze.
Stimolerebbe senz'altro chi fa uso di droghe ad abbandonare questa strada in
quanto oramai è diventato troppo facile procurarsi la dose giornaliera.
SOGNO O INCUBO
Questo sogno, o meglio incubo di una mattinata di metà autunno è
quanto in diversi, spero pochi, si ritrovano a raccontare, sui giornali, in
radio e televisione, nei congressi politici, magari con ali giovanili a sostenerli
ed il resto a respingerli. Ma vogliamo davvero continuare a portare avanti questa
cultura della morte, vogliamo veramente addossarci la responsabilità
come essere umani di dare la competenza allo Stato di vendere liberamente le
droghe (non che lo debba fare qualcun altro!)? Vogliamo veramente rassegnarci
e dire che una persona dipendente non può essere accompagnata in un cammino
diverso da quello proposto in questa votazione dagli iniziativisti? Vogliamo
dire loro: "Mi dispiace, pensiamo che per te, per non ingrassare i trafficanti,
la soluzione è quella di darti liberamente la tua dose quotidiana".
CARITAS TICINO DICE NO
La strada è un'altra! Caritas Ticino, si è già espressa
chiaramente in occasione della votazione "Gioventù senza droghe"
dello scorso anno, sostenendola, dove emergeva lampante che la droga non si
vince con la droga, che bisogna dare la vita non la morte, che non bisogna illudersi
di liberare mentre si favorisce la schiavitù. Non sono in possesso di
dati oggettivi, ma nelle scuole, nelle varie feste, ecc., l'aumento del fumo,
degli spinelli è percettibile. Che sia una coincidenza con l'apertura
dei canapai? Questo è solo un campanello d'allarme che proiettato verso
un risultato a favore dell'iniziativa, lascia intravedere dove la strada può
portare. Non lasciamoci dunque trascinare da questa cultura della rassegnazione
che porta ad abbandonare la speranza nell'uomo. Se lo fai per la droga entri
in un vortice che ti trascina anche per altre difficoltà. Se vogliamo
veramente combattere i trafficanti di droga, le soluzioni sono altre e vanno
ricercate a livello politico giudiziario e di cultura dell'essere umano rispetto
a se stesso. Dunque in tutto l'agire della persona in ogni strato della società
civile. Per promuovere una cultura positiva della vita, spazziamo il campo da
ogni equivoco e preoccupiamoci di liberare le persone e non di liberalizzare
le sostanze.