LE
ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI ECCLESIALI SULLA QUESTIONE DELL'ABORTO
Proprio mentre si viveva la Giornata diocesana per la vita, le associazioni e
i movimenti ecclesiali che hanno organizzato questa giornata, hanno elaborato
una presa di posizione sul previsto adeguameto della legge federale sulla "soluzione
dei termini". Ecco il testo: La questione dell'aborto è grave. II
modo in sui uno Stato 1 affronta con le sue leggi segna il discrimine tra l'umanità
e la disumanità di tutto l'ordinamento giuridico. Non è possibile
che una simile questione venga ridotta come spesso è accaduto nel dibattito
di questi giorni a un problema di scollamento tra prassi e diritto: insomma il
problema sarebbe quello di adeguare 1 attuale legge, che continua a proteggere
il nascituro, alla pratica della maggior parte dei Cantoni, che concedono con
facilità l'autorizzazione all'aborto. Non resterebbe dunque che allargare
le maglie della legge, scegliendo tra una "soluzione dei termini" a
14 e una a 12 settimane è quanto al massimo concede il dibattito, nella
politica e nei media. E invece non è possibile tacere la vera domanda cui
va data risposta sempre, in qualsiasi situazione, per quanto difficile e drammatica
essa possa presentarsi alla donna o alla coppia: che cos'è quell'embrione,
quel feto che potrebbe, che sta per essere cancellato dall'aborto? A questa domanda,
comunque, non può sottrarsi chi ha il compito di fare le leggi. È
irragionevole affermare che la risposta sia di tipo soggettivo, che ognuno può
dare la risposta che crede, purché non pretenda di trarne delle conseguenze
sociali e politiche. Un'osservazione attenta, capace di servirsi dei mezzi messi
a disposizione dalla scienza, riconosce che quella "cosa lì'; quell'insieme
di cellule, già da subito, è una vita umana, anche se nascosta e
ancora implicita nella sua forma. Ce la sentiremmo di affermare che la protezione
di un essere umano già nato è una questione soggettiva? E di bollare
come "intollerante" chi sostenga il divieto dell'assassinio? II grande
rispetto per la donna in reale difficoltà, la comprensione per chi, sotto
la pressione di situazioni drammatiche, ha sbagliato, possono spingere a soluzioni
legislative e pratiche estremamente aperte. Ma non a tacere quello che gli occhi
della ragione umana vedono. È una questione di ragione, non di fede. Lo
affermiamo da cristiani, grati alla Chiesa che non cessa di difendere, insieme
ai diritti di chi è in assoluto più debole e indifeso, anche i diritti
della ragione.
È
quanto ci permettiamo di ricordare agli uomini politici che dovranno ancora
decidere, agli operatori dei media che dovranno aiutare la formazione dell'opinione
pubblica.
Azione Cattolica
Caritas Ticino
Comunione e Liberazione
Movimento dei Focolari
Rinnovamento nello Spirito
Scaut AEC
Sì alla Vita