La
PAROLA alla TV
"il vangelo in casa"
La
nuova rubrica di Caritas Insieme su Teleticino (TLC) ogni sabato alle 18.30
e in replica a domenica alle 18.00
Di Roby Noris
Se S.Paolo fosse vissuto oggi, avrebbe usato il satellite. Dal 20 febbraio Caritas
Insieme dà una mano alla diffusione del Vangelo.
Per molti di noi il 20 febbraio è solo il terzo sabato del mese, ma per
i cristiani è il primo sabato di Quaresima, un tempo speciale di conversione.
Quale occasione migliore per lanciare una nuova rubrica di Caritas Insieme TV:
La casa sulla roccia.
In realtà si tratta di qualcosa di già noto, in un certo senso,
perché noi non facciamo altro che rilevare la rubrica condotta da Mons.
Noè, parroco di Campione, che precederà Caritas Insieme fino al
20 febbraio appunto.
Si tratta di qualcosa di nuovo, perché a condurre questo momento di riflessione
sulla Parola di Dio della S.Messa domenicale saranno don Giorgio Paximadi, parroco
di Grancia e ***, e Dante Balbo, diacono permanente.
Don Paximadi sarà l'esperto, è professore di Sacra Scrittura alla
facoltà teologica di Lugano, mentre a me toccherà il ruolo di
stimolatore, interlocutore, provocatore e quant'altro occorra per offrire al
nostro ospite la possibilità di trarre dalla Parola di Dio una lezione
di vita.
Fin qui il succo, detto in poche righe di un'iniziativa di Caritas Ticino per
aiutarci a misurarci con la parola che salva.
Il resto è sorpresa, per chi vorrà semplicemente anticipare di
un quarto d'ora la visione di Caritas Insieme Tv.
E Caritas Ticino cosa c'entra con tutto questo, visto che il suo campo d'azione sono i poveri, i disoccupati, le donne discriminate o più in generale i problemi sociali e politici?
Non bisogna andare lontano per cercare le ragioni di un nostro intervento a favore della diffusione della Parola di Dio.
La prima è molto
pratica: fornire ad un pubblico ticinese di una televisione ticinese un servizio
realizzato da persone che operano sul territorio.
Don Giorgio, oltre che un nostro amico, è un fine esegeta, ma anche un
parroco, appassionato della Scrittura, ma ancor di più dell'uomo a cui
portarla.
Per la seconda ragione dobbiamo invece ritornare allo specifico pastorale della
Caritas Diocesana: l'attenzione ai poveri.
Lo abbiamo visto molte volte, dalle pagine della rivista o dai servizi della
trasmissione televisiva, dai momenti di formazione interna a Caritas ticino
e dal nostro osservatorio di servizio sociale, i poveri ci sono, anche se sono
diversi da come li immaginiamo.
Ma c'è una nuova forma di povertà cui non si bada, che tuttavia
è capace di mandare in pezzi una società intera.
"Lo si vede bene, - ebbe a dirmi un giorno un amico diacono, - quando si
celebra un funerale. La chiesa è gremita, perché la morte segna
profondamente la coscienza, interrogando soprattutto i vivi sul loro destino.
eppure sono là tutti come statue, senza parole, senza saper rispondere,
senza sapersi confrontare con la parola di vita che viene proclamata in quelle
occasioni."
Oggi si parla di età post-cristiana, perché la parola di Dio non
alimenta più i nostri sogni.
Ma se i nostri sogni sono affamati, se non trovano più una sorgente,
prima o poi si affievoliscono e si spengono, o, peggio, si trasformano in terrificanti
illusioni che lasciano l'amaro in bocca e la noia nell'intimo.
Il Dio dei cristiani ha compiuto il prodigio più straordinario che potesse
accadere nella storia: si è incarnato, è una persona, ha un cuore
d'uomo. Ma se non lo si conosce, non lo si incontra nei nostri amici e nella
sua stessa Parola, rischia di essere sempre un fantasma, un'idea o, nella peggiore
delle ipotesi, una caricatura moralistica della vita che si ha tutte le ragioni
di rifiutare.
Diceva un rappresentante africano ad un convegno ecclesiale: "Toglieteci
Gesù Cristo e ci renderete poveri due volte."
È paradossale, ma nei paesi dove la povertà si misura in milioni
di morti per malattia e fame, le persone sanno ancora cosa è importante
per vivere.
Vocazione di Caritas Ticino allora significa rispondere a questa povertà,
ben più devastante di quella economica, ben più distruttiva della
"crisi".
Per questo abbiamo scelto l'informazione come uno dei pilastri della nostra
opera e, ancora per questo non potevamo sottrarci alla possibilità di
promuovere la diffusione della Parola di Dio oltre le mura delle nostre chiese.
Permettetemi infine, una battuta: avevamo il movente, avevamo le armi; non farlo,
sarebbe stato un delitto!