Il contributo
di un nobel a favore delle DONNE
Lo
straordinario nel quotidiano
Sgrid
Undset è nata in Danimarca il 20 maggio 1882, figlia di un antropologo
di fama internazionale. Poco dopo la sua nascita la famiglia si trasferì
a Cristania (Oslo). Il padre morì quando Sigrid aveva undici anni. La
bambina era legatissima al padre che le aveva trasmesso il suo amore per la
storia e per il folklore norvegese. Le letture preferite di Sigrid erano le
saghe nordiche. A 16 anni lasciò la scuola e trovò lavoro in un
ufficio, cosa poco comune a quell'epoca per una donna.
Conobbe così un nuovo universo che la portarono a scrivere racconti sulla
condizione delle donne lavoratrici. Conobbe abbastanza presto un certo successo
e ottenne anche una borsa di studio che le permise di lasciare il lavoro e di
consacrarsi a tempo pieno alla letteratura.
Si recò in Italia e conobbe un ambiente affascinante di scrittori e artisti
provenienti da diversi paesi. A Roma incontrò un pittore norvegese, Svarstad,
sposato e padre di tre bambini e in quel periodo scrisse il suo primo lungo
romanzo "Jenny". Questo libro scaturito dal suo interesse per la situazione
della donna, che l'aveva spinta a un intenso lavoro per la sua liberazione,
tracciava la lotta di una di queste, oppressa dai pregiudizi e dall'ostracismo
di una società impietosa. Il romanzo e il suo matrimonio con Svarstad
suscitarono in Norvegia un grande scandalo. Il figlio primogenito, Andres, nacque
a Roma, ma sembrava dovesse avere una vita molto breve, si ammalò gravemente
e i medici non lasciarono nessuna speranza. Il bambino non succhiava il latte,
rischiando di morire di fame e la madre si ammalò in seguito a una mastite.
Sigrid Unset rimise insieme le ultime forze e rientrò in Norvegia. La
lotta per tenere in vita il bambino e l'angoscia che la madre deve aver vissuto
in quei tre lunghi giorni di viaggio in treno, possiamo leggerle in diverse
pagine dei suoi romanzi, in particolare in Kristin Lavransdatter.
In Norvegia nasceranno altri due figli, Mauren Charlotte e Hans. Questo periodo
della sua vita fu fra i più fecondi ma anche fra i più faticosi,
oltre ai suoi tre figli allevò anche quelli del marito avuti dal precedente
matrimonio, uno dei quali malato mentale, ben presto si rese conto che anche
sua figlia, così dolce e bella, era debile. Con suo marito che ha amato
con grande passione le cose non funzionarono, anch'egli dava segni di pazzia
e la convivenza diventò insostenibile. Lavorava di giorno per mandare
avanti la sua grande casa, in alcune sue lettere descrissee le giornate dedicate
a salare la carne per l'inverno, a preparare marmellate, a impastare il pane,
a cucire abiti per i figli, utilizzando i bei tessuti dei suoi abiti di Roma,
ormai inservibili, a curare le piante e i fiori del suo giardino. La natura
ha sempre avuto un ruolo importantissimo nella sua vita. E nei confronti dei
figli era di una grande sollecitudine, era una madre molto severa ma piena di
attenzioni, leggeva loro per ore. La sera, quando il silenzio regnava in casa,
si sedeva alla scrivania e lavorava fino al mattino, scrivendo romanzi, articoli,
preparando conferenze.
Nel 1928 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura per il suo immenso
lavoro ma in particolare per i romanzi epici Kristin Lavransdatter e Olav Audunssön.
Utilizzò il premio per creare un fondo per le famiglie con bambini andicappati
per permettere loro di tenere in casa i figli e delle borse di studio a favore
di famiglie cattoliche povere, affinchè potessero iscrivere i loro figli
in scuole cattoliche (quindi a pagamento).
La situazione economica di Sigrid Undset, dopo l'enorme successo dei suoi romanzi,
divenne florida e le permise di garantire il benessere della sua numerosa famiglia
ma anche di sostenere con interventi puntuali molte situazioni di bisogno.
Nei primi anni di matrimonio l'impegno pubblico di Sigrid Undset fu dedicato
alla lotta per la dignità della donna. Non si ritrovava con la corrente
femminista che la circondava, in particolare per la coscienza del valore della
maternità. Raccolse tutti i suoi scritti nella pubblicazione "Punto
di vista di una donna".
Nel periodo successivo si impegnò in altre battaglie: contro il materialismo,
contro l'individualismo e contro il dominio dell'uomo sull'uomo e su tutte le
cose. Nel 1935 Sigrid Undset scrisse un primo articolo di denuncia contro il
nazismo e i suoi attacchi continueranno negli anni seguenti. Avendo molti lettori
in Germania, la sua sfida al nazismo suscitò un grave scandalo e i suoi
libri furono proibiti. Quando i tedeschi invasero la Norvegia, le autorità
consigliarono alla Undset di fuggire. Risalendo l'arcipelago con gli sci, attraversò
la Lapponia per raggiungere la Svezia. A Stoccolma la raggiunse la notizia della
morte del primogenito, colpito da una pallottola tedesca. Il dolore per questa
perdita, che seguiva di poco la morte della figlia Maureen, colpì come
un fulmine la donna, che perdette la salute ma si aggrappò con tutte
le forze al lavoro nella resistenza. Visse gli anni della guerra negli Stati
Uniti dove continuò a scrivere e a tenere conferenze.
Rientrò in Norvegia, stanca e priva di forze, lo sguardo dei suoi spendidi
occhi ormai spento dal dolore per le sue tragedie personali e quelle dell'intera
Europa. Giunta nella sua casa si guardò intorno e le si strinse il cuore
vedendo la sua scrivania, ereditata dal padre e sulla quale aveva scritto i
suoi romanzi, ridotta in briciole dai Tedeschi.
Continuò la sua opera fino alla morte, sopraggiunta il 10 giugno 1949.