Da
Caritas Insieme TV del 27/28 febbraio 1999
LEGGE ASSISTENZA
Nuove
prospettive dopo lintroduzione della nuova Legge cantonale
Di Marco Fantoni
Abbiamo
incontrato Franco Moser,
capo dellUfficio del sostegno sociale e dellinserimento di Bellinzona
per fare il punto sulla situazione nellambito dellassistenza cantonale.
Dal primo gennaio 1998 è entrata in vigore la nuova legge sullassistenza
sociale con misure improntate anche allinserimento professionale di persone
che per diversi motivi, negli ultimi anni, sono stati esclusi dal mondo del
lavoro. A Franco Moser abbiamo dunque rivolto alcune domande.
D: LUfficio cantonale
di assistenza ha cambiato nome in Ufficio del sostegno sociale e dellinserimento,
è dunque cambiata anche la filosofia di lavoro nel vostro settore?
R: Si, la filosofia è cambiata, perché, se precedentemente lintervento
del nostro ufficio si limitava alla concessione di prestazioni di sostegno finanziario,
oggi nellambito della modifica legale, lufficio deve anche adattarsi
a promuovere azioni di reinserimento professionale, specialmente per quella
categoria di persone che si trovano in una situazione di provenienza dalla disoccupazione.
D: È dunque cambiata
anche la tipologia delle persone che fanno capo ai vostri servizi?
R: Negli ultimi anni e le statistiche lo confermano, laumento delle
domande di assistenza sono state rilevate soprattutto per la disoccupazione
e per redditi insufficienti.
D: Cosa deve fare una
persona che vuole usufruire dei vostri servizi?
R: Una persona che ritiene di trovarsi in una situazione di disagio finanziario,
in poche parole una persona i cui introiti non sono sufficienti per le necessità
delleconomia, deve unicamente compilare un formulario che si trova presso
la cancelleria comunale del proprio domicilio, allegare una documentazione che
attesti questa situazione di disagio. Tutta la documentazione arriva poi allufficio
del sostegno sociale e dellinserimento e quel momento si stabilisce lentità
dellintervento finanziario.
D: Da chi è sopportato
lintervento finanziario?
R: Lintervento è sopportato nella misura del 70% dal Cantone e dal
30% dal Comune di domicilio del richiedente. Va ricordato però che qualora lufficio
dovesse azionare una procedura di recupero nei confronti del beneficiario, evidentemente
anche il Comune di domicilio ne beneficerà nella misura del 30%.
D: Quali sono i servizi
che offrite?
R: Oggi si può dire che non ci limitiamo unicamente ad elargire una prestazione,
la modifica della legge sullassistenza ci permette di contattare queste
persone, di verificarne le potenzialità nel campo lavorativo e di proporre,
se fosse il caso un inserimento professionale.
D: Sappiamo che ultimamente
i casi sono aumentati, però già in precedenza diverse persone facevano capo
ai vostri servizi. A queste persone che sono da diversi anni in assistenza,
quali soluzioni possono essere prospettate attraverso i vostri servizi?
R: Se la loro causa è determinata dalla disoccupazione, evidentemente questa
nuova modifica legale ci permetterà, noi lo speriamo, di poter inserire queste
persone in una nuova attività lavorativa. Evidentemente per chi proviene dalla
disoccupazione e questa persiste da diverso tempo, avremo delle difficoltà.
Dovremo quindi trovare dei datori di lavoro o organizzatori di programmi occupazionali,
ben disponibili ad assumere anche una categoria con queste caratteristiche particolari.
D: Quali sono le maggiori
difficoltà nel vostro lavoro?
R: La difficoltà è che sempre di più, oggi, la persona anziana non riesce
a reperire unattività lavorativa. Dunque si può dire che se da una parte
abbiamo i giovani che non entrano nel mercato del lavoro, dallaltra gli
anziani che sono dimenticati nellambito lavorativo. Si potrebbe quindi
dire che giovani ed anziani, sono le categorie di persone che chiedono prestazioni
al nostro ufficio.
D: Ultimamente le finanze
statali, del Cantone, hanno avuto difficoltà, ci sono stati tagli un po
in tutti i settori, però da parte vostra, con queste misure ne esce una facciata
dinamica del vostro ufficio.
R: Bisogna dire che ci sono stati tentativi anche per contenere le spese
nel campo dellufficio. Evidentemente il politico ha capito che una delle
azioni più importanti è quella dellinserimento professionale, per questo
devo dire che le proposte sottoposte nei preventivi 1998-1999 sono state accettate
dal politico, che ha ritenuto la proposta di unattività lavorativa in
contrapposizione ad una permanenza nellassistenza, la miglior soluzione.
D: Una delle misure proposte
dal vostro servizio, sono i programmi temporanei dinserimento. Ci potrebbe
dire in quali settori e quali sono gli obiettivi di queste misure?
R: Devo dire che la modifica legale è entrata in vigore il 1 gennaio 1998
ed è divenuta operativa allinizio dello stesso anno. Alla fine di febbraio
1999, possiamo dire che complessivamente 238 persone hanno potuto essere inserite
professionalmente. Su 238, evidentemente non tutte le soluzioni prospettate
sono state concretizzate, perché, in taluni casi le persone hanno dovuto abbandonare
per motivi indipendenti dalla loro buona volontà questa attività, per subentrata
incapacità lavorativa e determinati da condizioni di salute. Però un punto molto
favorevole, è che nellambito di questo periodo annuale, abbiamo costatato
che 12 persone hanno potuto essere inserite definitivamente in unattività
regolare. Se calcoliamo 12 persone su 238, si potrebbe anche dire che è un numero
abbastanza limitato. Per noi è una soddisfazione che 12 persone non debbano
più far capo alle prestazioni previste dallufficio del sostegno sociale
e dellinserimento.
D: Sicuramente un dato
positivo. In quali settori professionali sono stati inseriti?
R: Noi abbiamo proposto degli inserimenti professionali nei comuni, nelle
case per anziani, negli istituti sussidiati del Cantone e collaborato anche
con delle associazioni che operano non a scopo di lucro. In questi casi il maggior
numero di inserimenti sono toccati alle case per anziani, 55 persone, una cinquantina
nei comuni del Canton Ticino, anche se non tutti hanno dato seguito alla nostra
richiesta di partecipazione e circa 40/50 persone sono occupate in organizzazioni
non profit.
D: Questo fatto dei Comuni,
almeno in parte, che non hanno dato seguito alle vostre richieste, è dato da
un motivo di concorrenza, oppure ci sono motivi contingenti dove il Comune non
ha a disposizione dei posti?
R: Forse la mancanza è anche nostra, perché non abbiamo pubblicizzato sufficientemente,
nei confronti dellautorità comunale, queste possibilità di impiego che
avrebbero permesso, da una parte di avere magari qualche spesa supplementare
nel campo sociale, ma dallaltra la possibilità che la persona stessa si
rendesse utile alla comunità. In futuro lidea sarebbe quella di poter
contattare direttamente i 245 comuni, affinché vi siano delle proposte in numero
ben superiore a quelle finora ricevute. Purtroppo, in taluni casi, i comuni
non dispongono di mezzi necessari sufficienti. Si potrebbero considerare 2-3-4
comuni associati e immettere una persona nellambito professionale.
D: A proposito di queste
persone che sono state inserite definitivamente in attività fisse, la persona
allinterno di questi programmi di inserimento, deve attivarsi, darsi da
fare per cercare un posto di lavoro. Questo potrebbe essere uno stimolo in più
sapere che le persone hanno la possibilità di trovare un posto di lavoro fisso.
Voi avete anche in prospettiva altre misure a sostegno?
R: Il nostro programma di inserimento, è molto diverso da quello che è linserimento
professionale nel campo del Centro misure attive, in quanto la nostra attività
si svolge sullarco di un anno e permette a queste persone di poter riacquisire
il diritto alla disoccupazione e a tutte le misure previste dalla Legge sulla
disoccupazione, tra cui anche quella di continuare a poter disporre personalmente
del proprio collocatore, per trovare altre soluzioni. Noi abbiamo proposto agli
organizzatori di programmi di occupazione, di permettere a queste persone di
frequentare anche corsi di formazione, di riqualifica, affinché poi possano
disporre di maggiore esperienza ed avere la possibilità di trovare unoccupazione
definitiva.
D: È dunque importante
far sapere a persone che frequentano questi programmi di inserimento, pur non
avendo più diritto alle legge disoccupazione, che hanno diritto ad usufruire
dei servizi degli Uffici regionali di collocamento.
R: Sì, è esatto. Il programma di occupazione temporaneo del Centro misure
attive, è un programma di sei mesi e non permette poi di ripristinare il diritto.
Il nostro programma permette il ripristino delle misure previste dalla Legge
sulla disoccupazione. Bisogna però rendere attento il soggetto che durante il
periodo in cui è occupato nellambito del nostro programma di inserimento
non deve abbandonare le ricerche, perché essendo un contratto di precarietà
e quindi a termine, ben sapendo che non cè la certezza matematica di un
inserimento definitivo, la persona deve contattare regolarmente lUfficio
di collocamento, affinché il suo nominativo possa essere riconsiderato per un
futuro collocamento.
D: Dopo questo primo
anno di esperienza, potete sostenere che le persone che sono inserite, sono
persone che hanno appena terminato il diritto alla disoccupazione o notate che
ci sono anche persone che da diverso tempo usufruiscono dei vostri servizi?
R: Una valutazione definitiva di questo primo anno di attività, sarà fatta
probabilmente nel corso del mese di aprile, perché dovremo anche tener conto
delle esperienze negative e positive per proporre anche modifiche. La maggior
parte dei casi in cui noi ci siamo impegnati allinizio di questa modifica
legale, è stata quella di cercare di inserire le persone che da diverso tempo
beneficiavano di nostre prestazioni, tralasciando, forse, quelle persone che
da poco avevano terminato il diritto alla disoccupazione. Oggi costatiamo che
taluni comuni, già il segretario comunale ci segnala il nominativo della persona,
affinché passi direttamente dal programma di occupazione o dalla fine del diritto
alla disoccupazione, direttamente nellambito di un programma organizzato
dal nostro ufficio.
D: numeri dei disoccupati
sembrano diminuire, sia a livello nazionale che cantonale. In effetti, però,
è il numero di persone che ha diritto alla disoccupazione che diminuisce, una
parte di questi non avendone più diritto si ritrova a chiedere lassistenza,
Dunque una diminuzione in un settore, ma un possibile aumento nellaltro.
Sarà uno scenario costante dei prossimi anni o in base alle vostre statistiche
si può affermare il contrario?
R: Le statistiche affermano il contrario, perché, confrontando i dati 1997
e i dati 1998 abbiamo avuto nella casistica dei disoccupati una diminuzione
di cento incarti di lavoro, quindi si potrebbe sostenere che leconomia
finanziaria permette, oggi, di assumere queste persone che provengono direttamente
dalla disoccupazione. Daltra parte però, non bisogna dimenticare, che
non tutti i casi il cui soggetto termina il diritto alla disoccupazione, passano
allufficio del sostegno sociale e dellinserimento. È dunque difficile
valutare che cosa ci riserverà il futuro. Noi speriamo che leconomia finanziaria
permetta in futuro di poter accogliere queste persone, evitando che lufficio
dellassistenza abbia unesplosione di casi come è stato costatato
negli anni tra il 1992 e il 1996.
D: Una persona inserita
che fa capo ai vostri servizi che ha un lavoro, riceve un certo salario, che
però non potrebbe essere sufficiente a coprire il fabbisogno personale o della
famiglia. Il vostro intervento continua, comunque.
R: Qualora fossimo confrontati con delle situazioni la cui composizione
della famiglia, o coi costi delleconomia, determinano un intervento finanziario
di complemento, il nostro ufficio concede questa prestazione, affinché la persona
disponga poi delle necessità complessive, per permettere tutte le esigenze della
sua situazione.
D: programmi di inserimento
hanno dunque una ricaduta positiva sulle persone.
R: La ricaduta non è solo legata al fatto di far rinascere o di ripristinare
i diritti previsti dalla legge sulla disoccupazione, ma è anche il fatto che
la persona "si tiene in allenamento, socializza, ha nuove conoscenze, ha
delle esperienze lavorative, che secondo me possono favorire il suo inserimento
definitivo in un futuro".