Servizio
sociale di Caritas Ticino: la
linea d'ombra del benessere o la frontiera della povertà
A
guardarli sulla carta sono numeri, a ricordarli sono una folla incredibile:
quasi 500 persone l'anno si rivolgono sl Servizio Sociale di Caritas Ticino,
di queste, 275 per la prima volta
Di Dante Balbo
Da che pulpito
viene la predica? Autoritratto
Caritas Ticino da queste pagine o dagli schermi degli oltre 16.000 spettatori
che ogni settimana seguono Caritas Insieme TV, spesso si occupa di povertà,
contesta cifre, discute punti di vista, precisa e puntualizza.
Ma quale autorità abbiamo per parlare di queste cose?
A Caritas Ticino i poveri li vediamo ancora o siamo troppo impegnati dietro
le telecamere o sulle tastiere dei computer per ricordarci di loro?
Dove è finita la solidarietà spicciola, il luogo dove trovare 20 franchi se
ne hai bisogno?
Qualcuno si domanda se Caritas Ticino non abbia dimenticato la sua vocazione
alla Carità concreta, quella per cui la mano destra non sa quello che fa la
sinistra.
DOSSIERS SERVIZIO SOCIALE CARITAS TICINO
Dossiers annuali* |
seguiti |
vecchi |
nuovi |
archiviati |
1996 |
427 |
139 |
288 |
259 |
1997 |
455 |
170 |
285 |
265 |
1998 |
447 |
195 |
252 |
250 |
TOTALE |
1329 |
|
825 |
774 |
media |
443 |
|
275 |
258 |
Dossiers nuovi per operatore
(media ) 91 per anno
Media dossiers seguiti da un operatore 147
*un dossiers corrisponde a più persone dello stesso nucleo familiare
Possiamo tranquillizzare i dubbiosi, perché Caritas è ancora Servizio sociale
e, anzi, lo è sempre di più.
Da quattro anni ci siamo dati uno strumento stabile di valutazione del
nostro lavoro in ambito sociale diretto e possiamo dare cifre che mostrano
come il Servizio Sociale di Caritas Ticino, pur non disponendo di nuove forze,
ha aumentato considerevolmente i suoi impegni.
Nel 1995 i dossiers aperti erano 252, mentre nel triennio successivo, la media
delle situazioni trattate era di 443 allanno.
Incarti, Casi, Dossiers, Utenti, parole tecniche per dire ben altro
Noi nelle statistiche parliamo di casi, di dossiers, di incarti, ma ognuno
di essi è una persona, una famiglia, una situazione complessa.
Se diciamo per esempio che 825 incarti nuovi sono stati aperti dal 96 al 98,
stiamo in realtà parlando di un paio di migliaia di persone che sono venute
in contatto con noi per problemi di carattere sociale i più svariati.
In media quindi negli ultimi tre anni, 275 situazioni si sono presentate al
nostro Servizio Sociale.
Il volume di lavoro è impressionante se si considerano i totali di incarti
trattati negli ultimi tre anni: 1329, per una media di 443 lanno.
La situazione di povertà descritta con enfasi dalla stampa è effettiva, ma si riferisce alle situazioni precedenti lintervento di sostegno che la Confederazione e i Cantoni predispongono
A lavorare
nel nostro servizio sono quattro operatori, per meglio dire, tre operatrici
e un operatore, ripartiti in realtà in tre posti di lavoro a tempo pieno.
Questo significa che mediamente ogni anno ognuno di noi ha incontrato una novantina
di situazioni nuove e ha seguito complessivamente 447 utenti nei tre anni precedenti,
cioè circa 150 incarti lanno.
Gli operatori sono in certo modo intercambiabili, perché non esistono settori
specifici nel servizio sociale, che tenta invece di lavorare in equipe.
Tuttavia in relazione a specificità degli operatori o a scelte di Caritas Ticino,
possono essere evidenziati quattro differenti supporti, oltre a quello più generale
del Servizio Sociale propriamente detto:
Lattenzione agli anziani, con unoperatrice che ad essi si dedica
in particolar modo, rientrando nei servizi finanziati in parte dalla Confederazione
oggi e dalla legge Spitex in futuro.
Lattenzione agli stranieri, soprattutto per ragioni storiche, che fruisce
della competenza di una operatrice impegnata dallinizio degli anni '80
in questo ambito, che ancora oggi, nonostante questa problematica sia tecnicamente
coperta da altri servizi, necessita ancora di un certo impegno.
Il servizio pronto Caritas, che mette insieme le esigenze di disoccupati e di
famiglie in cerca di assistenza per un anziano o un portatore di handicap, favorendo
la soluzione di entrambi i problemi, attraverso un lavoro di raccolta dati e
coordinamento.
Uno spazio di psicoterapia individuale, grazie alle competenze di uno degli
operatori del Servizio, psicoterapeuta abilitato allesercizio in Ticino;
infine, ma solo perché lultimo nato, il consultorio del progetto Sigrid
Undset, per la difesa delle pari opportunità fra uomo e donna nellambito
professionale, che ha preso il via questanno ufficialmente e che trova
ampio spazio sulla nostra rivista.
Per queste specificità del Servizio Sociale, che qui sottolineiamo per completezza
descrittiva, non riportiamo dati dettagliati, per mantenere la essenziale unità
e globalità del Servizio Sociale, che non può e non vuole essere frammentato
in specializzazioni superflue, ma si presenta come una struttura dinamica e
flessibile, che di volta in volta risponde alle diverse esigenze emergenti sul
territorio.
Il quadro, almeno nelle sue linee essenziali, non sarebbe completo se non parlassimo
delle situazioni che si sono concluse e sono state archiviate dal nostro servizio.
Per tutelare la dignità della persona, la carità si trasforma. Efficienza e umanità, analisi minuziosa del bisogno e ascolto della persona, schematizzazione statistica e attenzione alla persona, si fondono per cammianre con i nuovi poveri sulla strada del rispetto e della promozione umana
Qualcuno infatti
potrebbe dire che una cifra così alta di persone seguite è una dimostrazione
di superficialità, perché nessun servizio sociale che si dica tale può lavorare
con simili numeri.
Se infatti 825 sono stati i casi nuovi registrati nel triennio 96-98, quasi
altrettanti nello stesso periodo sono stati archiviati (774).
A fronte dei 275 nuovi casi mediamente ogni anno, abbiamo 258 situazioni archiviate.
Questo dato ci dice già molto sul nostro modo di lavorare.
Il servizio sociale, si caratterizza come un luogo di intervento dinamico, in
cui le persone non vengono etichettate come irrecuperabili, ma spronate ad utilizzare
al meglio gli strumenti che hanno a disposizione o che possono imparare ad utilizzare.
Lo stesso concetto che ha mosso i programmi occupazionali nel loro formarsi,
la scommessa che gli esclusi non sono esclusi mai definitivamente, anima lintervento
del Servizio Sociale, aiutandoci a non considerare chi viene da noi come una
persona che dovrà dipendere sempre dagli altri, Stato o Caritas che siano, per
camminare e risolvere i suoi problemi.
I poveri sono tra noi: schizzi di vita
Abbiamo parlato di noi, della struttura e delle offerte del Servizio Sociale,
ma chi sono le persone che vengono a chiederci aiuto?
Quando si dice che la Svizzera è il paese più ricco del mondo, forse si esagera,
ma è pur vero che il grado di benessere qui da noi è elevato.
Eppure lo attestano gli studi che tempestano lopinione pubblica di dati
sconcertanti: i poveri in Svizzera sono moltissimi, anche se hanno un lavoro
non riescono a tirare la fine del mese.
Noi abbiamo contestato questi dati, a più riprese, perché sosteniamo che gli
strumenti di protezione sociale e di garanzia del minimo vitale esistono e sono
efficaci.
La situazione di povertà descritta con enfasi dalla stampa è effettiva, ma si
riferisce alle situazioni precedenti lintervento di sostegno che la Confederazione
e i Cantoni predispongono.
Rimarranno perciò delusi coloro che si aspettano a questo punto i "poveri
veri", quelli con le valige di cartone, i vestiti logori, la faccia emaciata
e un bambino dal visino triste portato a scudo per chiedere la carità.
Questo tipo di poveri da noi non arrivano, ma noi sosteniamo che neppure ci
siano, almeno qui in Ticino.
Dovremmo allora dire che il compito di Caritas Ticino è esaurito? Che ormai
tutto è a posto e i cosiddetti poveri in realtà sono in malafede?
Niente affatto. I bisogni esistono e sono molti, anche se a chiedere sono persone
come noi, difficili da distinguere da un impiegato di banca o da una casalinga.
Per capire meglio quanto andiamo dicendo prendiamo ad esempio i dati dello scorso
anno e tentiamo di tracciare un identikit dellutente del Servizio Sociale
di Caritas Ticino.
La donna, un soggetto ancora debole. Distribuzione per sesso
Femmine | 246 (55%) |
Maschi | 201 (44%) |
Totale | 447 |
La tendenza
già evidenziata negli anni scorsi, in modo lieve dalle nostre statistiche, con
il 1998 si è messa maggiormente in luce, mostrando che ad avere bisogno di aiuto
sono più donne che uomini.
Questa necessità, intuita nel nostro quotidiano lavoro, prima ancora che scoperta
nelle sintesi statistiche, è una delle principali ragioni che ha fatto attivare
il Progetto Sigrid Undset.
Un servizio sussidiario
Sono in maggioranza adulti gli utenti del servizio sociale, il 68% di loro è
compreso fra i 20 e i 60 anni di età.
Questo, oltre che essere una scelta di Caritas Ticino, di non istituire un servizio
per ragazzi o bambini, e di dedicare agli anziani un intervento specifico, ma
non orientato in modo particolare, è anche il risultato di un intervento sussidiario,
rispetto ad altri servizi che già si occupano specialmente di queste fasce di
età, Pro Senectute o Servizio Medico-psicologico ad esempio
Distribuzione per fasce di età
21-40 | 178 (39%) |
41-60 | 133 (29%) |
61-80 | 80 (17%) |
80- + | 26 (5%) |
00-20 | 14 (3%) |
Totale | 447 |
Poveri ignoranti? Distribuzione per scolarizzazione
Media | 77 (17%) |
Superiore | 67 (14%) |
Apprendistato | 42 (9%) |
Università | 6 (28%) |
Nessuna | 4 (0%) |
Non rilevato | 211 (47%) |
Totale | 447 |
Il dato relativo
alla scolarizzazione, rilevato per il 53% degli utenti, rivela che il 40% di
loro ha una formazione media o superiore o ha concluso un apprendistato, mentre
solo il 4% ha una licenza elementare, superato dal 6% degli universitari.
Se pure non abbiamo fatto un raffronto con i dati sulla distribuzione scolastica
della popolazione ticinese, limpressione è che il nostro specchio non
sia molto diverso.
Poveri disoccupati? Distribuzione per rapporto di lavoro
Occupati | 127 (28%) |
Disoccupati | 126 (28%) |
AVS - AI | 116 (25%) |
Non occupati | 36 (8%) |
Totale | 447 |
Ci si aspetterebbe
che le persone che si rivolgono al nostro servizio fossero in maggioranza disoccupati
e, invece, si scopre che addirittura, anche se solo per una unità, gli occupati
sono di più.
Non vi è dubbio che questa non è la distribuzione allinterno della popolazione
ticinese e che la disoccupazione costituisca un elemento importante di disagio,
ma non è così rilevante, tanto che gli anziani e gli invalidi sono presenti
in percentuale non molto inferiore ai disoccupati.
Per sintetizzare quindi, lutente tipo del nostro Servizio Sociale è il
cittadino medio, adulto, di buona cultura, spesso lavoratore.
Siamo lontani dallidea che sorge nella nostra testa quando sentiamo o
pronunciamo la parola povero.
Il cambiamento profondo del concetto di povertà o di bisogno è evidente anche
dal tipo di richieste che le persone rivolgono ai nostri uffici.
Il 41% delle domande infatti è di consulenza, cioè di informazioni relative
a come muoversi nella giungla delle possibilità in caso di bisogno, mentre il
17% delle richieste è di sostegno burocratico, cioè di aiuto nel rapporto con
le istituzioni pubbliche e private.
Detto con un vecchio motto i "poveri" non cercano pesci ma canne da
pesca, o meglio ancora, un corso sulle esche da usare.
Solo l11% dei bisogni espressi è relativo ad una richiesta di sussidio
in denaro. Questo è un dato sorprendente, se si pensa che Caritas Ticino è ancora
nota soprattutto come ente di beneficenza.
I poveri non sono soli: bozze di un intervento
Raccontare
un intervento nel Servizio Sociale è sempre difficile, perché si tratta di una
relazione, di un insieme di elementi complessi;
questioni molto tecniche, come la compilazione di questionari, lacquisizione
di informazioni presso enti, amministrazioni di casa, municipi, casse malati,
calcoli per determinare il diritto a questo o a quel sussidio statale, ecc.;
ma anche ascolto, intuizione, messa in gioco delle competenze e conoscenze personali.
Tutto spesso comincia con una telefonata, da parte dellutente stesso o
di un suo parente, o di un altro ente, quasi sempre con laffanno dellurgenza,
della improrogabilità, della necessità imperiosa.
Ma la fretta è nemica del bene e allora, a meno che non abbiamo una risposta
puntuale da dare ad una domanda precisa, preferiamo incontrarci con la persona
interessata, magari sollecitando che sia lei a rivolgersi al nostro servizio,
quando è un altro a segnalarci il suo bisogno.
È lincontro, la comprensione più completa e documentata possibile
a darci unidea di come dobbiamo intervenire.
Se utilizziamo categorie come quelle definite per la richiesta da parte degli
utenti, ci rendiamo conto che il nostro intervento è soprattutto di consulenza
46% e sostegno burocratico 18%, che insieme al sostegno personale, 10% e a quello
famigliare, 5%, costituiscono l80% del nostro lavoro.
Questi dati tuttavia sono qualitativi, perché la loro quantificazione è difficile.
Quando ad esempio parliamo di sostegno burocratico, può significare semplicemente
la compilazione di un formulario di richiesta di sussidio per la cassa malati,
ma anche lallestimento di una domanda di assegni di prima infanzia, con
relativi contatti con gli uffici interessati, la correzione di dati su richiesta,
la sollecitazione di risposte ecc.
Spesso il lavoro più rilevante non sta tanto nelle soluzioni da trovare, o nelle
azioni da mettere in atto, che, anzi, cerchiamo sia la persona stessa ad attuare,
quando è possibile, ma lacquisizione dei dati.
Una classica affermazione delloperatore che riceve una segnalazione è:
"Mi raccomando signora, mi porti tutto quello che può darci unidea
precisa della sua situazione economica, contratto di affitto, certificato di
cassa malati, eventuali fatture in sospeso, ecc."
Poi, inevitabilmente, manca sempre qualcosa, o per dimenticanza, o perché ritenuto
non così importante.
Tracciare un quadro completo della situazione di una persona non è semplice,
soprattutto perché se così fosse, la richiesta di aiuto non sarebbe stata neanche
rivolta.
Questa è una delle più grandi nuove povertà: la difficoltà di orientamento,
la capacità di costruire delle priorità, di definire degli obiettivi chiari,
di riconoscere le possibilità concrete e distinguerle dalle fantasie, dalle
informazioni distorte, dalle notizie parziali.
Carità ed elemosina
Anche se Caritas Ticino si è modernizzata, se la povertà ha nuovi volti,
se i bisogni sono mutati, è ancora necessario intervenire con un aiuto economico
diretto. Questo tipo di intervento si è modificato nel corso degli anni; sono
le persone stesse a chiedercelo: non vogliono soldi, e, quando non possono chiederci
altro, vogliono restituirli, salvaguardando la loro dignità.
È proprio nel rispetto di questa dignità che lintervento economico
diretto rimane lultima soluzione, proprio quando altre non ne sono possibili.
Lautorità dellesperienza: un trittico di speranza
Il servizio sociale di Caritas si muove, nella complessità di uneconomia
che si evolve, di uno stato sociale che cerca nuovi equilibri, di una domanda
di sicurezza sempre più pressante e più disattesa.
Ma se pensassimo di essere autonomi, capaci di risolvere i problemi da soli,
sarebbe il suicidio dellintervento sociale.
In questo senso, lavorare in Caritas Ticino, ci facilita il compito.
Molti di noi sono contemporaneamente impegnati in più settori, riconoscendone
linterdipendenza.
Parlare di povertà, agire con i poveri, senza occuparsi di media, di trasmissione
di contenuti ed informazioni, sarebbe riduttivo e sterile, in un mondo dove
sempre di più la politica si fa con l"immagine" e le opinioni
con i sondaggi di audience televisiva.
Per questo, oggi servire gli ultimi, non significa solo dare loro aiuto, consulenza,
soldi, assistenza burocratica, ma anche informarli, offrire esperienze alternative,
dialogare con la realtà sociale attraverso strumenti che superano il limite
dellintervento singolo.
Perciò Caritas Insieme, rivista TV e radio, non è separabile dal servizio sociale,
anche se lo supera nella sua specificità di servizio culturale e sociale.
Allo stesso modo, non si può pensare di evitare il confronto diretto con il
disagio sociale, sostenendo che facciamo un servizio agli ultimi attraverso
i mezzi di informazione.
Su di un altro versante Caritas Ticino si impegna nella sua diaconia sul territorio,
lottando contro la disoccupazione.
Separare il Servizio Sociale dallimpegno a favore dei disoccupati significherebbe
osservare la disoccupazione come un fatto tecnico e riportare il lavoro con
i fruitori del Servizio Sociale ad un fatto di mancanza di liquidi, senza muoversi
per estirpare le cause di un tale disagio.
Il servizio sociale quindi, è completo solo se strettamente legato agli altri
due pilastri dellimpegno di Caritas Ticino, linformazione e i programmi
occupazionali.
Sono perciò ogni anno le oltre cinquecento persone che contattano il servizio
sociale, i quasi cinquecento disoccupati che lavorano nei nostri programmi occupazionali,
le quasi trecento pagine di rivista, le cinquanta ore di televisione e le tredici
ore di radio, a permetterci di parlare di povertà con cognizione di causa.
Programmi occupazionali 500 persone
servizio sociale 500 persone
informazione 288 pag. rivista, 50 ore TV, 13 ore radio.
Tre settori strettamente connessi per dire una cosa sola: la speranza non
è finita, la solidarietà non è morta, lattenzione della Chiesa agli ultimi
non è esaurita.
Nessuno si illude che in questo modo si possano davvero risolvere tutti i problemi,
ma la speranza si nutre di segni, lattesa si veste di gesti concreti,
la resurrezione di presagi.
Si può sperare che leconomia si umanizzi, che il mondo del lavoro trovi
un posto per tutti, che lo Stato si prenda carico dei più deboli, che la comunità
civile cresca come spazio accogliente per ciascuno, ma oggi i poveri bussano
ancora alla nostra porta e, anche se non hanno più le scarpe bucate e il volto
emaciato dalla fame, chiedono interventi puntuali, concreti e risolutivi.
Per questo il servizio Sociale di Caritas Ticino è ancora così importante.
Come la Chiesa sta in bilico fra manifestazione del Regno di Dio e attesa del
suo compimento, così il servizio sociale e la Caritas Ticino tutta, si muove
integrando attesa di una società più degna degli uomini e intervento concreto
per dare dignità anche a un solo essere umano.