Il
genocidio non è un avvenimento locale ma riguarda tutto il mondo
D: Che
ruolo hanno avuto le etnie nel genocidio?
R: Nel nostro paese si parla molto delle etnie, di
tutsi e di hutu, ma non penso che scientificamente se ne possa parlare. Prima
dellarrivo degli europei, dunque molto tempo fa, i ruandesi coabitavano
in tutta tranquillità e condividevano la loro vita. Non si sa dunque come questa
divisione sia arrivata. Parlare di hutu, di tutsi o di altre etnie prima dellinfluenza
straniera era piuttosto una sorta di connotazione sociale, in quanto, morfologicamente
o scientificamente, differenziare le diverse etnie non era così evidente. La
nozione di hutu e tutsi era piuttosto legata alla ricchezza. Non sono uno specialista,
bisogna anche qui riferirsi ai diversi documenti che sono stati scritti sul
Ruanda e che parlano di etnie. A poco a poco questa nozione di etnie, hutu e
tutsi o altre minori è stata politicizzata, ci si è basati sulla maggioranza
dei ruandesi che erano hutu e la minoranza tutsi. Ma, visto che si parla del
genocidio, bisogna sapere che i tutsi sono stati vittime dello stesso e sono
stati uccisi da ruandesi di unaltra etnia, quella hutu. Per essere più
precisi ci si può domandare perché tali massacri non sono avvenuti in precedenza,
quando non esisteva linfluenza straniera. Niente può giustificare il genocidio.
È per questo, daltronde che inviterei tutti ad interessarsi prima di parlare
del genocidio ruandese, ad essere sul posto per rendersi conto di quello che
è successo veramente, in quanto, a volte, si travisa la storia ed i fatti e
si dice ciò che non corrisponde al vero.
Alcuni
paesi erano al corrente della preparazione del genocidio, ma nessuno ha voluto
intervenire per tempo
si è intervenuti troppo tardi
D: Qual
è stato linflusso esterno a proposito?
R: La divisione etnica è nata sotto linfluenza della colonizzazione
belga, la quale ha classificato la popolazione in etnie. Si è deciso per letnia
hutu, quella tutsi e altre minori. Ma come detto, scientificamente non si può
provare questo, in quanto prima si è sempre affermato che coloro che avevano
molte vacche erano tutsi e chi ne aveva poche era hutu. Secondo quello che ho
letto nei libri, in seguito sui documenti personali, in base a questa distinzione
di ricchezza, in base al possesso di bestiame, veniva inscritta letnia.
Dunque credo che questa nozione di possesso, di ricchezza, in quanto la vacca
simbolizzava la ricchezza in Ruanda, non si possa considerare come una prova
scientifica. Bisogna sapere che in Ruanda, sia prima che durante la colonizzazione,
oppure anche oggi, dopo il genocidio, la gente vive insieme, parla la medesima
lingua, abbiamo matrimoni misti e non si può veramente parlare di vere etnie,
perché esteriormente non si possono differenziare le persone. Con tutti questi
dati, la coabitazione, luso della lingua comune, i matrimoni interetnici,
continuare a dire che esistono le diverse etnie separate, è forzare un po
troppo la storia o la nozione di etnia.
Con
tutti questi dati, la coabitazione, luso della lingua comune, i matrimoni
interetnici, continuare a dire che esistono le diverse etnie separate, è forzare
un po troppo la storia o la nozione di etnia
D: Abbé
Emmnauel, qual è la sua visione del genocidio?
R: Durante il genocidio sono stati massacrati centinaia di migliaia
di tutsi e alcuni si domandano come questo abbia potuto accadere, allorché la
guerra era iniziata dal 1990 e che nel 1994 cera una presenza internazionale
nel paese. Bisogna ricordarsi che gli accordi di Pace di Arusha, firmati nel
1993, avevano come obiettivo di insediare un governo di transizione con lo scopo
di riunire i membri del vecchio regime con lFPR (Fronte patriottico ruandese)
che era una forza politico-militare e aveva usato le armi per risolvere diversi
problemi. La guerra non aveva lo scopo di conquistare il potere, come alcuni
hanno detto, ingannando lopinione pubblica, in quanto il problema dei
rifugiati ruandesi esisteva già a partire dal 1959. Si vede dunque che da quella
data fino al 1990 il problema non era stato risolto e pur con diversi tentativi,
il potere di allora non era impegnato nelle vie normali per la risoluzione del
problema che era cruciale. Dunque con linizio della guerra nel 1990 si
è pure iniziato a perseguire tutti coloro che erano tutsi in quanto si diceva
che le persone che si trovavano allestero, a maggioranza tutsi, i vecchi
rifugiati, avevano voluto rientrare nel loro paese, mentre il governo al potere
non voleva questo ed è perciò che dopo aver tentato quelle vie pacifiche, lFPR
ha iniziato la guerra. Dal 1990 si è ucciso molto, sia nel nord-est del paese
sia nella regione di Kigali e nel 1994, con il genocidio, tutto il paese era
coinvolto. Qui a Gikongoro, come altrove ci sono stati dei massacri atroci in
diversi luoghi. A Murambi si stima a 50000 il numero di tutsi uccisi.
Infatti il genocidio ruandese è stato totale. Ci si può domandare perché la
comunità internazionale, soprattutto i militari della MINUAR, forza ONU, presente
per assicurare e mantenere la pace in seguito agli accordi di Arusha, (militari
ben armati che conoscevano i loro compiti), hanno abbandonato il paese, hanno
lasciato che le persone venissero massacrate? È per questo daltronde che
non possiamo non parlare della responsabilità della comunità internazionale.
Quando i massacri sono iniziati, invece di proteggere i tutsi poi uccisi o perseguitati
la MINUAR ha preferito partire. La comunità internazionale deve rispondere a
questa domanda, il suo ruolo nel genocidio è veramente evidente in quanto cerano
delle persone in pericolo che non sono state soccorse.
D: Dopo il 1994 come è cambiata la situazione in Ruanda?
R: Nel 1994 tutta la popolazione non aveva i medesimi diritti, i tutsi
erano perseguitati, ne sono stati uccisi più di 500000. Anche dopo il
1994 erano perseguitati dalle milizie che venivano dallo Zaire, ora si può dire
che ci si può recare nelle altre prefetture senza problemi e dunque cè
un miglioramento.
D: Qual è stata la sua esperienza durante la guerra, come uomo, come prete?
R: È stata per me unesperienza dolorosa in quanto anchio
sono un superstite del genocidio. Ho passato quasi un mese nella foresta, mi
cercavano e grazie a Dio sono stato salvato. Quello che mi dispiace, è che durante
il genocidio, durato circa 3 mesi, non cè stato nessun intervento per
salvare i tutsi che morivano. Lintervento francese è avvenuto solo allultimo
momento e deploro veramente che i paesi più potenti non siano intervenuti in
tempo, visto che erano al corrente della situazione e che vedevano quello che
succedeva da noi, che la gente moriva come mosche. Deploro dunque questa situazione,
dove lopinione internazionale non ha giocato il suo ruolo per tempo.
D: Il Popolo del Ruanda si aspettava qualcosa in più dal Nord?
R: Abbiamo visto gli interventi degli americani nel Kosovo. Da noi il
genocidio è durato 3 mesi e lEuropa sapeva quello che succedeva. Alcuni
paesi erano al corrente della preparazione del genocidio, ma nessuno ha voluto
intervenire per tempo si è intervenuti troppo tardi. Cera la MINUAR sul
posto ed ha abbandonato proprio nel momento del bisogno della protezione. Questo
è deplorevole. Si potrebbe dire che erano in connivenza con la milizia.
D: Qual è stata la reazione della popolazione ruandese al momento della partenza
della MINUAR?
R: Una parte della popolazione era perseguitata, dunque non era contenta
della loro partenza in quanto lasciava il paese quando una parte della popolazione
veniva massacrata e laltra massacrava. Dunque la gente non ha potuto capire
totalmente lattitudine del Nord.
D: Qual è stato il ruolo della Chiesa durante e dopo la guerra?
R: Il ruolo della Chiesa e la missione della Chiesa sono dinsegnare,
di santificare e di dirigere. La Chiesa era sempre presente e tra i suoi membri,
tra i fedeli, ce n'erano che non volevano altri fedeli. Ci sono stati fedeli
che hanno massacrato altri fedeli. Ci sono stati fedeli che hanno osato massacrare
dei pastori. Questa attitudine di fedele, di cristiano che osava uccidere è
uno scandalo. Direi che per valutare la responsabilità della Chiesa bisogna
interrogarsi su come i fedeli hanno accolto il messaggio evangelico, oppure
se è il pastore che non lo ha ben presentato, anchio mi sono posto la
domanda. Non ho delle prove per dire chi ha mancato alla sua missione. È la
Chiesa o sono i fedeli che non hanno accolto con fede linsegnamento?
D: Ora dove va la Chiesa?
R: Mi sono posto la medesima domanda. Dove andiamo? Cerchiamo di organizzarci
e può darsi che ci arriveremo con il Sinodo. La gente ci rimprovera che dopo
le grandi feste della Chiesa sono avvenuti dei massacri in Ruanda. Dopo la festa
di Tutti Santi, dopo il Natale, dopo la Pasqua abbiamo avuto dei massacri negli
anni passati. Mi esprimo a titolo personale, non impegno la Chiesa, ma come
fedele, come prete, mi pongo anchio la domanda. Cosa devo fare affinché
le persone si convertano? Cosa non abbiamo fatto? Dobbiamo valutare la nostra
missione e cercare, con umiltà, di dire che non ci siamo riusciti. Dal 1959
fino ad oggi le persone si uccidono e la Chiesa si deve porre questa domanda
e valutare se cambiare metodologia.
Sono
sempre stati i dirigenti incapaci che hanno seminato la discordia, che dicevano
dinsorgere contro i tutsi
D: In
Europa, il motivo più conosciuto che ha dato adito al massacro è quello delle
due etnie hutu e tutsi, ma sicuramente non è il solo.
R: Vi dirò che gli hutu e i tutsi, come contadini non hanno avuto problemi
tra loro, ma le difficoltà sono sempre state sollevate da una politica insana
, da dirigenti incapaci. Andando nei mercati, negli ospedali, sulle colline
e nelle scuole, si notano le due etnie assieme, condividono, lavorano assieme,
anche negli uffici dividono tutto. Il problema nel Ruanda è sempre stato nei
dirigenti. Se ci sono politici incapaci che ordinano, i contadini obbediscono,
eseguono e dunque il problema delletnia tra loro non è vero. I contadini
non hanno avuto problemi tra di loro. Sono sempre stati i dirigenti incapaci
che hanno seminato la discordia, che dicevano dinsorgere contro i tutsi.
Le due etnie sono sposate tra loro, non hanno mai avuto dei problemi, anche
oggi.
D: Quale ruolo hanno avuto durante il genocidio i mass-media?
R: Hanno giocato un ruolo rilevante in quanto, mi ricordo personalmente
che la radio RTM (Radio des Milles collines) invitava la popolazione a sollevarsi
contro i vicini, addirittura contro la Chiesa, diceva che tutto quello che era
tutsi, sia che fossero bambini, vecchi o adulti erano i nemici principali. Bisognava
cacciare, uccidere, sbarazzarsi di tutto quello che era tutsi. Sia la casa,
la mucca, tutto. Dunque la popolazione era intossicata dai mass-media e tutto
si faceva anche a partire dallEuropa, anche le difficoltà che abbiamo
partono da lassù. È che molti si rifugiavano in Europa, è là dove seminano la
discordia!
La
popolazione non sarà tranquilla fino a quando ci saranno persone dallesterno
che invitano ancora la popolazione a battersi, attraverso i mass-media per esempio
D: LEuropa,
noi, abbiamo una grande responsabilità su ciò che è accaduto!
R: Noi avremo sempre dei problemi in quanto nei paesi più poveri i dirigenti
incapaci potranno sempre rifugiarsi in Europa dopo aver commesso degli errori
e non essere perseguiti, sono protetti perché hanno depositato dei soldi là.
La popolazione non sarà tranquilla fino a quando ci saranno persone dallesterno
che invitano ancora la popolazione a battersi, attraverso i mass-media per esempio.