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Il Vangelo in casa

Il 6 di agosto, che cadendo di domenica dovrebbe contemplare le letture di una domenica del Tempo Ordinario è una festa particolare, che come si dice in gergo ecclesiastico, si “mangia” la domenica. Si tratta della festa della Trasfigurazione, che la chiesa romana festeggia anche la II domenica di quaresima. La Trasfigurazione è una parola che sintetizza un episodio particolare della vita di Gesù, che prima di dirigersi verso Gerusalemme e il suo destino di passione e morte, prese con sé tre apostoli fidati, Pietro Giacomo e Giovanni e salì con loro su di un monte, dove, si trasformò sotto i loro occhi, diventando così splendido da emanare una luce intensa, con una veste così bianca che sottolinea l’evangelista Marco nessun lavandaio sulla terra avrebbe potuto lavare così bene.
Un modo curioso di indicare la bianchezza delle vesti, che per noi influenzati dalla televisione sembra la pubblicità di un detersivo, ma comprensibile se si tiene conto che a quei tempi una veste poteva essere lavata ben poche volte, altrimenti sarebbe stata da buttare. Erano uomini e non donne a svolgere il compito di lavanderia, perché si trattava di un lavoro veramente faticoso.
Per gli uomini del suo tempo, quindi, il paragone non era così strano anzi rendeva bene l’idea di un abito splendente di luce propria.
L’evangelista Marco ci ha abituati agli effetti speciali di miracoli prodigiosi, ma qui vi è ben altro, perché in questo modo Gesù si manifesta in tutta la sua gloria, in un certo senso anticipa la resurrezione, mostra agli apostoli esterrefatti il loro stesso destino, li prepara alla dura lezione della croce.
Sono questi tre apostoli infatti che saranno detti da S.Paolo le colonne della Chiesa, con loro si consulterà per verificare la propria autentica chiamata di evangelizzatore, a loro sottometterà la sua missione.
Quello della trasfigurazione è un episodio così intenso e presente nella memoria di S. Pietro che ne parla in una sua lettera, che costituisce la seconda lettura di questa speciale domenica. Pietro non ha dubbi, quell’esperienza fu per lui la manifestazione della gloria di Dio, cioè in Gesù è presente Dio stesso, la sua forza, confermata dalla sua voce, come nella antica manifestazione del Signore su di un altro monte, il Sinai, dal quale promulgò la sua legge per Israele.
A molti anni di distanza, dunque, S.Pietro non solo ricorda, ma considera questa esperienza come un momento capitale per la sua crescita di credente e la porta ad esempio per confermare i suoi fratelli. E’ lui stesso a porre una relazione fra questa manifestazione della potenza di Gesù e le scritture profetiche che l’hanno preceduta, paragonando queste ad una lampada, confrontata con la luce vivida della Stella del Mattino il nuovo sole che sorge dall’alto e che tornerà a risplendere in tutta la sua gloria nella seconda venuta di Gesù.