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Il Vangelo in casa

Coincidenza vuole che questa XX domenica del tempo ordinario sia anche il 20 agosto. Per molti ancora tempo di vacanze e il riferimento della seconda lettura alle esagerazioni delle ubriacature da alcol sembra scelto appositamente. In realtà continuiamo a leggere la lettera agli Efesini e il legame è con il vangelo nel quale Gesù sta terminando il discorso eucaristico e parla del pane e del vino, riferendosi alla sua carne e al suo sangue. Il problema per l'apostolo è legato alle modalità di svolgimento del sacrificio eucaristico nelle prime comunità cristiane, perchè la celebrazione eucaristica vera e propria era preceduta da una cena, oppure chi vi partecipava era già stato a tavola e non vigeva il digiuno eucaristico. Il risultato era che qualcuno arrivava a celebrare la messa non proprio sobrio. San Paolo ne approfitta non tanto per fustigare i costumi, quanto per suggerire che esiste un'altra ebrezza, che non produce "sfrenatezza", ma coinvolge in un crescendo di consapevolezza. Nella cultura contemporanea sembra che divertirsi significhi perdere il controllo, sciogliere i freni inibitori, lasciar cadere ogni blocco morale. I risultati sono fracassati ai bordi delle strade il sabato o la domenica mattina, solo per fare un esempio. Ma il contrario non la mortificazione, o meglio, non solo, anche se una battaglia va condotta per incanalare le proprie energie a servizio della propria dignità, ma la scoperta di una gioia più profonda, di un appagamento nella conoscenza e nella frequentazione del Signore, attraverso l'azione dello Spirito Santo.