Caritas Insieme TV del 25 - 26 agosto 2007
Emissione N°662
su TeleTicino


Sabato: 18.50
Repliche sabato: 23.55
Repliche domenica: 12.55, 18.45 e 00.00

Una parola scomoda, perlomeno poco politicamente corretta, quella proposta dalla liturgia questa domenica e commentata come di consueto dal Vangelo in Casa, con la sagacia propria di don Giorgio Paximadi, che non si sottrae alla questione cruciale. Siamo ancora a leggere la lettera agli Ebrei, probabilmente un trattato o una catechesi molto articolata, che san Paolo fece girare fra le comunità, con la sua benedizione, nella quale si sottolinea un aspetto di Dio difficile da accogliere in questo tempo di tolleranza e di accenti sulla sua “maternità”, piuttosto che sulla sua funzione paterna di legislatore e giudice o anche più semplicemente di padre attento. Da un lato è importante sottolineare che proprio del padre è l’educazione al limite, alla norma, alla fatica per la conquista di un obiettivo. D’altra parte non dobbiamo dimenticare che il maestro era raffigurato con la bacchetta in mano e fino a non molti anni fa, i più anziani fra di noi possono richiamare alla memoria le più o meno “benefiche” incitazioni allo studio ricevute letteralmente sulla propria pelle. Non dobbiamo quindi stupirci se la correzione facesse parte della cultura propria del tempo dello scrittore della Lettera. Pericoloso però sarebbe gettare via il proverbiale bambino con l’acqua del bagno, mettendo questo brano fra le anticaglie propre di una cultura superata. Infatti anche per noi è utile riflettere sulla funzione educativa che spesso la sofferenza permessa dal Signore ha per la nostra vita. I periodi di malattia, le tragedie occorseci, possono diventare fonte di riflessione, di ritrovamento della nostra identità più profonda, di riscoperta delle persone che ci stanno intorno. Non abbiamo bisogno di andare lontano per ricordare quanto una lettura della malattia e della sofferenza sia stata feconda proprio grazie alla sua collocazione entro l’esperienza della fede, in uomini come mons. Eugenio Corecco o sua Santità giovanni Paolo II.

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